Il cantautore Pacifico, quest’anno a Sanremo come coautore dei brani di Malika Ayane ed Extraliscio, ha composto la colonna sonora del film “Genitori Vs. Influencer” diretto da Michela Andreozzi

Pacifico

Genitori Vs. Influencer è il film che, in prima visione su Sky Cinema, ha convinto pubblico e critica. La colonna sonora è firmata da Pacifico, cantautore e musicista poliedrico che grazie alla pellicola diretta da Michela Andreozzi torna a confrontarsi con il cinema, proponendo anche il brano inedito Gli Anni Davanti.

Il film è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV. Nel cast Fabio Volo, Ginevra Francesconi e Giulia De Lellis.

La colonna sonora, Genitori VS. Influencer Original Soundtrack (Edizioni Curci), è ora disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Intervista a Pacifico

Com’è stato tornare a scrivere per il cinema?

«E’ stato un bel modo per immergermi in una storia. Ci ho lavorato durante il lockdown leggendo la sceneggiatura del film ed è stata una bella compagnia. Fabio Volo, che conosco e frequento da anni, ha fatto da tramite con la regista Michela Andreozzi. Lei aveva già deciso di mettere nel film Le Mie Parole, un mio brano di tanti anni fa interpretato da Samuele Bersani.

Per il film ho scelto una musica abbastanza luminosa e incoraggiante, forse perchè di questo avevo bisogno anch’io. Quello che ho scritto rispecchia molto bene l’atmosfera del film.»

Un sodalizio nato con Michela Andreozzi nonostante non vi siate mai incontrati…

«Ci siamo scritti e parlati tante volte. Io avevo in mente alcuni riferimenti e lei altri e ci siamo ispirati a vicenda trovando un punto di incontro.»

Come è cambiato per un musicista il mondo del cinema? Oggi come si racconta un film?

«Sono uno spettatore accanito e credo che ci siano dei meccanismi di fondo che non sono cambiati. Questo accade anche nelle canzoni quando per esempio lavori con artisti diversi e nel mio caso con Bocelli o Motta. Tra un artista e l’altro ci sono più gradi di separazione anche se il mio approccio al lavoro è il medesimo. Il rapporto che c’è tra le varie componenti di un film è simile, anche se cambia il modo in cui il cinema è percepito.»

Poi è un momento positivo per la musica italiana anche legata al cinema, visto che un brano scritto e interpretato nella nostra lingua è candidato all’Oscar.

«Ci sono dei segnali in questo senso già da diversi anni. Non si può ancora parlare di un rinascimento, ma ci sono tanti sintomi di un ritorno della nostra cultura anche al di fuori. Vivendo in Francia lo avverto. C’è un po’ quel rapporto che si ha con le potenze che hanno grande tradizione, ma che non vincono da tanti anni. Tantissimi registi si sono affermati studiando il cinema italiano e i compositori di colonne sonore hanno analizzato il lavoro dei nostri. Ultimamente c’è più attenzione nella diffusione del nostro patrimonio in Europa e nel Mondo.»

Nella colonna sonora c’è il tuo brano inedito “Gli anni davanti”. Nel testo si percepisce un invito a credere e sperare.

«È un brano che ho scritto sulle immagini, quando ho iniziato a vedere il girato. Ci ho messo dentro quello che stiamo attraversando, ma anche la genitorialità che ho visto in scena e che conosco. È un modo per sperare con consapevolezza perchè il testo in maniera subliminale dice che gli anni a venire saranno tremendi e belli come quelli già vissuti. Alla fine siamo in un saliscendi continuo di emozioni, ma ogni anno sarà da vivere buttandocisi dentro senza risparmio. La canzone è un’esortazione a essere meno impauriti nel gettarsi nel futuro.»

Quest’anno sei stato al Festival di Sanremo come autore di due brani. Come valuti la nuova generazione cantautorale italiana?

«Ho ascoltato qualcosa di molto interessante e per questo vorrei vedere crescere questi ragazzi. Fino a qualche anno fa c’era l’incubo dei talent. Si pensava che potessero diventare l’unica vetrina possibile per i giovani. I nomi che stanno uscendo e che si stanno consolidando, invece, arrivano da un altro percorso e soprattutto sono ragazzi che suonano e che trovano il modo per farsi conoscere senza passare necessariamente dalla televisione. Li aspetto ai prossimi dischi perchè mi piace valutare la loro evoluzione. Mi piacciono gli artisti che riescono a parlare oltre la loro generazione. È in quel caso che si riesce a percepire la loro grandezza.»

Da anni ormai vivi a Parigi. Cosa ti manca di Milano?

«Ho una grande nostalgia di Milano, proprio come la descrivevano Beppe Viola o Enzo Jannacci vedendo passare i tram. Mi manca l’Italia in generale, ma per quanto io viva qui mi sento milanese. Ogni volta che torno so che è il mio posto, anche perchè la mia famiglia si è trasferita dal Sud e a Milano ha costruito una storia.»