Venerdì 6 Novembre è uscito su tutte le piattaforme digitali e di streaming il primo EP della cremasca Anna Cacopardo, meglio conosciuta come Cara, già reduce dal successo di Le Feste di Pablo nel suo remix con Fedez. Si chiama 99 ed è ovviamente un riferimento alle ultime due cifre dell’anno di nascita della giovane artista che mai come in questo disco vuole farci entrare nei suoi 20 anni e farci sentire il grido della sua generazione.

Il filo conduttore è una visione scanzonata ma anche riflessiva sulla vita, sulla società, su Roma, su Milano, sulle relazioni umane, amicali ma anche sentimentali. I testi sono conditi da dei sound belli densi di elettronica, di sonorità moderne e mai banali che riescono sempre a stupire l’ascoltatore in modi sempre nuovi.
Fin da Tevere, la prima traccia, si riesce a percepire l’identità artistica del progetto. Il brano è una ballad che narra di piccoli dettagli che rendono indimenticabili delle storie d’amore, dai jeans strappati alle labbra screpolate.
Le Feste di Pablo in feat. con Fedez è il brano che ha reso l’artista famosa, un successo da venti milioni di streaming Spotify nonchè disco di platino. Molti però non sanno che questo brano era già uscito con solo la voce di Cara e che, piacendo al rapper milanese, è venuto fuori un duetto di successo. Il pezzo è una via di mezzo tra il sogno e la realtà, raccontando eventi e sensazioni che quando non si riesce ad ottenere si decide di affidare alla propria immaginazione.
99 è il manifesto del disco, un brano dalle sfumature punk rock che funge da manifesto e narra della generazione in cui la cantante si ritrova a vivere e delle problematiche ed i sogni di una ragazza mai stata in sala prove e che non è riuscita a vivere le emozioni di Sanremo 1982 e Sanremo 1983 in cui Vasco si presentava trasgredendo sul palco di quel posto storico.
Lentamente è invece un flusso di coscienza, un turbinio di pensieri, tra baci al gusto di medicina, improbabili ascendenti e arcobaleni di prima mattina tra vita quotidiana e vita notturna, su una base elettronica riuscitissima ed ipnotica che ti trascina come in un vortice.
Si prosegue con Scemo, un brano sarcastico e divertente sulla parte spensierata e giocosa dell’amore in cui Cara afferma anche la propria indipendenza con un ragazzo che non sa bene cosa voglia dalla vita. D’altronde anche se non la porta lui a guardare le stelle lei può benissimo andarci da sola.
Il percorso finisce con Mi Serve, in feat. con Samuel Heron, remix del pezzo che ha lanciato Cara dentro il mondo musicale delle major. La canzone è l’inno dei nativi tecnologici, dei ragazzi di oggi che han bisogno di piccole cose ma al contempo sognano in grande, tra bisogno di semplici cieli azzurri e di staccare un attimo il telefono fino all’altalena nel salotto e l’Africa in giardino (con citazioni di Celentano annesse).
Insomma un EP ricchissimo e pieno di spunti interessanti che preannuncerà un CD ancora più bello e su questa scia. Peccato per l’assenza di Il Primo Bacio, canzone presentata dall’artista alle selezioni di Sanremo Giovani venendo però scartata.
Entrate anche voi in questo mondo e non ve ne pentirete.