Tredici mesi dopo l’esclusione di Sincero – presentata insieme a Morgan – Bugo torna in gara a Sanremo 2021 con E invece sì, il brano che presenta l’album Bugatti Cristian (etichetta Mescal/distribuzione Sony Music) in uscita venerdì 5 marzo: una riedizione del precedente lavoro in cui spiccano gli inediti già pubblicati Mi manca e Quando impazzirò.

Torni con un brano che parla di una certa rivalsa. Alcuni potrebbero pensare che sia una coincidenza.
«Non parlo di rivalsa contro nessuno, vivo la mia vita nel miglior modo possibile. Provengo da un piccolo paesino piemontese in cui era difficile emergere e a tenermi vivo è stata la voglia di riscattarmi ogni volta: gli incidenti di percorso accadono, bisogna saper ribaltare ogni situazione sfavorevole nel modo più positivo possibile».
Ribaltare l’idea del pubblico su di te è più facile ora?
«Sta a loro decidere. Chi mi seguiva già da prima, probabilmente, ora lo fa con ancora più entusiasmo, mentre i nuovi arrivati si sono in parte ricreduti dopo quello che è successo. Quest’anno la vivo come una nuova occasione per farmi davvero conoscere, è una sfida, una rivincita».
Ad Amadeus una sfida l’hai lanciata. Gli hai proposto di condurre Sanremo tra vent’anni.
«Dopo i primi due Festival in cui mi ha scelto, scherzando gli ho proposto di prendermi anche per il terzo, quarto, quinto e per il ventesimo di lasciarmi direttamente la conduzione (ride, ndr)».
Come sarebbe il tuo Festival?
«Di sicuro non canterei io, a differenza di altri, e non sceglierei in base ai partecipanti e alla loro età anagrafica, ma al valore delle canzoni, l’unica cosa che conta. A chi tra vent’anni mi dirà “Sei ancora qua” risponderò “E invece sì”».
Nel brano citi Ringo Starr, Adriano Celentano e Cristiano Ronaldo. Cosa “ruberesti” ad ognuno?
«A Ringo la “guasconeria”, ad Adriano la capacità di essere un grande showman televisivo e a Cristiano la leadership, ma mi accontenterei anche del suo piede, il destro, visto che sono mancino».
Non tutti sanno che Milano ti voleva modello negli anni ’90.
«Andai ad una festa da imbucato, sui Navigli – un ambiente che non mi piaceva molto, non era la mia zona – e suonai al citofono senza presentarmi e mi fecero salire. Conobbi una ragazza che mi propose come modello ad un provino qualche giorno dopo e lì mi presero. Mi resi conto, però, che quella non era la mia strada».

Come hai affrontato quest’ultimo anno?
«Non è stato facile, come per tanti, visto che il Covid ha portato via uno dei miei migliori amici, ma ho sempre vissuto la vita nel difendermi dalla negatività e – come dimostra E invece sì – credo che questo sia il momento giusto per pensare positivo. Il brano non parla direttamente di pandemia, ma è come se lo facesse, ed è arrivato al momento giusto».
Qualcuno dice che non è vero, però.
«Stiamo parlando di fuffa. Chi ha parlato non può sapere la storia di questo brano, non è il mio manager. È un anno che non rilascio dichiarazioni contro Morgan, ognuno deve pensare alla propria strada, se non lo fa evidentemente c’è ancora del rancore: ho vissuto lo scorso Sanremo come un’umiliazione enorme e la gente se n’è accorta. Molti pensano che la mia sia stata, in qualche modo, un’uscita elegante ma non la definirei così. É stata una reazione ad un attacco – che non meritavo – poi chi crede nel trash crederà a lui, chi crede alla dignità crederà a me».
Tu a cosa credi?
«Credo nel carattere da tirare fuori quando serve. Questo è anche un invito ai giovani a farlo quando si trovano in una situazione scomoda, bisogna avere la tranquillità di dire “Non ci sto, vado via”. Sembra facile ma è l’unico modo per superare una situazione difficile, la mia storia lo insegna».
Ovvero?
«Non ero nessuno per entrare in Universal nel 2002 così giovane e senza esperienza, ma se mi hanno preso vuol dire che qualcosa avrà colpito di me, una “faccia tosta”, forse anche un po’ simpatica».