Con un’intima ballata sulla bellezza delle proprie fragilità, Federica Carta torna in radio con Mostro (Island Records/Universal Music Italia), il nuovo singolo disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire da venerdì 19 febbraio. In quest’ultimo brano la cantautrice romana si racconta incitando chi ascolta a liberarsi delle voci che, nei momenti bui, possono annebbiare l’immagine che abbiamo di noi stessi.

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Mostro è un titolo forte: dare un nome a questo malessere ti ha aiutato?

«Ho raccontato a Riccardo Scirè e Galeffi tutto quello che volevo esprimesse il pezzo con la consapevolezza di voler parlare di qualcosa di importante: è partito tutto dalla parola “mostro”, forte, ma necessaria per far emergere sincerità e trasparenza del testo. I social, ormai, ci mettono in testa delle idee di bellezza che non sono verità, non penso solo all’aspetto fisico, ma anche interiore. Per piacere agli altri, bisogna piacersi per prima».

Quali voci interiori hai dovuto combattere in questo periodo?

«Come per tanti, il 2020 non è stato un anno facile, l’ho passato cercando di piacermi di più. Nel videoclip sono circondata da tanti piccoli frammenti di specchi appesi proprio per rappresentare quelle voci, tante, che ho affrontato per ritrovare me stessa. Il supporto di chi mi è stato accanto mi ha aiutato, non avrei potuto affrontare tutto senza l’appoggio della mia famiglia. Ho lavorato molto per mettere a tacere i giudizi provenienti dall’esterno, dai social».

Di quali giudizi sei stata vittima?

«Molti hanno giocato con le mie insicurezze – e sono quelli che più mi hanno ferito – sul mio peso e sui miei canoni estetici: molti mi scrivevano che se fossi dimagrita sarei stata più bella, oppure che se avessi cantato meglio le mie canzoni sarebbero state più ascoltabili. All’inizio ci rimanevo male, ma poi ho capito che la musica e il mio benessere erano le uniche cose fondamentali della mia vita».

E poi?

«Ne sono uscita più forte anche se il percorso non è facile. Molti non riescono a superare il peso del giudizio esterno, lo capisco perché sin da bambina ho sempre avuto paura di liberare le mie emozioni. A scuola mi schieravo dalla parte dei deboli, già capivo che il primo che insultava era anche il primo degli insicuri».

Un percorso introspettivo che parte da Bella cosìcon Chadia Rodriguez.

«Ci insegnano ad essere sempre belle e a posto, ma non serve a niente nascondersi dietro la perfezione. Grazie a questo brano ho conosciuto tante ragazze con una storia molto simile alla mia, a loro e a tutte dico di credere di più in sé stesse. È tanto semplice quanto vero».

Anche per la “Generazione Z” di cui fai parte?

«Sentire parlare di temi così importanti da una voce amica, più vicina alla propria età, senza dubbio può aiutare a sentirsi più sicuri. Mi sento fortunata ad avere la possibilità di aiutare chi è in difficoltà, anche se non mi sento di dare consigli vista la mia poca esperienza. Basta ricordare di avere più consapevolezza nei propri mezzi».

C’è qualcosa che rimproveri a quelli della tua età?

«Come utilizzano i social. Non possiamo farne a meno, è vero, sono la nostra attualità. Che sia per lavoro o per svago ci passiamo molto tempo, ma tutto dovrebbe essere utilizzato con intelligenza. Sogno un mondo in cui tutti abbiano un obiettivo, una strada da seguire con passione. Tutti noi abbiamo un talento da scoprire prima o poi, bisogna coltivarlo con tenacia e costanza, i risultati arriveranno».

Milena Sicuro

Videoclip ufficiale di Mostro