Tra le canzoni della scorsa estate, una in modo particolare si è contraddistinta per il sound che ormai li rappresenta, e che richiama gli anni ’80. I The Kolors dopo il successo di “Non è Vero” tornano con un nuovo singolo da titolo “MAL DI GOLA”.

In questo periodo siete stati in studio a lavorare molto. Quali sono stati i criteri per scegliere “Mal di Gola”?

“Abbiamo approfittato di questa pausa per buttare giù idee e lavorare a quante più canzoni potevamo. “Mal di gola” è un nuovo inizio nel nostro percorso sonoro, non solo discografico ma proprio in termini di produzione musicale perché è partito proprio in un modo naturale. Verso fine agosto ho mandato il brano a Jacopo Pesce (A&R Island Records) e mi ha detto che era un potenziale singolo. Poi in costiera, nel riascoltarla in macchina con Giulia, mi son detto che era una traccia assolutamente da sviluppare e ora siamo qui a parlarne.”

Calcolando che siete del segno del cancro, del leone e il terzo è del capricorno, si tratta di una storia d’amore personale, di un racconto di fantasia o di vita quotidiana?

“Il riferimento al passaggio “Io toro e tu scorpione” nasce da dinamiche di discorsi che a volte si fanno in una coppia ed è la base del testo di “Mal di Gola”. Spesso si pensa che certe azioni derivino dalle caratteristiche dei segni, ecco mi è piaciuto giocare su questa nuova logica di relazioni, figlia della nostra generazione. Le relazioni non sempre sono perfette e spesso si dice: “Ma tu hai detto questo perché sei scorpione, perché tu sei sagittario”… è come giocare su quella postura che si assume quando, spesso in questo contesto storico, si associa un atteggiamento al periodo in cui sei nato, cioè al segno zodiacale.”

Oggi sono di tendenza suoni più urban rispetto ai vostri legati agli anni ’70/80. E’ una scelta fatta per essere originali e diversi dagli altri?

“Troppi ragionamenti, non è ne una ricerca sfrenata dell’essere diversi ne contro tendenza, è semplicemente il giusto suono per raccontare quello che abbiamo dentro. E’ la forza del nostro messaggio, per qualcuno può essere un punto a nostro sfavore, ma per essere credibili e continuare nel nostro percorso era giusto fosse cosi, senza strizzare l’occhio ai suoni che vanno in base alle stagioni. L’obiettivo è avere un’identità sonora e artistica, ciò per cui mi batto da ormai più di dieci anni con i The Kolors.

Siete giovani ma avete già fatto quello che altri non riusciranno mai a fare in un’intera carriera: gavetta, il successo in un grande talent e Sanremo. Quanto è importante avere idee in ambito musicale?

“E’ fondamentale avere le idee chiare, la più grande debolezza è essere incerti nel modo di comunicare. Sapere realmente quello che si vuole è la chiave di qualsiasi tipo di successo, non solo artistico.”

Capitolo Festival di Sanremo, che voi conoscete molto bene e che quest’anno sarà diverso rispetto agli anni passati. E’ giusto farlo? Come te lo aspetti?

“Sanremo non significa solo la settimana in televisione, significa tanto lavoro non solo per gli artisti che lo fanno ma anche per i fonici, i backliner, le agenzie… è una macchina talmente grande che non riesci a rendertene conto basandoti solo sullo share. Per me è giusto che si faccia per una questione di rispetto nei confronti del Festival; è una delle poche cose che abbiamo in Italia, che durano nella storia e che hanno valenza internazionale. Non faro sarebbe una sconfitta, non vorrei mai trovarmi nei panni di chi deve prendere questa decisione.”

Hai preso coscienza del fatto di essere diventato padre?

“É passato poco più di un mese, coscienza al cento percento non lo so, ma di una cosa sono certo, questo è l’amore che ho sempre sognato. Questo tipo di amore io l’ho scoperto con Grace, altri magari lo scoprono in altri modi. Le mie priorità sono cambiate e ora tutte le mie decisioni artistiche e umane diventano ancora più importanti e soprattutto sono da proteggere.”