Intervista al cantautore pugliese Gaudiano, per parlare della sua partecipazione a Sanremo 2021, categoria Nuove Proposte, con il brano “Polvere da sparo”

Non manca molto al tuo debutto sul palco dell’Ariston, come siamo messi ad adrenalina?
«L’adrenalina arriva un attimo prima dell’esibizione, sono una persona abbastanza razionale, vivo la mia emotività gestendola quasi dall’esterno. Sono abbastanza preparato sotto questo punto di vista, però l’adrenalina può fare brutti scherzi un attimo prima di cantare, quando subentra la consapevolezza del prestigio di un palco del genere. Spero in quel momento di dimenticarmelo, poiché le cose vadano al meglio».
Come stanno procedendo le prove?
«Molto bene, il Maestro Valeriano Chiaravalle ha realizzato insieme a Francesco Cataldo gli arrangiamenti orchestrali del brano. Sono molto contento, perchè mi sono reso conto dell’impatto e della magia di sessantacinque elementi a supporto della mia voce. L’emozione non è mancata».
Come si fa a non lasciarsi sopraffare troppo dall’emozione, a mantenere la giusta concentrazione con un brano così emotivamente impegnativo?
«E’ difficile, perchè porto sul palco una mia storia assolutamente personale. Cerco di restare estremamente connesso con il testo della canzone, pensando bene a quello che dico resto concentrato sulle immagini che mi hanno portato a scrivere questa canzone. L’interpretazione si costruisce su una base molto solida, probabilmente è questo il segreto per mantenere i nervi saldi, non lasciarsi sopraffare dalle emozioni ma viverle».
Dal punto di vista musicale, ho trovato molto interessanti le sonorità. Come siete arrivati a questo tipo di sound?
«Con Francesco Cataldo ci siamo lasciati influenzare da sonorità orientaleggianti, in quanto avevamo bisogno di un ambiente più fresco, che non andasse a sottolineare la drammaticità del brano».
Hai seguito il Festival nel corso degli anni?
«Assolutamente sì, l’ho sempre seguito con attenzione sin da piccolo. Sanremo era un momento di aggregazione in casa, la canzone che ricordo con più affetto è “Mentre tutto scorre” dei Negramaro. Anche loro sono partiti dalle Nuove Proposte nel 2005, nonostante siano stati eliminati dopo la prima esibizione, hanno ottenuto un successo incredibile. Spero che sia di buon auspicio anche per me».
Mai come quest’anno il filo sottile tra giovani e big sarà molto sottile. Tra i cantanti in gara nella categoria Campioni, chi apprezzi in modo particolare?
«Credo che Amadeus e la commissione artistica siano stati in grado di orientare il Festival verso una generale e trasversale idea di nuova proposta della musica. Sono contentissimo di far parte di questo cast, in cui c’è tanta attenzione alla discografia di oggi, non si è agito con il paraocchi puntando sull’aspetto più tradizionalista di Sanremo. Non vedo l’ora di conoscere artisti del calibro di Max Gazzè, per me è un’entità superiore, un cantautore e musicista in grado di arrivare al cuore delle persone utilizzando la musica in maniera competente».
Ti sei trasferito da Foggia a Milano, come ti trovi qui?
«Benissimo, Milano è piana di pugliesi, non ho fatto fatica ad integrarmi. E’ una città che sento mia, come se fosse una seconda casa. Di contro la mia Foggia resta nel cuore, il luogo dove trattengo le mie amicizie più longeve, il rapporto con la mia famiglia. Ho deciso di trasferirmi per orientarmi di più sul mio progetto personale, la canzone è stata scritta proprio in quel momento lì, infatti nella seconda strafa dico: “voglio scappare a Milano”. Il desiderio era quello di trovare il mio spazio».
Quali sono gli elementi e le caratteristiche che ti rendono orgoglioso di “Polvere da sparo”?
«Essere riuscito a mettere dentro al suo interno, dalle emozioni ai rimpianti, nel raccontare il rapporto con una delle persone più importanti della mia vita: mio padre. Non era facile mettere insieme le parole, fondamentalmente è come se le avessi trovate già lì, forse il mio compito è stato solo quello di metterle in ordine».

© foto di Claudia Pajewski