In questo difficile momento storico che sta attraversando il mondo dell’intrattenimento, Lara Caprotti, sembri essere una delle poche, che ancora riesce a stare sulla cresta dell’onda. Dipende da una serie di coincidenze fortuite o sei guidata dalla tua grande esperienza nel settore?

Sono sempre sulla cresta dell’onda, perchè sono una tavola! (Ride, ndr). La fortuna ci vuole sempre, ma sono sempre stata me stessa, nel bene e nel male. Non mi sono mai tradita artisticamente, perchè non so fare ciò che non mi venga spontaneo, ma ho sempre pagato a caro prezzo tutti i miei errori. Non ho studiato canto e ne ho pagato le conseguenze. Il grande trauma della mia vita è stata un’operazione alle corde vocali, dovuta ad un uso scorretto della voce. In seguito a quello ho iniziato a studiare, per poter tutelare il dono che mi è stato dato. E da lì è nata la voglia di sperimentare e di accettare la mia umanità, senza pretendere la perfezione. Non ho più paura di fallire.


Raccontaci quale è stato il tuo primo approccio col mondo della musica?

Ho sempre avuto paura del microfono. Sono stata per tanti anni un’autodidatta. Forse per paura di riconoscere i miei limiti. Ho perso tanti treni importanti, come Sanremo Giovani con la Warner a 19 anni. Ho sempre voluto cantare solo quello che reputavo veramente mio, forse per non deludere le aspettative degli altri. Poi a 23 anni andai a New York, dopo una delusione d’amore. Lei mi lasciò ed oltre alla delusione d’amore, dovevo capire chi fossi, accettare la mia identità sessuale. Le amiche che mi ospitavano, mi presentarono al Made in Italy di New York. Le aspettative su di me erano altissime come cantante, ma i vocalist all’estero non esistevano. Al massimo c’era un MC che faceva 4 interventi in croce. Ero talmente impegnata nell’affrontare il dolore d’amore e l’accettazione sessuale che senza pensarci presi il microfono e improvvisai un cantato; in quel momento stava suonando Dj Disciple, icona della musica house e alla fine rimasi 6 mesi esibendomi come mc resident ogni venerdì al Made in Italy NYC. Tornata in Italia cominciai il giovedì al Tocqueville di Milano e poco dopo al Sali e Tabacchi di Reggio Emilia. 7 mesi dopo venni contattata da Fox, direttore del Pineta di Milano Marittima per fare una prova. Quella prova duró per 8 bellissimi anni .

Chi sono stati i tuoi maestri?

Da bambina cantavo ed ascoltavo i grandi maestri della musica Soul, Hip Hop e RnB (Elton John, Lauryn Hill, Otis Redding, Aretha Franklin, Whitney Houston, Stewie Wonder, Snoop Dogg, Dr Dre, Eminem). Lamentavo con mia madre il fatto di non essere di colore. A 16 anni, iniziai a frequentare i club della musica house di tutta Italia. Cocoricò, Les Folies de Pigalle, Echos, Alterego. I Dj erano Danny Tenaglia, Frankie Knuckles, Di Rocco, Massimino Lippoli col quale oggi lavoro, Ralf, Timo Maas, Farfa, Angel of Love, Flavio Vecchi, Morillo. Oggi, durante le mie performance live, nelle aperture acappella (che sono sempre state il mio marchio di fabbrica) o sulle basi strumentali, ancora ripropongo i cantati delle tracce che suonavano. Erano simili alle canzoni soul che ascoltavo da bambina, ma con i bpm accelerati. 

Qual è stato il grande momento di svolta, nella tua carriera professionale?

Lara. Il disco “Respect” della grande Aretha Franklin rifatto con Luca Cassani, il mio produttore. Con il quale poi ho fatto anche “Trouble so Hard” ed insieme a Christian “Bobo” Vieri, il brano “The Chance”.
Chi ha avuto il piacere di ascoltare una tua performance, ha convenuto con me, nelle tue doti di cantante intensa e spirituale. A mio avviso, la ciliegina sulla torta, trovandomi di fronte a te, mentre sei in piedi sul palco o sulla consolle, è la presenza scenica. È come se il tuo corpo formasse un’onda leggera. Sei un fluido continuo nella musica, balli una sorta di danza tribale. Il sacrificio di te stessa, al servizio del Dj, per donarvi al pubblico. A che cosa pensi, in quei momenti?
Lara. In quei momenti è come se fossi posseduta, un’altra parte di me prende il sopravvento. Come disse Billy Elliot: “Sono un uccello. Sono elettricità. Sì, sono elettricità”. 

Usando un termine anni 70, sei la “Master of Ceremonies”, più richiesta della scena house. Hai lavorato con i più grandi nomi degli ultimi 15 anni. Con quali Dj ti senti più affine in consolle?

Al Pineta conobbi Luca Cassani e Gianni Morri che mi crebbero musicalmente, mentre Faber (vocalist nr. 1 in Italia) mi incoraggiava a coinvolgere, a caricare, a dire il classico “su le mani” perché sapevo solo cantare e la clientela non si accorgeva nemmeno della mia presenza, pensava fossero i dischi! Stimo tanti dj nazionali ed internazionali. Con alcuni di loro ho molta affinità in consolle, forse anche perché ci ho lavorato spesso come con Bob Sinclar, che suona tutt’ora la mia “Respect”, Luca Cassani, Sangio, Samuele Sartini, Gianluca Motta, Dr space, Marco Montefusco. Ho provato un grande orgoglio, quando molti dj internazionali come Little Louie Vega, Hector Romero o Dimitri from Paris, non volevano assolutamente il vocalist, ma essendo nel locale mentre io lavoravo nel warm Up con il resident , pronta a presentarli e poi a spegnere il microfono , mi chiedevano di continuare a lavorare anche sul loro dj set.


Gli ultimi progetti e produzioni, ai quali hai partecipato, ti hanno vista collaborare con Christian Vieri e Luca Cassani (con Cassani il sodalizio artistico dura da tantissimi anni). Vi rivedremo di nuovo insieme?

Dietro a “The Chance”, il singolo con Vieri e Cassani, c’è il progetto “Christian Vieri The Music Show”, che vede me alla voce, Cassani come Art Director, Bobo Vieri come DJ, Stefano Serafini come trombettista ed il nostro manager, Fox. E’ un format entusiasmante. 


Hai offerto la tua collaborazione ad Italian Vibes Heritage, un nuovo modo di vivere la musica e di scoprire luoghi straordinari, proposti in una veste inusuale. Puoi svelarci qualcosa in più?

Quando mi ha chiamata Thomas Dill per partecipare al progetto ho subito capito il potenziale che poteva avere il format , soprattutto in un momento storico come questo. Italian Vibes Heritage vanta come sua peculiarità la forza di unire in una modalità poliedrica, arti diverse, grazie alla grande protagonista : la musica underground unita al patrimonio culturale e paesaggistico italiano portandoti alla scoperta di luoghi straordinari, mai visitati prima in una chiave così unica ed attuale. Abbiamo dei posti stupendi in Italia, abbiamo degli artisti e delle realtà produttive molto interessanti e racchiudere tutto questo in un format musicale è un ottimo messaggio di patriottismo e di speranza per il futuro.


Il tuo segno, Pesci ascendente Scorpione, ti dona una profondità speciale. Nel lavoro sei combattiva, abile, astuta ed intuitiva. Augura qualcosa di terribilmente profondo ed intuitivo, al tuo 2021.

Lara. Auguro a me stessa per il 2021 di non dimenticare ciò che il 2020 mi ha costretto ad imparare e a riscoprire come valori e priorità. Di ascoltarmi senza avere paura, di essere più coraggiosa e avere più fame di vita a 360 gradi.