È finalmente possibile acquistare la versione fisica del disco di SANTACHIARA, SETTE PEZZI – FRAMMENTI. L’album contiene 7 brani più due inediti, “Taboo” e “Carmela”. Il primo unisce l’essere a ciò che vorrebbe e non vorrebbe diventare, il secondo è un omaggio a Napoli, città che lo ha accolto facendolo sentire subito a casa.

Sei soddisfatto di “SETTE PEZZI – FRAMMENTI”? Si tratta del tuo primo album.

“Super soddisfatto, anche perché siamo andati ben oltre le aspettative. E’ stato il premio per il lavoro e la fiducia che ci siamo dati con tutto il team che è sempre stato al mio fianco. Speriamo sia solo il primo passo di una lunga passeggiata, mettiamola cosi.”

Che significa ha per te questo progetto discografico? Quali sono le sensazioni?

“Senza dubbio è solo l’inizio, cerco di metabolizzare le cose con calma anche perché i veri festeggiamenti ci sono stati quando è partito il progetto. Ora siamo già focalizzati su nuovi lavori, anche perché non voglio restare fermo e annoiarmi. E’ tutto work in progress.”

Stiamo vivendo in un periodo storico davvero complicato a causa del Covid. Quanto questo ha segnato il tuo esordio?

“Pensa che proprio per questo avevamo dato un soprannome al progetto… STRATEGIE KILLER… proprio perché rappresentava un azzardo, però se alla fine le cose le fai col cuore vanno sempre bene. Sono riuscito a trovare la mia ispirazione per produrre, poi se le persone si identificano nelle mie canzoni pensando magari al periodo pre Covid o al futuro, quando le cose si spera torneranno alla normalità”

Un titolo e un numero di brani che riporta al numero 7, perché è così importante per te?

“Il sette è un numero che torna sempre nella nostra cultura occidentale, che ha molta potenza. Nel mio album, essendo i pezzi diversi l’uno dall’altro con mood ed emozioni differenti, punto molto sulla ciclicità cioè termino un brano e quello successivo deve venire da se. I sette giorni della settimana che si ripeto, ma ogni giorno ha delle caratteristiche ben precise, quindi è un progetto pensato in maniera ben precisa. Titolo dell’album oltretutto che è venuto cosi, l’abbiamo tirato fuori facendoci quattro risate ma anche questo è voluto: ci sono le doppie, poi sto molto attento alla scrittura… insomma ha tanti significati.

“Carmela” è un brano nel quale omaggi la città di Napoli. Cosa rappresenta per te e quanto ti porti dietro anche dalle altre città nelle quali hai vissuto?

“Io sono nato ad Alberobello, ma poi da quando andavo alle elementari sono cresciuto a Spoleto che è la città che m’ha dato la gavetta, il mio accento… una volta a Napoli mi sono sentito accolto come farebbe una mamma, o una donna che ami… per questo il titolo è “Carmela”, nome molto napoletano. La mia musica e vita è cambiata molto da quando sono qua, ho acquisito una mia autonomia. Napoli per me è una persona che mi ha aiutato e fatto crescere.”

Il brano al quale sei più legato?

“Forse Quindi… perché è il primo che ho scritto qua a Napoli… e che poi ha segnato lo stacco ta quello che ero prima a livello musicale, ovvero che rappavo… e ciò che invece sono ora. E’ la mia prima canzone melodica.

Esempi musicali ai quali ti sei ispirato e che ti hanno fatto capire appieno che questo era il mestiere che volevi fare o comunque la strada che volevi intraprendere.

“Fabri Fibra, Salmo… tutta la Machete poi col tempo mi sono appassionato alla trap quindi Sfera Ebbasta all’inizio. Diciamo che poi i miei riferimenti sono molto oltreoceano… tanta america con XXXTENTACION, Mac Miller… apprezzo anche la musica francese.”