RALF: ” IL LUSSO DI POTER FARE CIO’ CHE SI AMA”

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“Ralf è capace di accompagnare qualsiasi dancefloor attraverso le più nascoste vibrazioni della musica. Ascoltare un suo Dj set, arreca una continua sensazione di energia che lui e pochi altri Dj al mondo sanno dare. Sentire Ralf è capire qualcosa in più.”

Fino a poco tempo fa non sembravi particolarmente interessato ai social. Mentre in occasione del primo lockdown anche tu hai iniziato a concederti un pò di più su Instagram, un pò come facevi su Twitter. La perdita della socialità ha contagiato anche Ralf? Ci sentiamo tutti un pò più soli? 

Durante il lockdown, ero sempre a casa, il lavoro aveva perso la sua intensità. All’inizio curavo di più Twitter, poi mi sono divertito anche con Instagram. Lo trovo più nelle mie corde. Non ho mai avuto un account Facebook, (ho solo una pagina gestita dal mio staff) non lo trovo adatto a me: troppe polemiche.

I Dj si sono trovati ad essere disoccupati, senza essere stati licenziati. A mio avviso, per qualcuno è stato un modo per tornare coi piedi per terra. Quali sono i lussi che regala questo lavoro, dei quali siete stati privati? Nel tuo caso specifico, ti sei sentito un pò “sollevato” da quella frenesia?

E’ stato traumatico per molti, specie per quelli che svolgevano intensamente l’attività. Bisogna considerare che tanti miei colleghi avevano dei problemi già prima del lockdown, per varie ragioni legate ad una certa crisi che il clubbing ha avuto. I lussi che ti dà questo mestiere sono tanti, perchè siamo famosi, siamo amati, guadagnamo soldi, viaggiamo molto. Soprattutto c’è il lusso di poter fare ciò che si ama. Penso che per quelli che fanno questo mestiere per il piacere della fama, piuttosto che per la passione per la musica, non è stato del tutto negativo. Nel mio caso, all’inizio del lockdown, ero molto stressato, non tanto per via del mio lavoro di Dj, quanto per il lavoro parallelo, cioè quello di promoter: avevo a che fare continuamente con gli umori degli altri (colleghi Dj ed altri promoter). Cercavo di essere più delicato possibile e di accontentare i desideri dei collaboratori. Il lockdown è stato una vacanza da una serie di situazioni che mi avevano portato una certa ansia. 

Lo stereotipo della quotidianità di un Dj, è che stia a casa nel suo studio, aspettando una tefonata mentre sta al computer. E’ così anche per te? Raccontaci una tua giornata “tipo”. 

Sì è uno stereotipo, ma non mi rappresenta per niente. Non sono uno che aspetta le telefonate, perchè arrivano al mio manager che intercede, a parte con gli amici cari coi quali risolvo le questioni personalmente. Durante la giornata leggo i giornali, ascolto la musica che uso nei club, ascolto la musica che amo ed esco. Abito in campagna e mi reco nei piccoli paesini dove incontro gli amici di sempre. Vado al circolo, al bar, faccio 4 chiacchiere. Faccio vita sociale, è una cosa che amo! Ogni tanto si invitano a cena degli amici o si va a casa loro ed è questo che mi piace. Niente di particolarmente scintillante, ma molto vero e piacevole. In realtà è molto scintillante, perchè le risate con gli amici sono il sale della vita. 

E’ risaputo che tu sia un grande appassionato di sport. In particolar modo della bicicletta, sulle montagne dell’Umbria. Quanto si può accostare questa passione, al tuo concetto di libertà? A volte credo che in te, più che una passione, sia un modo per avvicinarti al tuo lato più mistico. 

Negli ultimi tempi mi sono dedicato alla bici, anche se adesso non lo sto facendo, perchè non riesco a farlo con le temperature basse. Sono comunque sempre a contatto con la natura e questo per me si accosta tantissimo al concetto di libertà e certamente è un modo per coltivare e godere di una certa spiritualità. Non sono religioso, ma credo tantissimo nel potere del rapporto mistico con la natura, i colori, gli odori dei boschi, delle strade di campagna e dei paesini arroccati, dei castelli abbandonati. In Umbria siamo fortunati ad averne tantissimi. Dedico molto tempo a godere di questo rapporto con il territorio. 

Qual è la distinzione tra chi intrattiene (ti cito, “nani e ballerine”) e chi fa divulgazione musicale? E’ necessario fare un upgrade culturale all’interno del mondo del clubbing, per garantirgli maggiore credibilità?

Anche chi intrattiene (mi ritengo un intrattenitore), ha bisogno di fare un lavoro di divulgazione musicale di un certo livello. Riguardo alla frase “nani e ballerine” un pò mi pento di averla usata, perchè mi sembra un pò offensiva per la categoria. L’ho usata per definire una certa superficialità in quello che si fa. L’upgrade culturale e la curiosità nel conoscere sono essenziali per qualsiasi mondo.

Perchè la politica è così ostile nei confronti del clubbing?

Perchè non riconosce la valenza culturale che ha e si intende questa attività come un qualcosa legato solo a cose leggere o negative. E sappiamo bene che non rappresenta la verità. Non è mai stato riconosciuto il valore culturale e stilistico che rappresenta il clubbing. Per ragioni a volte logiche e a volte illogiche, siamo stati accostati agli incidenti stradali e agli eccessi del post clubbing. Sta alla politica avere un approccio più obiettivo e sta a noi fare tutto il possibile per dare di noi stessi l’immagine corretta e mostrare il valore che abbiamo.

Se ti dovessi fare un esame di coscienza, cosa avresti approfondito di più, nella tua figura professionale?

Sicuramente le produzioni. Paradossalmente ho uno studio da tanto tempo e anche molto ben organizzato, ma non ci ho mai passato molto tempo. La ragione principale è la mia pigrizia e la seconda ragione è che io mi sento più Dj che produttore, anche se le poche cose che ho fatto, hanno riscosso un certo successo con buone critiche da parte dei clubbers e della critica. Oggigiorno la parte riguardante le produzioni è diventata molto importante, per far girare il nome del Dj e per poter fare serate anche all’estero. Ma è anche vero che uno debba seguire il proprio karma e le proprie attitudini. 

Progetto “La Terra”. Come sta procedendo? So che hai in cantiere anche un paio di pezzi con Majuri. 

Il progetto con la mia etichetta è in stand by, perchè non credo sia il momento adatto per far uscire dischi. Non vedo grandi uscite. Ho in mente di sistemare i brani che ho già inciso, per il mio progetto live che si chiama R.Ha.R.F. (Rhythm Harmony and Repetition of Form) che vorrei far uscire in un cofanetto. Ho diverse produzioni che sono ferme. Con Majuri ne sono già uscite due molto belle che ci hanno dato molta soddisfazione: una è “Lasciami qui” e una è “Esco anche di Lunedì”. Lei è un vulcano dal punto di vista creativo. Ha tantissimi pezzi pronti, tutti molto buoni, vediamo come farli uscire al momento giusto. 

Sei del segno della Vergine ed il tuo 2021 ti chiederà di rimboccarti le maniche, mollare un pò la presa rispetto a certi impegni “superflui” e di riorganizzare le tue competenze, per non essere sempre in “affanno”. Siamo alla fine del 2020, ti disturba assistere ad un “sistema” (di qualsiasi genere: lavorativo, affettivo, familiare) che implode a causa di una scellerata incuria? Pensi reagirai, per ciò che ti riguarda o ti ritieni più fatalista? 

Il 2021 chiederà a me e a tutti di focalizzarsi e di concentrarsi nelle cose che servono e di lasciar perdere certi aspetti che non servono. In questo anno è stato doloroso e mi disturba molto non avere i rapporti che vorrei, con amici e famiglia. Alcuni non li vedo da mesi e mesi. Mi da molto fastidio il fatto che abbiamo assistito alla testimonianza di una gestione scellerata della “cosa pubblica”, specialmente per quanto riguarda alcuni settori fondamentali. Sono state molto trascurate, la sanità e l’istruzione. Ci è capitata una catastrofe, se ci fossimo fatti trovare più organizzati come altri paesi, sarebbe stato meglio. Sono fatalista, penso che le cose che succedono dovevano succedere e tutto ha un senso. Ma nello stesso tempo penso si debba reagire, perchè in tutte le cose che avvengono ci sia molto che riguarda noi stessi e come noi abbiamo affrontato la vita e le cose della vita. Il destino delle persone, dipende dalle persone stesse.  

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