A poche ore dall’attesa cerimonia di consegna degli Oscar 2021, analizziamo il percorso musicale di Laura Pausini. Com’è cambiata negli anni la percezione della cantante romagnola in Italia e all’estero?

Certe carriere nascono sotto il segno di una buona stella, è proprio il caso di dirlo anche per Laura Pausini che, sin dalla vittoria della sezione Nuove Proposte di Sanremo 1993 con “La solitudine”, ha saputo imporsi con la sua semplicità e con il proprio innato talento, intercettando i gusti del pubblico di svariati Paesi.
Da allora, per almeno un ventennio, niente e nessuno l’ha più fermata, portandola a diventare una delle voci italiane più conosciute e apprezzate al mondo; incidendo brani anche in spagnolo, portoghese, inglese e francese; facendo incetta di premi e riconoscimenti a livello internazionale, dal Grammy Award al Golden Globe, chi più ne ha più ne metta.
Numerose e prestigiose le collaborazioni: da Andrea Bocelli a Biagio Antonacci, passando per Vasco Rossi, Ray Charles, Madonna, Kylie Minogue, Michael Bublè, Phil Collins, James Blunt, Charles Aznavour, Johnny Hallyday, Lara Fabian, Marc Anthony, Alejandro Sanz, Gloria Estefan, Luis Fonsi, Gente de Zona, Juanes, Gilberto Gil, Ivano Fossati, Giuliano Sangiorgi, Jovanotti, Tiziano Ferro e molti altri.
La cantante romagnola, così come tanti altri rappresentanti della cosiddetta “vecchia guardia”, ha risentito negli ultimi tempi di un fisiologico ricambio generazionale, figlio di un’epoca musicale piuttosto differente rispetto ai suoi esordi. Dalla sua parte può contare dell’incondizionato supporto del suo esercito di sostenitori, molti dei quali la seguono sin dalla prima ora, altri accumulati nel corso degli anni.
Questo perchè la musica di Laura Pausini va oltre qualsiasi moda del momento, resiste nel tempo grazie al linguaggio e alle sonorità universali, una spiccata riconoscibilità su cui ha basato l’intera carriera. Pochi artisti hanno avuto la stessa determinazione, perchè non è facile riuscire a mantenere la propria notorietà in più nazioni contemporaneamente, in posti con culture e dinamiche discografiche diverse.
Ciò che funziona in America Latina non è detto che funzioni in Europa e viceversa. Non a caso, l’Istituto Tecnologico del Massachusetts l’ha inserita nel progetto “Pantheon”, indicandola tra i 200 artisti di maggior impatto della storia della musica. L’ugola di Solarolo ha il merito di aver selezionato con cura il proprio repertorio, restando sempre fedele alla propria identità, successo dopo successo.
Chi ha collaborato al suo fianco la definisce un’inguaribile stacanovista e, forse, questa sua abnegazione al lavoro rappresenta un po’ l’ingrediente segreto della sua popolarità, il tutto misto alla fortuna di essersi trovata pronta e preparata al momento giusto. Anche oggi, alla vigilia dell’importante e prestigioso appuntamento con gli Oscar, ci auguriamo che la sorte sia ancora una volta dalla sua parte.
Comunque vada, da italiani, dovremmo sentirci orgogliosi di questa nomination e del percorso realizzato da Laura Pausini in questi ventotto anni di carriera. La sua è una storia semplice e tutta italiana, di quelle che vale la pena raccontare, approfondire e seguire con la dovuta partecipazione. Tifando spassionatamente per quella che, agli occhi del mondo, è considerata una nostra autentica eccellenza.