J-Ax, colpito dal Covid-19, in un video parla della terribile esperienza tra speranza e paura. Ma non è l’unico artista che esprime senza paura il suo punto di vista. Elisa, invece, ricorda gli zii scomparsi.

I nostri cantanti preferiti hanno da sempre la particolarità di apparire forti, invincibili, irriducibili. Una dimensione quasi extraterrestre che negli ultimi anni si è attenuata con l’arrivo dei social che li hanno avvicinati a ognuno di noi grazie a foto di momenti di quotidianità.

Nei giorni scorsi J-Ax ha postato un video social nel quale ha parlato a cuore aperto della brutta esperienza che ha vissuto a causa del Covid-19 che lo ha colpito e lo ha portato a riflettere sul presente e sul futuro.

J-Ax e il Covid-19

L’ex Articolo 31 ha usato parole anche dure nei confronti dello Stato che, a suo parere, ha abbandonato a sé stesse tante, troppe persone, senza fornire l’adeguato supporto.

“Ho avuto il Covid. Non ne ho voluto parlare prima per rispetto. Ci sono mezzo milione di positivi e migliaia di italiani sono ricoverati. Io sono un privilegiato e la mia voce poteva soffocare quella di italiani realmente in difficoltà, ma ho appena fatto un tampone molecolare che ha confermato che io, mia moglie e mio figlio siamo negativi.

Quindi ho pensato che adesso fosse il momento di raccontarvi la mia storia.

È stato uno dei periodi più brutti della mia vita, il più brutto. Ho avuto momenti, in cui sono stato male ma mai, mai come il Covid.

È impossibile da spiegare, raga, se non l’hai vissuto sulla tua pelle. Impossibile. È il peggior mal di testa della tua vita. Io ho dovuto prendermi 4 diversi farmaci per cercare di calmarlo e non funzionavano ed ero comunque steso a letto impossibilitato a muovermi e lo stomaco ti si piega in due sono tutte le ossa che non finiscono di farti male.

Soprattutto l’ansia di non sapere cosa accadrà, se sarà solo questo o peggiorerà. È la paura, come è successo a me e a mia moglie di poter lasciare nostro figlio orfano. È successo a persone molto più giovani di noi.”

Parole di fuoco nei confronti della politica, troppo assente in un momento così delicato.

“È la rabbia di sentirsi abbandonati dal tuo Stato soprattutto. […] Uno dei miei pensieri fissi durante tutti questi giorni chiuso in casa è stato: come può una famiglia con tre figli che vive in un bilocale uscirne. Io nella mia casa non sapevo cosa rispondere quando mio figlio mi chiedeva perché non poteva andare a vedere la nonna o andare a scuola o i suoi amici. Ho visto la sua salute mentale deteriorarsi velocemente e io ho dovuto trattenermi dal non piangere perché non volevo che vedesse che per la prima volta il papà non poteva aiutarlo. E questo è un aspetto di cui nessuno parla: l’effetto psicologico che questo virus ha su di noi, soprattutto sui nostri figli, sui più piccoli e allora sale la rabbia.”

L’esperienza di Elisa

Proprio nei giorni scorsi la cantante Elisa ha perso a causa del Covid-19 gli zii e ha voluto ricordarli con un messaggio postato su Instagram.

“È ancora quasi impossibile accettare che questo covid via abbia portati via e ho mille ricordi che sfrecciano nella mente.

Zio Franco e zia Dani, mi avete messa su un palco che non avevo ancora quattro anni.

[…] È stata una fortuna immensa poter essere lì con voi mentre costruivate i vostri spettacoli e assorbire quell’energia creativa e quel senso di potere e di magia che emanavate. È lì che ho iniziato a decidere che avrei deciso, che avrei ascoltato quello che avevo dentro. Lì ho imparato che era possibile farlo. Avete brillato, eravate liberi. Fortissimi nelle vostre umane fragilità, pieni di coraggio.

Avete cambiato le regole del gioco. Siete stati un esempio. Eravate l’avanguardia, le possibilità, lo sguardo sul mondo e nella mente creativa, in un Friuli dei primi anni settanta, in una provincia che non ha mai potuto costringervi a essere chi non eravate. L’avete piegata. Avete scavalcato barriere di ogni genere, in nome della libertà e dell’arte. Dei giganti. Sempre tornerò ai vostri occhi concentrati, ai vostri volti sognanti, sempre mi ispireranno.

Ma la cosa più preziosa e immortale è il vostro spirito.

Esprimersi. Cantare. Ballare. Essere. Vivere. Piangere. Ridere.

Questo si tramanda e questo rimane.

Per sempre.

Continuerò per me stessa, e anche per voi. Come prima e di più.

La vita ci racconterà tutti, non le parole.

Buon Viaggio nella Luce, Zia Dani e Zio Franco, sarete sempre con noi.”

Il Covid-19 raccontato da chi lo ha vissuto

Da ormai più di un anno le parole pandemia, tampone, coprifuoco, zona rossa sono entrate nel nostro vocabolario quotidiano.

In questi mesi difficili come è noto il mondo della musica e dello spettacolo sta vivendo una situazione difficile, imprevista, imprevedibile. Un dolore diffuso che alcuni artisti sono riusciti a mettere nero su bianco componendo brani che resteranno nella storia del nostro paese. È il caso di Roby Facchinetti che con Stefano D’Orazio ha dato vita a un capolavoro come Rinascerò Rinascerai. Una canzone che ha fatto il giro del mondo e che è stato tradotto in diverse lingue.

Dall’inizio della pandemia sono tanti gli artisti che loro malgrado hanno contratto la malattia, molto spesso parlandone apertamente per cercare di sensibilizzare chi li segue. Un atteggiamento maturo, responsabile e che dovrebbe riguardare tutti i personaggi pubblici.

In particolare il pubblico ha seguito con apprensione l’evolversi della malattia di Orietta Berti, comunicata prima della conferma della sua partecipazione al Festival di Sanremo.

Hanno contratto il Covid-19 anche i Maneskin, Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Fiordaliso, Chadia Rodriguez, Mara Maionchi e tanti altri. Nella difficoltà il loro merito è stato quello di parlarne senza paura, ponendo l’attenzione su quanto il contagio sia più diretto di quanto si può immaginare e di quanto può essere devastante dal punto di vista fisico e psicologico il decorso della malattia.

La somministrazione del vaccino prosegue a rilento e in molti criticano chi si fa fotografare dopo l’iniezione. Ma si tratta di un atteggiamento condivisibile in quanto quando la vita privata di un artista e una sua scelta può sensibilizzare chi lo segue ciò assume valore.