
Adonà Mamo è un cantante lirico italiano uomo con una particolare vocalità da soprano.
Nella sua carriera è stato anche ballerino ed ha lavorato per diversi musical. Lo abbiamo visto più volte anche in televisione, dove Adonà ha saputo deliziarci con la sua voce, che sia a Tale e Quale dove ha imitato in maniera perfetta Maria Callas o all’Edicola Fiore di Fiorello dove è stato ospite fisso.
Il nome Adonà è un’abbreviazione scherzosa del suo vero nome, Adonai.
Abbiamo raggiunto Adonà al telefono per parlarci della sua carriera e delle sue esperienze.
Ciao Adonà! E’ un piacere sentirti. Iniziamo con una domanda di rito: come va la vita da artista in questo periodo di zone colorate?
Abbastanza bene, mi alleno, studio al pianoforte, scrivo, cerco di non arrendermi mai alla situazione.
Com’è nata la tua passione per la musica?
E’ stata presente sin da bambino. Ho sempre amato cantare ma quando ero piccolo, sentendomi cantare con questa voce acuta e femminile, tutti pensavano fosse un periodo e che sarebbe passato in fretta con la pubertà. Mi consigliavano anche di lasciar perdere, all’epoca non si dava molta attenzione ai talenti. Così iniziai a dedicarmi alla danza e a farmi un percorso come ballerino classico. Poi un giorno nel 2002, quando ricorrevano i 25 anni della morte di Maria Callas, trovai in edicola un CD che ne esaltava la vita e la carriera. Lo comprai e ne rimasi folgorato, da quel momento mi appassionai totalmente e diedi libero sfogo alla mia voce che era stata a lungo sopita e criticata.
Avresti mai immaginato di ottenere tutto il successo che stai avendo?
Io ho sempre puntato nella mia vita ad essere felice, tutto il resto è secondario. Certo, io mi son sempre dato da fare, sono convinto che la fortuna non ti viene a bussare alla porta, se non sei tu il primo ad impegnarti non otterrai mai niente. Ho avuto la fortuna ad un certo punto di rendermi conto del mio dono e lavorare per poterlo utilizzare al meglio, se non lo avessi accettato avrei per forza dovuto lasciar perdere.
Quale delle tante cose che fai tra lirica, danza, musical e teatro, trovi sia più rappresentativo di quello che sei?
Un po’ tutto contribuisce a definire la mia essenza, un’artista deve essere poliedrico ma anche studiare sempre perchè non si finisce mai di imparare cose nuove. Io punto ad arrivare ad un pubblico sempre più vasto, tentare una comunicazione più allargata piuttosto che la fama. Ho fatto tantissime cose diverse tra cui programmi televisivi, opere teatrali, premi internazionali. Io amo quello che faccio e questo mio amore voglio che lo veda più gente possibile. In questi anni di carriera ho costruito il pavimento e spero in un futuro di riuscire pian piano di costruirci il castello sopra.
A cosa punti quindi nel tuo futuro?
Riuscire a “rompere” il sistema discografico. Trovare un produttore, o esserlo io stesso, ed arrivare ai giovani attraverso i dischi. La pandemia ha messo in ginocchio anche i teatri ed impedisce di fare nuovi spettacoli quindi può essere importante, attraverso la discografia, aprirsi delle nuove possibilità per potere quindi raggiungere il pubblico.
Parlando di discografia, ultimamente abbiamo visto come la lirica sia ormai diventato un mondo sdoganato nel cosiddetto mainstream con artisti come Il Volo, Lorenzo Licitra, Alberto Urso e vari partecipanti ai talent. Cosa pensi di questo fenomeno? Ai giovani interessa davvero il mondo della lirica?
E’ importante trovare un compromesso. Ovviamente, per il discorso fatto prima, se domani venisse Maria De Filippi e mi chiedesse di partecipare io non direi di no, perchè ovviamente potrei raggiungere un pubblico molto più vasto. Spesso però questi meccanismi non sono l’eccellenza ma sono dei mezzi per riuscire a raggiungere qualcosa. L’iter artistico è qualcosa di diverso, prendere la scia dei talent può comunque giovare ad un artista però bisogna anche mettere in chiaro che questo mondo spesso non sensibilizza il talento. Dovrebbero più concentrarsi a valorizzare le specifiche di ciascuno. Questo ovviamente precisando la grande bravura dei singoli che non è messa in dubbio.
Se dovessi descriverti con degli aggettivi quali useresti?
Una persona con tanta forza (derivata dalla sua arte), leale, sempre sè stesso, ma anche molto pignolo. Sono una persona che vive delle proprie emozioni.
In questo periodo è al centro dei dibattiti la polemica sul fare o meno il festival di Sanremo senza pubblico. Quanto conta il pubblico in uno spettacolo? E’ essenziale?
Il pubblico per noi artisti è importantissimo. La pandemia, purtroppo, ha messo in discussione tutto il sistema della musica e degli spettacoli. Se Sanremo è proprio impossibile da realizzare col pubblico piuttosto non facciamolo e aspettiamo il prossimo anno che saremo tutti vaccinati. Si vociferava anche di mettere le basi registrate e non usare l’orchestra. E’ una situazione molto strana e molto complicata, le case discografiche stesse dovrebbero sensibilizzarsi in questo periodo di pandemia, tutti abbiam fatto dei sacrifici.
Cosa ascolti di solito? Cosa ti ispira?
Ascolto di tutto, dal rap al pop passando per il metal. Attingo da qualsiasi cosa perchè voglio creare uno stile tutto mio, ho la passione per la musica nella sua interezza e non solo per la lirica, dalla musica spagnola a Gabriella Ferri. Sarebbe interessantissimo che qualcuno unisse la lirica alla trap, potrebbe venire una cosa bellissima. Purtroppo però c’è ancora troppa chiusura mentale per fare questi rischi.
Quali sono i tuoi progetti futuri nell’immediato?
Sicuramente promuovere la mia versione di “Casta Diva”, realizzata ed arrangiata da Giuseppe Guarrera e Valerio Giappulla, insieme a musicisti sparsi per tutta Italia, che ha un messaggio molto importante, un senso di ribellione, la libertà di essere se stessi al 100% e quindi spero arrivi a più gente possibile. Poi ho in mente un musical sulla vita di Farinelli, il più famoso cantante lirico castrato del ‘700. Un musical originale, con musiche moderne ma con una scenografia barocca. Ho anche realizzato un musical chiamato Diva su un ragazzo che diventa la più famosa cantante lirica del mondo e tutti cercano la diva salvo scoprire che poi era lui. I progetti sono tanti perchè, soprattutto in questo periodo, si scrive tanto e li si mette lì, pronti per essere realizzati. Alcuni mi dicono che discograficamente sono superfluo perchè c’è già la Callas e non saprebbero dove mettermi, ma la musica non è finita, io non voglio sostituirmi a nessuno.
Hai qualche serie TV da consigliare ai nostri lettori, magari che hai guardato durante questa pandemia?
Ho guardato tutto Bridgerton, che mi è piaciuto anche per la sua morale, soprattutto perchè sono una persona molto passionale. Poi in questo periodo ho visto anche tantissimi documentari musicali e concerti su Sky, oltre ad aver spolpato il catalogo Netflix!
Grazie di tutto Adonà, e che tu possa avere un futuro ricco e realizzare i tuoi sogni!