Due icone del pop italiano, due esempi di artiste che ce l’hanno fatta, da ragazze a donne cresciute con i loro fan, nel rispetto di un rapporto che le fa amare da milioni di persone. Il 2021 si apre con il desiderio realizzato di molti, quello di sentirle cantare insieme un brano. Emma e Alessandra Amoroso per la prima volta insieme, sembrava una fantasia che ora è realtà con Pezzo di cuore

La cover di Mi-Tomorrow di venerdì 22 gennaio 2021

Emma, nel momento in cui hai deciso di coinvolgere Ale invitandola a cantare “Pezzo di cuore“, quanta era la consapevolezza di fare qualcosa che andasse oltre la musica? 

Emma: «Totale, perché è proprio il senso di questa canzone, che va oltre un duetto o una collaborazione, è proprio una dichiarazione di intenti, di due donne che hanno avuto un percorso simile ma parallelo, che si sono imposte nella musica, che hanno sacrificato molto di loro stesse, in alcune occasioni hanno dovuto buttare giù bocconi amari e pregiudizi, ma alla fine dei fatti, dopo dieci anni, come direbbe Vasco, “noi siamo ancora qua…e già”.  Questa canzone dimostra che molte cose sono possibili, bisogna crederci fino in fondo, bisogna lavorare tanto, e noi nonostante tutto ce l’abbiamo comunque fatta, siamo qui per dimostrarlo dicendolo per prime a noi stesse urlandocelo in faccia e dicendo che ci vogliamo bene».

 “Ora che abbiamo imparato l’amore” è una frase centrale del brano . In che momento della vostra vista siete accorte di sapere esattamente cosa fosse? 

Ale: «Sicuramente la cosa che entrambe abbiamo imparato, perché ce lo siamo raccontate, ed frutto di una serie di cose che vanno da quelle personali fino alle lavorative , è l’amore per noi stesse adesso. E’ fondamentale perché nel momento stesso in cui inizi ad amare, a comprenderti, a capirti, e non giudicare te stesso, ma soltanto ad accogliere quello che sei, è molto più semplice poi poter stare con la gente, parlare in totale serenità e verità, questo è». 

Emma: «L’ amore è una cosa che bisogna imparare e di cui si deve avere anche una forma di educazione, perché non si nasce educati ad un sentimento così puro, profondo ma anche a volte così complicato, perché a volte l’amore ti può mettere davanti una visione meravigliosa della vita ma a volte l’amore può essere anche distruttivo, e può essere anche un elemento che ti mette quasi in contrapposizione con te stessa. A volte dall’amore che nascono le insicurezze, le debolezze, che si imparano crescendo, amando, rischiando tutti i giorni, perché amare qualcuno o qualcosa è sempre una grandissima sfida. Quando ami veramente qualcuno, ti metti nelle sue mani completamente e a volte rischi di cadere e non avere il paracadute di sicurezza, però adesso siamo due donne più consapevoli, più mature e sicuramente, come dice Alessandra, l’amore per noi stesse è stata una chiave fondamentale. Molto speso ci ha messo davanti a critiche, giudizi a volte un po’ cattivi, un po’ troppo magari pretestuosi, pungenti e anche li ci siamo sentite a volte mortificate, a volte ci siamo sentite inadeguate, non all’altezza, quindi viviamo esiamo sempre vissute in una bolla meravigliosa, che è quella della musica, che è anche un’arma a doppio taglio perché a volte proprio la musica ci ha messo difronte a farci anche più domande del dovuto e a mortificarci più del dovuto a volte».

Eravate abituate e a passare da uno studio di registrazione, ad un palco, da uno shooting, ad una ospitata? Quanto vi è servito il lockdown per conoscere meglio voi stesse, e in cosa pensate di essere migliorate?

Ale: «Soprattutto il primo che mi ha tenuto, come tante persone,totalmente lontana dagli affetti, in totale solitudine, e io non sono mai stata abituata a stare da sola. Vengo comunque da una famiglia numerosa, abituata a stare con tanta gente, e quel periodo non lo dimenticherò mai. Mi ha aiutato veramente a dare le giuste priorità alle cose e probabilmente proprio da li io ho compreso quanto è importante l’amore per se stessi, quanto è importante un abbraccio, quanto è importante un bacio, quanto sono importanti le persone. E stato molto complicato però ad oggi mi sento di dire che ne sono uscita vincente perché in realtà adesso cerco proprio quel mio momento di solitudine che è tutto dedicato solamente a me, al mio pensare, al poter progettare e non ho più paura del buio, riesco anche a stare al buio, nel senso che ho sempre avuto tanta paura anche da piccolina, invece li mi sono trovata a stare con queste due persone proprio come coinquiline, ho avuto il buio e la solitudine che mi prendevano a braccetto e sinceramente mi sento molto fortificata rispetto a questo».

Emma: «Da una parte ero completamente estraniata e mi sembrava di vivere in una bolla sospesa, quando guardavo il telegiornale mi sembrava di vivere una vita che non era la mia, pensando che non stesse succedendo a me, a noi.  Per scelta sono voluta rimanere a Roma, sempre per la questione di dare un esempio, anche se legalmente avrei potuto tornare dalla mia famiglia, invece ho detto “no”, voglio rimanere dalla parte di tutti quei ragazzi che non possono farlo e quindi sono rimasta a casa. Ero mortificata e dispiaciuta per chi veramente a livello economico ha subito questo Lockdown, e continua a subirlo, in maniera pesante. Dall’altra parte forse egoisticamente avevo bisogno di quel tempo, anche perché arrivavo da una situazione privata personale problematica, non ero stata bene ma non mi ero mai fermata, lavorando ancora con i punti addosso. Forse quello era stato anche un modo aggressivo per non pensare, quei mesi forzati mi sono serviti a mettermi una mano sulla coscienza ed affrontare, accettare e guarire perché mi sono presa cura di me , stessa senza l’obbligo di mostrare agli altri sul lavoro che va tutto bene, che ero bella, truccata e pettinata, lasciandomi andare anche un po’ a questa vita selvaggia».

La vita ci pone di fronte a scelte e sacrifici necessari per raggiungere gli obiettivi che desideriamo. Il vostro più grande sacrificio qual’é stato?

Ale: «Sicuramente ricordo in maniera molto nitida e limpida quando iniziai a fare questo lavoro, ero una commessa, lavoravo in un negozio di abbigliamento, quindi la mia vita era abbastanza uguale, candita da orari di apertura, chiusura e soprattuto da famiglia, da amicizie. Uscita da Amici, a ventidue anni, mi sono sentita in un frullatore forza dieci, e facevo fatica a gestire critiche, giudizi, e situazioni senza la mia famiglia accanto. Li mi sono detta “ok, qua Ale no è tutto oro quello che luccica, ce lo siamo dette? lo stiamo vivendo, e ricordati che questa cosa l’hai sempre desiderata perché è il lavoro più bello del mondo”».

Emma: «Il sacrificio più grande ad oggi credo che sia il distacco da mio fratello. I genitori ti mettono al mondo e poi tu vai per la tua strada perché la vita è la tua. Sono andata via di casa perché volevo andare via di casa, volevo vedere il mondo, viaggiare, vivere in una grande città, espirare l’ansia del traffico, a metropoli e l’unica cosa che,continua adesso ad essere il mio tallone d’Achille, è mio fratello. I fratelli non te li scegli, non è detto che per forza ci debba essere un’unione quasi gemellare anche se siamo distanti di tre anni e mezzo, e invece io con mio fratello avevo il mio equilibrio, la mia vita, facevamo tante cose insieme, siamo rimasti a dormire insieme fino all’ultimo giorno prima che partissi per Amici . Il momento della sera per me era importante, perché tornavamo a casa, molto spesso se non uscivamo insieme, ed era il momento del racconto “cos’hai fatto? guarda è successo quello” quindi io devo dire che la mancanza, il sacrificio grande che sto facendo per la musica è non vivermi mio fratello tutti i giorni perché, io lo dico sempre, Checco è la parte più bella di me, è l’altra metà del cuore».

Nella musica il tempo molto spesso è più importante della melodia , nella vita quasi sempre fa arrivare le cose giuste al momento giusto. Nell’arco di questi 10 anni c’è stato un altro “tempo” in cui siete state molto vicine per un altra “Pezzo di cuore”’ ? 

Ale: «Ci sono stati tanti momenti di vicinanza artistica ma il momento è arrivato adesso, perché adesso abbiamo messo un punto alla nostra carriera, abbiamo fatto il giro di boa, siamo anche più serene, più consapevoli di noi stesse e il fatto che sia nato da un desiderio, da una necessità reale, e non da due discografiche che si mettono d’accordo, piuttosto che dare retta alle richieste incessanti del pubblico, che sia nato davvero da una necessità personale nostra, allora forse è questo il momento giusto».

Se potessi, quale caratteristica ti piacerebbe poter “rubare” al tuo altro “Pezzo di cuore”?

Ale: «A me piace moltissimo questo suo modo di dire le cose e di atterrare proprio la persona che si ha di fronte nel momento in cui dice delle cose poco carine in una maniera severa ma giusta, mi piace questo suo modo che ha molto fermo, severo però giusto».

Emma: «Io vado dritta, gli addominali scolpiti, e le braccia magre e muscolose. Lei è una fisicata pazzesca, ha questa energia allo stato puro mentre io arrivo ad una certa ora che sarò sfatta. E come se tu stai tutto il giorno con un bambino di quattro anni, che corrono, saltano, parlano, urlano, giocano, incredibile».

Per altre curiosità, qui trovate la puntata di Calling con EMMA e ALESSANDRA AMOROSO, disponibile anche sul nostro canale YouTube.