Disponibile dallo scorso 22 gennaio il nuovo singolo dei Sierra, intitolato “Mezze lune“. Un brano che fa ballare e riflettere in perfetta sintonia.

Da quali intuizioni e ispirazioni è nata “Mezze lune”?
«”Mezze lune” nasce come un esperimento che volevamo fare da tanto tempo, inserendo strumenti un pochino più sintetici, con la voglia di comunicare un messaggio diverso. Dare la possibilità alla gente, in un momento di completo sbando psicologico, di ballare dentro casa ma, al tempo stesso, di far riflettere. Un connubio che cerchiamo di mantenere all’interno di tutte le nostre canzoni».
Rispetto ai vostri precedenti singoli, la considerate più un’evoluzione o una continuazione del vostro percorso?
«Una continuazione, perchè non ci siamo allontanati troppo da quello che avevamo proposto anche con “Enfasi”. Stiamo cercando di farci comprendere, per unire i puntini e creare una linea, che può diventare retta o storta a seconda del giro che fai. Con “Mezze lune” il nostro obiettivo è quello di dare una continuità a ciò che ci ha contraddistinto, per proseguire il viaggio facendoci capire fino in fondo».
Quali sono gli elementi e le caratteristiche che vi rendono più orgogliosi di questo brano?
«L’utilizzo della chitarra sicuramente diverso rispetto a prima, che varia dalla prima alla seconda strofa, per donare una connotazione più pop alla struttura del pezzo. Questo ci rende particolarmente orgogliosi rispetto al resto, perchè sono sempre le strutture che, secondo noi, devono emergere. E’ un brano che di base è cambiato molto rispetto alla sua bozza iniziale, ha avuto un percorso un po’ travagliato, per cui siamo felici del risultato finale».
Quali sensazioni e quali riflessioni vi piacerebbe riuscire a trasmettere, in un momento storico così complicato, a chi ascolterà “Mezze lune”?
«Speriamo che gli ascoltatori possano veramente apprezzare più una poetica all’interno di strumentali pop, pur non essendo Boccaccio e Dante, cerchiamo di riportare i nostri pensieri più profondi. Ci auguriamo che la gente si faccia le domande giuste, mentre balla però. Testa e corpo devo muoversi in sincronia».
A proposito di insegnamenti, c’è una particolare lezione che sentite di aver imparato dalla musica fino ad oggi?
«No, c’è sempre da imparare, la musica non è un viaggio che finisce, non c’è un diploma o una laurea da prendere, si cresce e si studia di continuo. Forse la lezione è proprio questa, che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare!».

© foto di Marco Cignitti