Esce oggi “BUONANOTTE”, il nuovo singolo di Pierdavide Carone che anticipa un nuovo e importante progetto discografico. Il brano, prodotto da Federico Nardelli e pubblicato da Artist First, lo ritroviamo all’interno del suo quarto album che verrà pubblicato a nove anni di distanza dal suo ultimo disco.

Pierdavide Carone per anticipare il tuo quarto album hai scelto questo singolo in cui sottolinei che l’uomo, per natura, tenta di fuggire sia dalle cose belle che da quelle brutte. Da come ne parli sembra tu conosca bene la materia.
<< Si, sono un esperto del settore, cominciamo così belli a bomba. Il brano cerca di scardinare un po’ queste dinamiche da cui spesso è difficile uscire, l’essere autolesionisti anche quando non ce n’è alcuna ragione.>>
Come te la spieghi?
<< La paura della felicità forse, è un controsenso assurdo però la felicità è una responsabilità. Noi usiamo dei modi di dire che spesso sono già passivanti inconsciamente, della serie – “troppo bello per essere vero” – chi l’ha detto? Magari – “troppo bello ed è vero” – però già nel linguaggio corrente noi non siamo abituati alla bellezza, non ci sembra vera e quindi una volta trovata ci spaventa perché diciamo – “ma finirà? non finirà?” – e mentre ci stiamo domandando se finirà o quanto durerà è già finita ed è stata poi colpa nostra.>>
“Buonanotte”, scritta insieme a Lorenzo Cantarini, quando nasce e perché?
<< Questa canzone nasce proprio in uno dei periodi in cui stavo vivendo un grande momento di felicità con i Dear Jack, infatti ero a casa di Lorenzo e stavamo facendo le prove per il tour dopo “Caramelle”. Un ritorno dopo un successo che stavo inseguendo e mi mancava da un po’ e con quel brano ero riuscito finalmente a ritrovarlo. Questo valeva anche per loro. Ero nella stanza di suo fratello a scrivere “Buonanotte” e mi ha raggiunto casualmente Lorenzo, ha visto che stavo scrivendo, si è seduto e ha finito di scrivere la canzone con me.>>
All’ascolto la prima cosa che ho pensato è stata, “ma perché non l’ha portata a Sanremo?”. Dato che anche in occasione di “Caramelle” avevamo capito come fosse andata, in questo caso la genesi è diversa?
<< No, questa canzone non l’ho presentata ma perché con “Caramelle” ci ero rimasto talmente male che non avevo voglia di farmi girare le palle di nuovo. Sono abbastanza consapevole di me stesso e di quello che faccio, anzi a volte sono anche estremamente esigente quindi ti posso fare l’elenco delle canzoni che avrei preferito non scrivere ne tantomeno pubblicare, magari poi approfondiremo anche questo argomento se ti andrà, però allo stesso tempo sono consapevole di quando scrivo una cosa e dico – “però cavolo è lei, è proprio lei”. Ecco su “Caramelle” avevo questa sensazione quindi ho trovato assurdo il fatto che non la prendessero e se mai dovessi incontrare Baglioni, la commissione o chi per lui, non mi rimangerò mai quello che ho detto anzi, tanti mi hanno dato ragione visto il successo. Su “Buonanotte” avevo la stessa sensazione, ma ho preferito evitare.>>
Sei uno che sia nelle proprie canzoni che in quelle di cui sei stato autore ha sempre trattato temi importanti. Puoi anticiparci quali argomenti hai voluto trattare con particolare attenzione nel tuo nuovo album?
<< E’ un disco sentimentale dove ci sono anche degli episodi musicalmente più aggressivi. Un disco che scardina e cerca di entrare nelle dinamiche dei sentimenti attraverso le storie, tante storie diverse tra loro dove il filo conduttore, che poi è il titolo di una canzone, è “Casa”.>>
Dato che hai scritto “I sogni fanno rima. Il primo diario di Amici” non hai pensato che in un anno cosi, fatto di alti e bassi, potessi scrivere un ulteriore diario sulla vita di un cantautore quale sei tu?
<< Allora, non ti nego che ci ho provato e ho iniziato tre volte a scrivere tre storie diverse, però mi sono sempre fermato perché mi sembrava di aver scritto chissà che invece era mezza pagina. Ci avevo passato una giornata intera quindi era anche frustrante ed un po’ castrante, di conseguenza mi sono arreso.>>