Il Concerto del Primo Maggio 2021 va in archivio con le polemiche sulle parole di Fedez, il messaggio di Michele Bravi e il seno nudo di Chadia Rodriguez. Ma in passato… è successo anche di peggio!

Il Concerto del Primo Maggio 2021 si è chiuso con un risultato più che buono in termini di ascolto televisivo. Un’occasione in cui la musica è stata protagonista e si è concretizzata quella volontà di ripartire. Sul palco più di un messaggio sul quale riflettere e che ha portato enormi discussioni.
Non è la prima volta che il Concertone è sinonimo di polemiche e la censura è stata l’ombra dalla quale sfuggire in più di un’edizione. Riepiloghiamo quanto successo in passato.

Concerto del Primo Maggio – Il Toro Loco Piero Pelù e la differita causata dalle parole di Daniele Silvestri
Il monologo di Fedez è stato solo l’ultimo esempio di una forte pressione politica sul Concerto del Primo Maggio e di una sensazione di libertà troppo spesso sbandierata, ma che nei fatti non sempre si è potuta esplicitare.
Uno dei nomi più controversi delle varie edizioni è quello di Piero Pelù, sul palco anche nel 2021, ma che dopo anni da incendiario ha trovato una confort zone rock, preferendo i fatti alle parole.
Nel 1993 Piero Pelù, in quel periodo frontman dei Litfiba, parlò alla Piazza di Papa Giovanni Paolo II che, a suo parere, esprimeva troppo spesso pareri sul sesso, mentre avrebbe dovuto dedicarsi a temi più religiosi. Al termine dell’esibizione l’artista urlò “Papa, ma sai n’a sega“. Già prima di salire sul palco il Toro Loco infilò un preservativo nel microfono di Vincenzo Mollica durante un’intervista.
Nel 1997 i Litfiba, al culmine del successo, chiusero il Concertone, ma la loro esibizione non fu trasmessa in diretta dalla Rai, che chiuse la trasmissione quando Piero e Ghigo salirono sul palco.
Nel 2014, poi, Pelù attaccò il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, definendolo “Il non eletto, il boy scout di Licio Gelli“. Un’uscita che costò al rocker una querela e il pagamento di 20’000 euro.
L’edizione 2004 fu trasmessa in differita di 20 minuti a causa di un’uscita dell’anno precedente di Daniele Silvestri. In quell’occasione il cantautore romano, sul palco anche nel 2021, criticò aspramente il Governo Berlusconi e la sua lotta contro la Magistratura.
Concerto del Primo Maggio – Elio e Le Storie Tese e il Management del Dolore Post Operatorio
Nel 1991 Elio e Le Storie Tese, invece delle canzoni previste, lesse in musica un articolo tratto dal settimanale L’Espresso. Un concentrato di nomi di parlamentari coinvolti in fatti illeciti, ma inspiegabilmente assolti. L’esibizione fu sfumata e la linea fu passata a Vincenzo Mollica che intervenne da dietro le quinte.
Quanto accaduto fu raccontato dallo stesso Elio in una puntata de Le Invasioni Barbariche di Daria Bignardi su La7.
“Parlavamo del fatto che la Commissione inquirente che si prendeva cura di Parlamentari coinvolti in fatti illeciti, su 111 casi, 109 casi li ha archiviati tutti, due solo li ha condannati.”
Un messaggio in musica che anticipò quanto poi sarebbe accaduto da lì a poco con lo scoppio di Tangentopoli.
Altro caso spinoso avvenne nel 2013 con l’esibizione in Piazza San Giovanni del Management del Dolore Post Operatorio.
Il leader della band Luca Romagnoli alzò le mani impugnando un preservativo come si trattasse di un’ostia.
“Questo è il budello che uso io. Che toglie le malattie dal mondo. Prendete e usatene tutti. Fate questo, sentite a me.”
Poi, dopo i primi due brani, fu tolto l’audio e il tv iniziò la pubblicità. A quel punto Luca lasciò il microfono e… si abbassò i pantaloni! Un gesto che poi spiegò in un’intervista rilasciata a La Repubblica.
“Possiamo dire che da artisti e lavoratori della musica, visto che si trattava del Primo Maggio, siamo rimasti senza musica e quindi senza il nostro lavoro. E tagliare la musica, tagliare l’arte, privarla delle proprie forze… lascia il pubblico e l’artista senza anima, senza energia. Impossibilitati a dialogare con il pubblico, noi “teatranti” sappiamo parlare benissimo anche con il corpo. E la nudità esibita a seguito dell’interruzione del nostro live, gesto istintivo di protesta, non aveva nulla a che fare col profilattico. Ma la nudità stessa è una critica alla mondanità, come lo sono tutte le nostre canzoni, una critica a questo modo di vedere la moderna società. Il nudo come ritorno alla libertà, alla povertà assoluta, sono concetti addirittura religiosi. La nullità dell’uomo di fronte al destino. Non vedo che cosa ci sia di strano.”
Le altre polemiche
Nel 2011 l’organizzazione fece firmare a tutti gli artisti invitati una liberatoria che impedisse loro di parlare del referendum del mese successivo in materia di energia nucleare.
Vent’anni prima i Gang salirono sul palco invitando tutti i lavoratori italiani a scioperare contro il Governo Andreotti ed eseguendo il brano Socialdemocrazia anziché l’annunciato Ombre rosse. In quel caso gli organizzatori furono presi in contropiede e non poterono far più nulla.
Nel 2007 il presentatore Andrea Rivera tuonò contro il Vaticano per aver vietato i funerali a Piergiorgio Welby e di averli permessi a dittatori come Franco e Pinochet e a un componente della Banda della Magliana.
Un artista che non ha mai avuto paura di schierarsi è Fabrizio Moro, sul palco anche in questa ultima edizione. Le sue parole contro l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pronunciate a Roma nel 2014, pesarono e parecchio, ma la sua condotta sul palco del Concerto del Primo Maggio non diede mai adito a polemiche.
A questo punto, la domanda sorge spontanea. Il Palco del Primo Maggio è davvero libero? Lo è mai stato nelle 32 edizioni? La risposta potrebbe essere… ai posteri l’ardua sentenza…
Foto di Roberto Panucci