Amerigo Provenzano ha ricevuto un Telegatto, trascorso più di 15 anni a RDS, 17 anni a m2o, insegnato alla facoltà di Dj dell’Università della Musica di Roma, realizzato remix per i Dj più importanti del mondo tra cui Axwell e decine di compilation di musica dance. 

Provenzano, qual è stata la tua più grande soddisfazione?

«Tutte le cose che ho fatto, sono venute da sole, erano scritte nel mio destino. Io ho solo pensato ad andare avanti, con tante cose che si aggiungevano di continuo, senza guardarmi mai indietro. C’è voluto molto sacrificio, ma la passione mi ha aiutato. La soddisfazione più grande, è essere diventato l’uomo che sono e aver raggiunto questi traguardi, senza mai perdere la dignità

Pochi giorni fa hai partecipato al programma in live streaming su Twitch “La Musica non si Ferma”. Com’è andata? Pensi che in futuro i Dj saranno sempre più coinvolti in progetti in streaming di questo tipo o è una tipologia di Dj set che riguarda il momento che stiamo attraversando?

«Ritengo questo evento, uno dei più interessanti in questo momento. E’ stato un pò strano, perchè non c’era il pubblico. In passato ho organizzato eventi come questo, in diretta radiofonica ed in streaming sui social, ma erano presenti un pò di persone insieme a noi, quindi era diverso. Tornare in consolle è stata una bellissima emozione. Penso che in futuro lo streaming di eventi musicali, sarà all’ordine del giorno. Probabilmente si pagherà un biglietto per assistere. In realtà niente di nuovo, i grandi festival di musica elettronica già facevano queste cose prima del covid. La vera differenza è che oggi, siamo costretti a farlo.»

1988, la tua prima serata da non professionista. Il tuo primo nome d’arte è stato DJ TOY. Un tavolino di legno, due piatti e un mixer. Parlaci di quel ragazzino e da cosa è nata l’idea della consolle? Chi ti ha ispirato?

«Al tempo non sapevo bene cosa stessi facendo, ma c’era questa grande passione per la musica. Facevo le mie prime ”cassettine” che riscuotevano un discreto successo tra il mio giro di amici. Ho dei ricordi sfocati di quel periodo. I primi dischi comprati a Roma da ”Goody Music” gestito dal mitico Claudio Donato. Il primo mixer a due canali. I programmi radio che trasmettevano Jovanotti. Ricordo quando in macchina venivo folgorato all’ascolto di  “Pump up the jam”.  Non mi sono mai ispirato a nessuno in realtà, ma in questo percorso iniziale mi aiutarono due persone: Elio Milani che già faceva il Dj e che seguivo in giro per i locali di Roma e Paolo Bolognesi (il mio “fratello maggiore”), con il quale ho iniziato questo lavoro. Ecco se devo dire grazie a qualcuno, penso a loro.»

Che strumentazioni utilizzi per produrre? Hai nuovi programmi, siti, device da consigliarci, che hai scoperto? 

«Da anni mi affido al software Ableton Live, che oramai non lascerei per nessuna ragione al mondo. Gran parte delle cose nuove che ho scoperto e studiato nell’ultimo anno, riguardano la parte social o quella per fare streaming. In questo caso posso consigliare OBS studio, DaVinci Resolve e GIMP che vi serviranno per Video Grafica e molte altre cose. Per gli smanettoni, ma non della musica, consiglio di imparare a programmare in Python. Un’esperienza incredibile, che vi aprirà opportunità molto interessanti.»

Cosa consiglieresti di fare e di non fare, a tutti i ragazzi che provano ad approcciarsi al mondo dei club nel 2021, considerando il periodo storico che stiamo vivendo?

«Se prima era difficile, adesso sembra quasi impossibile. E’ difficile dare consigli in questo contesto così intangibile, dominato dai social media, che danno l’illusione in molti casi della popolarità combattuta a suon di like o views. Quello che posso dire ai giovani, è di concentrarsi a studiare la disciplina nella quale vogliono emergere. Non ci sono scorciatoie, non portano a nulla. Siate curiosi ed aperti, è tutto a portata di mano, basta sapere cosa cercare.»

Che importanza ha la radio in questo periodo?

«Purtroppo non molta e ce ne accorgiamo un pò tutti del resto. Nessuno parla più delle radio. Oggi sta perdendo importanza anche la televisone. Qualche anno fa, non avremmo neanche immaginato di poterne fare a meno. Oggi invece, mi basterebbe Youtube. Il mondo cambia per alcuni più lentamente, per altri più velocemente. Quello della radio è sicuramente un mondo interessante, ma non so quale futuro possa avere. Sicuramente, non incoraggiante, visto che devo ancora cercare di non perdere il segnale, quando sono in macchina.»

Come è nata la collaborazione con Radio Wow? Qual è la sua caratteristica?

«E’ nata in maniera spontanea. Avevo fatto un’ospitata dalla Doriani, che già conduceva un programma e da lì a poco, sono stato inserito nel palinsesto. E’ una radio molto fresca, ma mantiene delle caratteristiche legate al territorio, che la rendono più vicina al pubblico, rispetto ad un grande network. Può crescere molto.»

Hai in mente nuovi format? 

«Diciamo che le idee non mi sono mai mancate, ma sono uno che pensa a qualcosa quando ha un input. Non mi sono mai messo a scrivere così tanto per farlo. Se arriverà il progetto giusto, non avrò problemi a scrivere dei format nuovi o creare un progetto per una radio. In realtà ho già scritto un paio di progetti che riguardano la radio, ma sono top secret per il momento.»

Provenzano DJ Show e Music Zone, sono due programmi di tua creazione, che mancano fortemente nel panorama radiofonico. Torneranno?

«Al momento non ci sono le condizioni, il panorama radiofonico è decisamente piatto. Del resto, fino a quando le concessionarie pubblicitarie avranno voce in capitolo sui palinsesti, non cambierà nulla e difficilmente ascolteremo qualcosa di nuovo in radio. Ma un giorno i nodi verranno al pettine e lì capiremo veramente se la radio avrà la forza di cambiare, per non morire. Quello che ho tentato di fare con in miei programmi radiofonici è stato quello di dare visibilità al mio settore e ai miei colleghi, cosa che adesso manca e che forse qualcuno rimpiange, un pò in ritardo direi.»

Cito un tuo post sui social. “m2o since 2002. La storia si può leggere. Si può interpretare. Si può addirittura studiare. Quello che non si può fare è cancellarla. Esattamente come è impossibile nascondere presunzione e arroganza.” Radio Deejay nasce nel 1982. Nel 1995 ha cambiato gestione passando da Cecchetto a Linus. M2o nasce nel 2002 e nel 2019 cambia gestione. Perchè Radio Deejay quest’anno compie 39 anni ed m2o ne compie solo 2, nonostante esista da 19 anni? 

«La domanda in realtà non dovresti farla a me, ma a chi pensa di cambiare impunemente la data di nascita di un emittente che non ha cambiato nè nome ne format e che fa parte sempre dello stesso gruppo editoriale. Quella di m2o è una storia molto Italiana, come direbbe Stanis (cit. BORIS). Una storia dai contorni “famigliari”, una storia in cui si dice “Ho regalato per natale una radio a mio fratello”. Dinamiche a cui purtroppo da Italiani, siamo abituati.»

«La presunzione alla quale ho fatto riferimento non si limita al tentativo di cambiare la data di nascita di un’emittente nata nel 2002 o all’arroganza di cancellare tutti i post Instagram, mantenendo i follower accumulati negli anni. O a spacciare format già in onda precedentemente, come nuove idee innovative. E’ un atteggiamente più profondo, attraverso il quale queste persone, credono di aver inventato non solo la radio, ma anche l’elettricità. Tornando allo sgradevole episodio che hai citato nella domanda, fa parte dello stile di certe persone con il quale non ho nulla da condividere.»

«Come ho scritto nel mio post, nel DNA di m2o c’è il mio nome e quello di altre persone. I nuovi gestori possono cambiare tutto quello che vogliono, ma questo non potranno cambiarlo mai. M2o l’abbiamo creata noi!»

Quali sono stati gli eventi più emozionanti ai quali hai suonato?

«Ho avuto la fortuna di suonare di fronte a migliaia di person,e ma anche di fronte a 5 persone. Ho sempre cercato di dare il massimo e ho ricevuto sempre tanto dal pubblico che avevo di fronte. Certo fa più piacere esibirsi in situazioni in cui ci sono tantissime persone. Mi sono tolto tante soddisfazioni: ho suonato in una delle piazze più importanti del mondo (Piazza del Popolo), nello stadio della mia città (Roma), in festival importanti, ad Ibiza al Privilege ed in alcune città sparse per il mondo, cosi come in tantissimi piccoli comuni della mia nazione. In tutti i casi spero di aver trasmesso la mia passione a chi c’era dall’altra parte.»

Provenzano, ti manca la consolle?

«Mi mancano tantissimo: la consolle, i viaggi per le serate, il mio amico Sandro Bit, l’emozione di essere davanti a tutta quella gente.»

Da un pò di tempo ti sei trasferito da Roma a Milano. Che rapporto hai con questa città? 

«Mi sono trasferito due anni fa a Milano. Era una meta che ricorreva nella mia vita, già da molto tempo. Venivo spesso a Milano per lavoro e devo dire che vivere qui è completamente diverso. E’ molto più gestibile rispetto a Roma. Si riesce a vivere meglio e a fare le cose,senza doversi preoccupare di come raggiungere un posto specifico della città. In questo periodo inoltre si ha la percezione che Milano stia facendo un salto in avanti a livello edilizio. Guardando il suo nuovo skyline unito al verde, a volte ho la percezione di trovarmi a New York. Sto ancora scoprendo la città ed in questo mi aiutano una coppia di amici. Davide ed Arabella, mi fanno scoprire nuovi locali o cose da visitare. Nell’ultimo anno le cose hanno subito un rallentamento a causa del covid, ma spero di ripartire presto alla scoperta di Milano.»

Puoi spoilerarci qualcosa sui tuoi nuovi progetti musicali?

«Ho in cantiere diverse collaborazioni con gli amici di sempre, ma anche con artisti nuovi. Rimanete in contatto attraverso i miei social!»

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