Ornella Vanoni, quando mi sono fermato a leggere il titolo del suo nuovo album “Unica” prima ancora di averlo sentito ho pensato che titolo migliore e non potesse essere scelto . Il suo stile interpretativo è “unico” , è l’ unica donna e il primo artista in assoluto ad aver vinto due Premi Tenco e l’unica cantante italiana ad aver ottenuto questo riconoscimento come cantautrice .

Ornella Vanoni, il suo stile interpretativo è unico. E’ il primo artista in assoluto ad aver vito il premio Tenco. Ogni tanto nelle sue giornate milanesi le capita di ripensare a quante cose belle ha fatto per la gente, grazie alla sua musica?
<< Quando gli anni incominciano a passare, usi di più la memoria. Ho recitato e cantato di tutto. Il mio sogno sarebbe stato far parte di un gruppo, cosa che non è successa, perchè la mia partenza è stata troppo diversa. Mi diverto di più con i jazzisti che con i “popisti”, perchè si è più liberi, visto che è tutta improvvisazione. Feci anche un disco Jazz in America con Herbie Hancock, George Benson e Gil Evans, ma non venne molto bene da parte mia, perchè mi portarono a cantare talmente tanto, che mi venne una specie di fuoco di Sant’Antonio dietro al collo>>
Parliamo di “Unica”, il suo nuovo album, dodici tracce create insieme ad un team di grandi professionisti. Possiamo dire che Adele di Palma ha fatto bene a proporle questo disco?
<< É stata bravissima, perché se lei non me lo avesse proposto, io stavo veramente pensando di tornare a teatro, perché bisogna rinnovarsi. Mauro Pagani e Fabio Ilacqua sono geniali.>>
Com’è stata la genesi di “Isole Viaggianti”, questo brano scritto con Fabio Ilacqua?
<< L’ha scritta Fabio. E’ interessante quando dice “Noi che siamo isole viaggianti, sempre in cerca di sentieri secondari”. I sentirei secondari sono quelli che ti fanno uscire da uno schema fisso, mentre sulla strada maestra può non cambiare mai niente >>
E cosa cambierebbe della società di oggi?
<< Cambierei proprio la società, così superficiale. Come dice Guccini “L’uomo dimentica e non ha memoria”. Tornare indietro non credo che sia possibile, solo per i grandi ricchi. Ci siamo dimenticati completamente della gente media, per non parlare dei poveri veri, dei giovani e delle donne. Buzzati dice “Io sento che lui mi picchia per la sua disperazione nel mio cuore”. E’ un mondo che non mi piace. Mi piacerebbe andare a vivere al mare, con il telefono fisso >>
Com’è stato collaborare con Carmen Consoli?
<< Con lei abbiamo solo parlato, non l’ho vista perché c’era ancora il Covid, poi doveva fare il disco e quando mi è arrivata la canzone, l’ho trovata criptica, ma molto bella, molto interessante >>
E’ stato semplice lavorare con Virginia Raffaele?
<< Siamo amiche, ci divertiamo. E’ piena di talento, può fare mille cose e ogni cosa che fa la fa bene. Viene dal circo e anche se non faceva l’acrobata, ha imparato tante cose. E’ una ragazza molto buona, vuole comprare la casa per i genitori, vicino a lei. Quando hanno disfatto il circo che era fisso, hanno perso praticamente tutto >>
“Sembra di vetro la tua anima e crea un arcobaleno se il sole esagera”. “Arcobaleno” è una canzone scritta da Giuliano Sangiorgi, un artista che aveva già scritto per altre artiste e sappiamo fosse molto contento di poter sentire la sua voce in un pezzo scritto da lui. Che sensazione ha provato nel cantare questa canzone? Possiamo dire che a tratti è un po’ cruda e anche malinconica?
<< Ho quasi pianto in quella canzone. Gli ho scritto “Senti terrone…” essendo terrone e focoso! Me lo immagino proprio un uomo del sud, mentre dice “Mia madre sogna l’America” perché è vero, il tempo rotola, ma prima o poi ce la metterò tutta per portarla nel posto dei suoi sogni. E’ una bella canzone. Lui non ha potuto cantarla, perché non ci riusciva a livello emotivo, forse per via del fatto che stesse perdendo un amico o qualcuno di caro. Mi ricorda un po’ una canzone di Giorgio Conte, “La discesa e poi il mare” che dice “Mio padre pensa al suo lavoro, il suo unico ristoro” e quello me lo ha ricordato. E’ bello quel pezzo, mi piace >>
E’’ veramente un viaggio l’ascolto di questo album. “Nuda sull’erba” all’inizio mi ha ricordato “Fragile” di Sting.
<< Si, è vero, ho dato io lo spunto a Fabio. Perché faccio la pipì sull’erba se posso, non vado in bagno e allora è nata questa canzone >>
Di Gabbani con cui ha scritto questa canzone insieme a Pacifico “Un sorriso dentro al pianto” che ci dice? Sappiamo che le è particolarmente simpatico
<< Lo trovo buffissimo Gabbani, quando parlo con lui, l’accento che lui ha, già comincio a ridere. Mi mette il buon umore, è carino >>
Gli artisti con cui ha collaborato arrivano da una tradizione pop/rock, almeno in questo album, con lei che è amante del jazz americano, potrebbe essere un bel mix da portare in concerto, ci ha pensato?
<< Sai mi hai dato un’idea, fare un’isola dove c’è il pop e un’isola dove c’è il jazz e tu passi da una all’altra. Ci vorrebbe uno sponsor. La speranza è molto cattolica, è molto cristiana, la speranza c’è sempre, però capiamo anche che questa speranza va verso un mondo molto difficile, sarà sempre un mondo più difficile. Fare un figlio oggi è un gesto di grandissima fede nell’essere umano >>