Mauro Bianchi, owner di White Events, è una delle personalità più autorevoli, nel mondo dell’intrattenimento italiano, un vero e proprio guru.

Chi è stata la persona che per prima, ha creduto in te Mauro Bianchi e nelle tue qualità manageriali? Hai un mentore?
Il mio primo direttore, Ivan Brandoli. Appena iniziai ad affacciarmi a questo mondo all’età di 18 anni, mi ritrovai ad organizzare delle feste studentesche. Mi chiese di dargli una mano nel suo locale e mi diede tanti insegnamenti. La frase che porto ancora con me è: “Mangia un cucchiaino di merda tutti i giorni e vedrai che prima o poi riuscirai a mangiarla tutta con più facilità”. Inoltre devo ringraziare Fabrizio De Meis, Marco Palazzi e Roberto Di Bartolomeo che mi hanno dato l’opportunità di venire a Riccione per giocare in Champions League, ai tempi del Cocoricò.
Sei un gestore di locali abruzzese, trapiantato in romagna dal 2006, per seguire il grande progetto “Cocoricó” a Riccione, del quale sei stato General Manager per 10 anni. Com’era il tuo lavoro negli anni prima della grande partenza? Quale esperienza ricordi con più affetto?
I primi anni del Cocoricò sono stati bellissimi, tanti anni di grandi successi. L’inizio è stato bello, perchè era una squadra nuova che veniva assemblata. Ricordo un grande Manfredi, direttore artistico dei primi anni, che ha dato una svolta incredibile al locale. Giancarlo Barletta, fondamentale nella costruzione del progetto Titilla, che era diventato un’eccellenza a livello nazionale. Tante anime diverse, sotto lo stesso tetto. Ripensandolo adesso, era veramente un dream team. Avevamo punti di vista totalmente diversi che si andavano a miscelare sotto alla magia di quella Piramide, che si riesce a creare, se trattata con cura e con amore. In quel periodo riuscii a tenere unita la vecchia proprietà, con la nuova proprietà, avevano punti di vista molto diversi. Ho delle buone doti da democristiano, da paraculo, (ride, ndr). E così nacque quel grande Cocoricò che meriterà delle pagine importanti nei libri di storia dell’intrattenimento.
Sei un uomo tutto d’un pezzo e con un grande carisma. Socievole, ma un pó ombroso. Concreto, ma ponderato. Hai sicuramente una famiglia molto solida alle spalle. Parlami del rapporto con tuo padre e tua madre. Qual è l’insegnamento più grande che ti hanno dato, che vorresti trasmettere alla generazione di tuo figlio?
Se parliamo della mia famiglia, parliamo di tutto quello che sono. Mia madre è la classica mamma chioccia che mi ha insegnato ad aver paura di tante cose, motivo per cui sono sempre stato lontano dalla droga, ho paura di andare forte in macchina. Per questo la ringrazierò sempre e spero che mio figlio diventi un “cagasotto” come me. Mio padre è il mio idolo, è la persona da cui ho imparato tutto e anche quando ero piccolo, nella sfida con lui su chi avesse ragione o torto, mi ha portato a cercare di aver sempre ragione. Mi ha insegnato che si parla solo quando si sa, sennò si sta zitti o si fanno domande. Questo è diventato il mio mantra quotidiano. E che la prima responsabilità di tutto quello che succede è la nostra, troppo facile dare agli altri la colpa di ciò che accade. Prima di tutto bisogna farsi dei grandi esami di coscienza per capire dove si ha sbagliato e dove si poteva fare meglio. Un buongiorno con un sorriso, non è un buongiorno scontroso.
Più volte, nella tua carriera di manager, sei riuscito a prevedere, anticipare tendenze e know how. Dal Cocoricó, passando per Ralf in Bikini, gli eventi Jagermeister, fino ad arrivare a Samsara e Primadonna Lounge. Questione di fiuto o sei un abile scacchista?
Definisco, uno dei meriti del mio successo, l’essere abbastanza codardo. Tutti i progetti e le analisi che vado a fare, subiscono una valutazione su cosa può funzionare e cosa non può funzionare. Ho una regola: quando mi butto su un progetto, se si blocca una volta, si blocca due – tre volte (parlo di imprevisti), quel progetto va lasciato perdere, perchè ha un’energia che non va bene. Ho sempre cercato di costruirmi delle operazioni che, parlando in termini calcistici, quando era ora di calciare il pallone, si trattava di calci di rigore. Sono una persona molto oculata, quindi pondero le scelte. Se la possibilità di insuccesso è superiore al 50%, mollo sempre. Non sono uno che si tuffa senza corda. Con un pò di fiuto, un’attenta analisi ed anche un pò di culo, finora posso ritenermi molto fortunato, perchè tutti i team in cui ho lavorato sono sempre stati dei prodotti di successo. C’è sempre una profonda analisi degli scenari che si possono aprire di fronte ad un progetto. Molti amici mi chiamano “ il distruttore di sogni” perchè vengono da me con “l’idea della vita” ed io in un modo analitico spesso gliela distruggo. Molti fanno progetti senza fare analisi di budget, di mercato, di business plan, ovvero tutto quello che può essere lo sviluppo di quell’idea, nel mercato reale.
La maggiorparte dei locali sono chiusi da Febbraio e più del 30% di questi, sono a rischio chiusura definitiva. Le notizie di questi giorni, vedono 35 locali di Firenze e l’Art Club di Desenzano, chiedere al governo di essere risarciti. Cosa ne pensi?
E’ una situazione terribile. Dal canto mio e di chi lavora in Romagna, siamo fortunati, perchè quest’estate un pò di fieno in cantina siamo riusciti a metterlo. Affrontiamo l’inverno in un modo diverso da tutti gli altri locali, soprattutto da quelli al chiuso che non hanno mai riaperto. La richiesta dei danni non la conosco, quindi non mi esprimo e quello che posso dire è che ci sarà un grande rinascimento del mondo del clubbing e dell’intrattenimento. Cercando di prendere quel poco di positivo che può avere questa crisi, forse serviva una scossa al settore, un pò troppo fermo. Speriamo che questa situazione finisca prima possibile e poi faremo come si è sempre fatto: rimboccarci le maniche e metterci a lavorare.
Il futuro degli addetti ai lavori nel mondo delle discoteche, è incerto. Pensi dovrebbero reinventarsi, prevedendo scenari completamente diversi o attendere un ritorno alla normalità?
Dj, vocalist, service, ecc. dovrebbero avere la pazienza e la forza di aspettare, sfruttare questo tempo per studiare, aggiornarsi, migliorare delle cose che magari prima non c’era tempo di fare. Io ho sistemato il sito della mia agenzia. Sono cose che di solito si rimandano. Fare qualche web-in-air di social media marketing. Migliorare le proprie skills. Si ripartirà velocemente e questo tempo magari verrà rimpianto. Non vedo il motivo di dover reinventare un lavoro che esiste da sempre e che esisterà per sempre, che è quello di far divertire le persone e creare dei momenti di gioia.
Sei un capricorno ascendente capricorno. Ed il tuo 2021 ti consiglia di lasciarti guidare dall’intuito, piuttosto che dalla razionalità. Fai un pronostico per il 2021, non sulla Juventus.
Se questo vaccino funziona e quindi dalla prossima primavera si tornerà alla normalità (stadi pieni, concerti, locali affollati, fila all’ingresso, la gente accalcata, le mascherine che saranno solo un ricordo, appese al muro come il pass di un concerto) vedo un grande futuro, perchè abbiamo tantissimi professionisti, che saranno in grado di riprendersi quel posto che l’Italia merita, nel panorama internazionale e dell’intrattenimento. Questo covid ci ha dato l’opportunità di tirare fuori le unghie e di andarci a riprendere quello che da un pò avevamo perso.
Questo il sito dell’agenzia di Mauro Bianchi