In occasione dell’uscita del suo nuovo album “MIGUEL”, abbiamo incontrato MUDIMBI, cantautore e rapper italiano di origini congolesi. Originario di San Benedetto del Tronto, nel 2018 ha partecipato alla 68esima edizione del Festival di Sanremo tra le “Nuove Proposte”.

Ciao Mudimbi, intanto ti chiedo come stai e cosa stai facendo in questo periodo particolare causa Covid?
“Ma guarda sto bene, sto passando il tempo come il resto dell’anno quindi in casa mettendomi a scrivere. Sono particolarmente ispirato, diciamo che sono delle buone giornate.”
Prima di arrivare al nuovo album voglio chiederti come ti sei appassionato alla musica e come hai capito che quello del cantante e dell’artista sarebbe diventato il tuo mestiere?
“Mi sono affacciato alla musica quando ero adolescente, quando cerchi a tutti i costi il tuo “posto” nel gruppo. Era a costo zero perché inizialmente ti basta scrivere, e poi era un modo per sfogare la mia fantasia. Quindi ho iniziato a scrivere poi ho rodato molto dietro alla consolle alle serate dancehall piuttosto che tecno e se c’era la possibilità di avere in mano un microfono mi buttavo. Sono cresciuto in mezzo a persone con la voglia di ballare. Ho capito he forse potevo farcela quando Radio Deejay ha mandato in onda una mia traccia nel programma Asganaway.”
Sono importanti le radio nella carriera di un arista?
“Possono esserlo ma non sono un passaggio obbligato, c’è chi è arrivato molto in alto ancor prima di raggiungere la radio. In quest’epoca, che è quella di Internet, non credo sia un passaggio obbligato.
2017, per te un anno fondamentale. Firmi con la Warner, apri il concerto di Samuel all’Alcatraz e vieni selezionato tra le nuove proposte del Festival di Sanremo. Come hai vissuto tutto questo?
“Devo dire che è stato un anno molto confuso, mi sono reso conto di non aver avuto sempre cognizione di causa, come si dice nel rap ho seguito molto il flow. E’ successa troppa roba quell’anno, sono passato da un contratto a tempo indeterminato come meccanico ad essere catapultato in questo mondo. Mi sono fatto assorbire e poi ho preso tempo per realizzare tutto quello che stava succedendo.”
Come cambia la vita quando passi da essere una persona “normale” a salire sul palco dell’Ariston?
“Dipende molto da quanto hai, passami il termine, “visualizzato” ciò che volevi ottenere. Lo dico senza presunzione, ma ero consapevole che sarebbe successo. Secondo me se ci credi in una certa maniera non rischi di essere travolto.”
Descrivi con tre aggettivi la tua esperienza sanremese.
“Sanremo per me è stato IMPEGNATIVO, DIVERTENTE E MOTIVANTE e ti dico non mi sarei mai aspettato nessuna di queste tre cose. L’ho sempre visto come festival della canzone italiana che si portava dietro tanto vecchiume. Una vetrina incredibile, credo di aver vissuto la mia serata più bella perché in quel momento sentivo di fare quello che volevo. Una bella cassa di risonanza.”

Nel tuo nuovo album “MIGUEL” ti sei occupato della produzione e dell’arrangiamento sfruttando solo la tua voce, nessuno strumento. Perché questa scelta?
“Sembra strano, ma in realtà l’idea è nata da una serie di scelte obbligate. Volevo fare tutto da solo e che il progetto fosse fedele a come l’avevo pensato, poi non sapendo suonare ho sfruttato l’unico strumento a mia disposizione, la voce appunto.”
Ho ascoltato con attenzione tutto il disco, nello specifico i brani “Je Suis Désolé” e “Ballo”. Nel primo non ti penti di nessuna scelta fatta, giusta o sbagliata che sia, nel secondo, invece, punti ad essere solo meglio di te stesso senza badare agli altri. Sei molto sicuro di te stesso.
“Sono due pensieri che mi sono costruito nel tempo, anche come corazza perché mi hanno aiutato ad andare dritto per la mia strada. Ammetto che non sia sempre facile e quella corazza non è sempre inscalfibile però è un buon reminder da farsi nei momenti in cui ce n’è più bisogno.”
Il brano che ti rappresenta di più?
“Sicuramente “Parlami”. In questo canzone ho affrontato un aspetto di me che non mi sarei mai aspettato di fare cosi di pancia… già nella vita, figuriamoci in un album. Difficile anche da accettare questo brano, ha rappresentato un vero e proprio scossone.”
So che ami le serie tv, tanto che una di queste ha ispirato il tuo pezzo “El Matador”. Quali sono le tue preferite?
“Serie tv preferita BoJack Horseman, l’ho vista tutta tipo 9 volte… adesso sto guardando Vikings, poi ovviamente nella top 3 c’è Breaking Bad. Mi piacciono molto anche le comedy, 30 Rock su tutte. Posso fare a meno del genere Crime, questo si.
Progetti futuri e dove di vede Mudimbi tra 10 anni?
“Voglio fare qualcosa che si distacchi un pò da Miguel, sono nell’ottica di scrivere random e vedere cosa succede. Sperimenterò molto, voglio tornare alle radici di Mudimbi e poi essendo autore per BMG sto scrivendo per altri artisti. Tra dieci anni me lo sto ancora chiedendo, mettiamoci dentro anche un altro Sanremo… magari tra i Big.”