“Confessioni di una Dj – Avventure e Disagi”, fa parte de “La Collana di Perle Rosa”, interamente scritta da donne. Il nuovo libro di Manuela Doriani è l’unico tra questi, che racconta in chiave ironica, episodi di vita veramente vissuta.

A pochi giorni dalla release, “Confessioni di una Dj” di Manuela Doriani, sta avendo un grandissimo successo. Se non fosse capitata l’occasione del libro, come avresti trascorso l’ultimo anno?

Il libro l’ho scritto tra la fine del primo lockdown e l’inizio del secondo. In quei tre mesi estivi in cui tutto sembrava quasi tornato normale. Ha avuto il sopravvento sulle poche cene che avrei potuto fare,  ha avuto la precedenza sulle vacanze, sui pomeriggi al parco, sui miei amici, sul mio fidanzato e anche su qualche impegno di lavoro.

Però è arrivato nel momento perfetto, è figlio di tutto quello che ho imparato in uno dei periodi più drammatici della storia.

Ti sei mai pentita di questa tua spietata sincerità, che dona molti tasselli estremamente personali della tua vita al pubblico che ti segue, sui social e come scrittrice? 

No e credo che non me ne pentirò mai. Io sono sempre stata me stessa, in radio, come in discoteca, come nella mia vita privata.

Per quasi tutta la mia carriera questo è stato il mio punto di forza, ultimamente invece, mi sento dire spesso che sta diventando il mio punto debole. Non so dove stia la verità, ma so che a 53 anni ho raggiunto il traguardo più importante: l’equilibrio.

Sono centrata, soddisfatta e serena. Poche persone sono in grado di ferirmi e destabilizzarmi e sono quelle di cui mi fido ciecamente perchè so che non lo farebbero mai.

Rispetto alle tue coetanee, ti senti un’outsider? 

Con le mie amiche d’infanzia, così come con le mie colleghe della “vecchia guardia”, ci siamo perse completamente fino all’esplosione dei social network. 

Ognuna ha fatto il suo percorso ed ha la sua realtà (vera o costruita ad hoc). La cosa certa è che io, rispetto a loro, sembro un’eterna adolescente un po’ matta che non si capisce bene se ci fa o ci è.

In realtà, anche se non sembra, anche io ho messo “la testa a posto”, sono invecchiata senza drammi e sono maturata, senza però mai smettere di giocare.

Lucio Dalla disse che per piacere alle persone, ti devono piacere le persone. Secondo te, c’è più amore per le persone in “…Basta mostri” (il tuo precedente libro) o in “Confessioni di una Dj”?

Quando ho scritto “Basta Mostri”, ero piena di rancore ed assetata di vendetta. In “Basta Mostri” c’è tanta amarezza travestita da ironia e gli unici amori di cui parla sono quelli malati che ti rovinano la vita.

“Confessioni di una Dj è” diverso,  è scritto a cuor leggero. Ho riso un casino mentre lo scrivevo e ho riso ancora di più rileggendolo. Di amore ce n’è tanto, per i miei amici, per il mio lavoro, ma credo soprattutto per me stessa. 

Riesci a confidarci, che lavori stanno svolgendo i tuoi colleghi Dj e del mondo dell’intrattenimento, che nell’ultimo anno sono rimasti senza lavoro? Com’è cambiata la vita di queste persone? 

La maggior parte non lo rivelerebbe neppure sotto tortura. Come scrivo nel libro: “ I deejay devono essere sempre fighissimi, felicissimi, elegantissimi, sorridentissimi, impegnatissimi, simpaticissimi, realizzatissimi e pieni di progettissimi importantissimi e divertentissimi”.

Tra quelli che non rispettano le regole mi viene in mente Steve Aoki che in un’intervista durante il primo lockdown mi ha confessato di passare ore a giocare online e di essere pure una gran pippa : “ Perdo sempre, con chiunque, se non fossi un deejay di successo mi sentirei malissimo!” ha detto.

Benny Benassi invece è diventato un agricoltore professionista. Il giorno dell’intervista mi ha mandato un messaggio con la foto di una vanga chiedendomi di ritardarla un pochino per finire un lavoro.

Infine, uno di cui non dirò il nome, si è trasformato in un vero e proprio guru delle bollette. Io grazie ai suoi consigli spendo un terzo di quel che spendevo prima.

“A Milano quartieri periferici ai limiti del degrado vengono di colpo rivalutati e diventano di moda, a Milano ex scali ferroviari diventano location per festival di musica techno invidiati da tutta Europa. Milano, se sei capace di tenerle testa, ti da tutto quello di cui hai bisogno per realizzare i tuoi sogni e progetti.” Svelaci il tuo posto preferito di Milano.

Uno dei miei posti del cuore è la Cooperativa San Filippo Neri dove facevamo le cene di fine corso coi ragazzi di Accademia 09.  In cucina ci sono quattro “sciure” che farebbero impazzire Chef Rubio, in primavera si mangia sotto il pergolato in un giardino meraviglioso e a fine cena, il proprietario imbraccia la chitarra e si va di canzoni milanesi fino al coma etilico. Il tutto per una ventina di euro o poco più. Vi aspettavate un club super esclusivo mi sa?!

Manuela Doriani è rinomatamente un’icona gay, come Madonna. Il titolo del tuo libro “Confessioni di una Dj” strizza l’occhio all’album di Madonna “Confessions on the dancefloor”.  Il tuo legame con la comunità LGBT è molto forte. Cosa ne pensi del DDL Zan? 

Perchè un paese civile deve tutelare i diritti di tutti, proteggere le persone dalla violenza e dall’odio e punire qualsiasi forma di discriminazione. 

In Italia esiste già una legge che punisce chi incita a commettere o commette violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

Il DDL Zan non è altro che un’estensione che chiede di includere sesso, orientamento sessuale, abilismo e identità di genere. Ho letto attentamente le motivazioni di chi la contesta, spesso l’impressione è che lo facciano per partito preso senza averla neanche letta.

Ne avete parlato anche nel podcast che hai creato con Francesca Vecchioni di Diversity lab?

Nel primo episodio c’è una bella intervista proprio ad Alessandro Zan, il bello dei podcast rispetto alla radio o alla tv è che non si è mai schiavi del tempo. L’abbiamo registrata a marzo, speravamo diventasse vecchia, invece dopo un mese purtroppo è ancora attualissima.

Con questo libro hai dimostrato a chi ti consiglia di fare qualcosa di serio, che sei diventata grande?

Chi mi da (in buona fede) questi consigli ha il suo concetto di “grande”, che temo non sarà mai il mio. Chi mi conosce, leggendolo capirà che lo sono diventata eccome.

Cosa c’è di più “grande” di una persona risolta, consapevole dei suoi limiti ma anche dei suoi punti di forza, fiera dei suoi successi e in pace coi suoi fallimenti, libera,  curiosa, entusiasta e ottimista? Un tailleur, un paio di décolleté cipria e un bauletto di Louis Vuitton mi dirai tu! Tranqui, ho anche quelli! 

Nel libro ti diverte tantissimo saltare da un episodio all’altro, come se percepissi lo scemare della soglia dell’attenzione del lettore. Trovo che questa modalità di scrittura, assomigli molto alla tecnica di mixaggio di molti Dj ed in te è come se fosse parte del tuo modo di porti. Mixi velocemente gli episodi della tua vita, senza smettere di buttare l’occhio sulla pista?

Questo è uno dei motivi per cui sento così mio questo libro, perchè rispecchia la mia personalità e il mio stile di vita in tutto e per tutto. Il concetto di base è quello di “saltare di palo in frasca” se guardi attentamente casa mia noterai un mobile di design accanto a una cucina di Mondo Convenienza, un candelabro antico sopra una libreria dell’ikea e così nel mio armadio.

Tra i miei amici ci sono avvocati, fricchettoni, personaggi celebri e boss di quartiere. In radio parlo di covid e di taxi volanti. Il mio” difetto “ è che ho una soglia d’attenzione bassissima, un romanzo di trecento pagine con un inizio, uno svolgimento e una fine mi avrebbe annoiato a morte.

Essere una Dj ti aiuta ad essere più felice o solo chi è davvero felice, può scegliere la vita da Dj?

Chi è davvero felice fa quello che lo rende felice.

Confessioni di una Dj, fa morire dal ridere ed è veloce e divertentissimo. Passi dai consigli su come dormire in treno, alle chiacchiere deliranti con i tuoi amici dagli “insoliti talenti”, ai cliché sessuali degli uomini, spiegati sotto forma di programma radiofonico. Secondo te, il segreto dell’eterna giovinezza, è avere una mente libertina?

Il segreto, più che dell’eterna giovinezza direi della felicità, secondo me è avere una mente libera. Sono assolutamente certa che il 99% delle persone che leggeranno i passaggi più “hot” del mio libro hanno fatto o pensato le stesse cose almeno una volta nella loro vita. Magari non ci scriverebbero un libro ma mi auguro che abbiano almeno degli amici con cui buttarla in caciara. 

Che valore aggiunto ha apportato l’insegnamento nella tua vita?

Insegnare è una delle cose che più amo in assoluto. Fare la radio sembra semplice ma non lo è, ci sono regole da rispettare e una miriade di piccole grandi cose che vanno fatte tutte insieme.

E’ un po’ come quando impari a guidare l’automobile e ti trovi a dover gestire, pedale della frizione, freno, acceleratore, marcia, specchietti, frecce… All’inizio vai in panico e pensi che non ci riuscirai mai, poi tutto diventa automatico. 

Ecco, il momento magico che mi riempie di gioia è quando i miei piccoletty, smettono di andare in panico, cominciano a divertirsi e riescono a tirare fuori l’unicità della loro personalità. 

E’ peggio essere di buonumore senza motivo o non essere mai di buonumore anche se ce ne sarebbe il motivo?

Guarda a me, per fortuna, i malumori durano poco, trovo che siano delle perdite di tempo inutili. Ci sta un pianto, ci sta un vaffanculo ma poi le energie vanno impiegate per trovare delle soluzioni e non per lamentarsi.

Sui social vedo gente che non fa altro tutto il giorno, tutti i giorni, il periodo è drammatico per tutti ma penso che questo atteggiamento possa solo peggiorarlo ulteriormente.

L’amore per il calcio ti ricorda tuo padre. Cos’altro su di lui avresti voluto aggiungere nel libro?

Ho pochissimi ricordi di lui, mio papà se n’è andato prestissimo, aveva solo 57 anni e io, poco più che ventenne, dopo un’adolescenza di litigi e incomprensioni, mi sono trasferita a Milano per rincorrere il mio sogno.

Se potessi tornare indietro l’unica cosa che cambierei della mia vita è il rapporto coi miei genitori, il tempo che non gli ho dedicato e le parole che non gli ho detto.

Ripensando alla tua carriera, è più probabile che una vittoria diventi una sconfitta o che una sconfitta diventi una vittoria?

Senza dubbio la seconda, mi sarà successo milioni di volte. A patto che, come dicevo prima, uno non permetta a rabbia e frustrazione di schiacciarlo e a odio e rabbia di accecarlo tanto da non riuscire più ad andare oltre.

Per amore del lavoro di Dj, ti sei preclusa la possibilità di trascorrere tanti momenti di festa con i tuoi affetti. Dal libro si percepisce chiaramente la tua vita frenetica, costellata di tantissimi viaggi e situazioni di passaggio. Credi che se avessi rallentato un pò di più, gli uomini che hanno fatto parte della tua vita, si sarebbero soffermati maggiormente sulla vostra relazione? 

Per questa domanda ho solo una risposta: sti kazzi! Chi ti ama davvero fa il tifo per te, ti sprona e ti sostiene. Sempre. 

Io non chiederei mai al mio compagno di rinunciare a qualcosa che ama e che lo rende felice per farmi piacere, neppure una partita di calcetto, figurati un lavoro.

Ti è mai capitato di avere la sensazione di aver abbandonato la vita per un sogno?

La mia vita è un sogno.

Ripensando alle serate nei club e a come sta andando per il mondo dell’intrattenimento questo periodo di Pandemia, hai mai pensato che quello del Dj, fosse un mestiere troppo precario e che per fortuna sai fare tante altre cose?


In realtà l’ho sempre pensato, diciamo che in questo periodo oltre ad essere precari ci siamo resi conto di essere considerati anche assolutamente inutili. E forse un po’ ce lo meritiamo pure, ma questo è un discorso lungo e complesso.

Negli anni ho imparato a fare altre cose perchè sono affamata di stimoli nuovi, non per prudenza, e poi, sinceramente, non ho mai pensato che avrei fatto la dj per tutta la vita.

La pandemia mi ha fatta riflettere molto, quando questo incubo sarà finito prima di una consolle ci sarà la mia famiglia, i viaggi che potrò permettermi di fare e il tempo per me che ho imparato a godermi.

Un tempo ti riconoscevi molto nelle protagoniste di “Sex & the city”, ora non più. Cos’è cambiato?

ahahah boh, l’età credo! Non sono più fieramente leggera come Samantha perchè mi sono stufata (o per colpa della menopausa?!) non sono più un’isterica shopping dipendente come Carrie perchè a una Chanel preferisco un weekend nel Chianti, non uso più l’alibi del lavoro per nascondere le mie paure come Miranda perchè le ho superate.  

Su Charlotte non ho nulla da dire, a parte che mi stava parecchio sulle palle.

“Sono come un Mac Book Pro ricondizionato, un po’ vecchiotto ma perfetto.” Cosa intendi?

In realtà è una cazzata che mi è uscita fuori parlando con un commesso della Apple. Chiedevo informazioni su un top di gamma appena uscito che costava quanto una Harley Davidson e lui, a un certo punto mi ha proposto un Mac Book Pro ricondizionato, dicendo che era un po’ più vecchiotto ma perfetto. Ho pensato che come definizione mi calzasse a pennello! 

Sono vecchiotta, ogni tanto necessito di qualche “tagliando” ma funziono ancora benissimo, e faccio pure la mia porca figura! 

Gli uomini sono quasi tutti come dei giocattoli rotti e, o non ne sono consapevoli o non hanno il coraggio di ammetterlo neppure a se stessi per provare ad aggiustarsi.”

Il concetto dei giocattoli rotti l’ha espresso Selvaggia Lucarelli in un post di qualche anno fa che mi ha colpito molto. Anche io nel tempo mi sono rotta un sacco di volte ma ho sempre trovato la forza di aggiustarmi o il coraggio di farmi aggiustare. 

Le persone della mia generazione, hanno vissuto tante cose e inevitabilmente hanno anche un sacco di cicatrici. Quando parlo di “aggiustarsi” intendo non permettere al passato di precluderti il presente e non far pagare ad altri colpe che non hanno. 

Ho trovato molto commovente questa citazione di Antoine de Saint-Exupéry che hai riportato in “Confessioni di una Dj”, per descrivere quello che rappresenta l’amicizia nella tua vita: “Amico mio vicino a te non ho alcunché di cui scusarmi, alcunché da cui proteggermi, alcunché da dimostrare: trovo la pace… Al di là delle mie parole inadeguate tu riesci a cogliere in me semplicemente l’uomo”. Credi che per colmare certi vuoti, l’amore sincero degli amici, molte volte possa bastare?

Ni, gli amici sono un bene prezioso, sono la famiglia che ci siamo scelti, ma nessuno può colmare i nostri vuoti a parte noi stessi. E’ anche per l’amore incondizionato che provo per i miei amici che ho sempre cercato di “aggiustarmi” dopo ogni incidente, io li scelgo perchè li amo non perchè dipendo da loro.

“La cosa che mi affligge davvero della vecchiaia, è ritrovarmi con un cervello pieno di fame di vita che combatte con un corpo che non può più essere suo complice o con un corpo pieno di energie che combatte con un cervello stanco di esplorare.” Quali saranno le tue prossime avventure? 

Viaggiare ed essere felice.

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