Esce venerdì 7 Maggio, sia in fisico che in digitale, il nuovo disco del producer salernitano TY1, intitolato “DJUNGLE”, contenente 24 grandi ospiti, protagonisti della scena musicale italiana e internazionale

Tempo di nuova musica per Gianluca Cranco, alias TY1, conosciuto come uno dei producer più significativi della scena urban, deejay veterano della scuola hip hop. “DJUNGLE” è il titolo del suo nuovo progetto discografico, in uscita il 7 maggio per Thaurus (under exclusive license to Believe). Quattordici brani in scaletta arricchiti dalle partecipazioni di ben ventiquattro artisti della scena musicale contemporanea.
Da Marracash a Guè Pequeno, passando per Massimo Pericolo, Pretty Solero, Myss Keta, Noyz Narcos, VillaBanks, Paky, Ernia, Capo Plaza, Jake La Furia, Speranza, Taxi B, Rkomi, Ketama126, Samurai Jay, Geolier, Neffa, Tiromancino, Pablo Chill-E, Mc Buzzz, Dosseh, Touchè e Vettosi. Questi i nomi degli ospiti che impreziosiscono la scaletta, artisti provenienti da mondi anche diversi, uniti dallo stesso producer.
«Il disco racchiude e racconta il percorso di un dj e produttore che parte da un piccolo quartiere di Salerno, in mezzo al nulla, con in tasca solo la voglia di fare musica e di riuscire a portarla a tutti – racconta nel corso dell’odierna conferenza stampa di presentazione del progetto – questa è la mia storia, come quella di molti che hanno fatto della propria passione un mezzo per riuscire ad elevarsi».
Un percorso iniziato tempo fa, quando la musica hip hop era ancora underground: «Eravamo pochissimi ad ascoltare rap, la musica mi ha dato la possibilità di sognare, di costruirmi una carriera, portandomi a suonare in giro per tutto il mondo. Questo mi ha sempre dato la forza per andare avanti, volevo spaccare ed emergere grazie alle mie abilità, misurandomi con i più grandi».

«Per questo lavoro mi sono sentito una sorta di direttore artistico che, tra amici e nuove leve, è riuscito a mettere insieme 24 artisti creando connessioni tra di loro su ciascun brano. Le canzoni sono nate d’istinto, ad ogni strumentale ho deciso in un secondo momento di associare un artista. Il suono è molto street, all’interno c’è tanto groove e tanto ritmo afro. Una vera e propria giungla, sono solo urbana».
E sull’evoluzione del suo ruolo negli anni, precisa: «Il producer viene sempre visto come un regista dietro le quinte, in realtà, almeno per quanto mi riguarda, il lavoro è molto più trasversale. Si tratta di far coesistere artisti provenienti da mondi diversi, come è capitato in questo lavoro ma anche in altri casi, ad esempio con Neffa e Coez che, prima di incidere “Aggio perzo ‘o suonno“, non si conoscevano».
«La musica mi ha sempre dato motivo di crescita, la spinta per non fermarmi mai. Anche nei momenti più bui, non ho mai perso il focus, come può essere capitato a tanti colleghi durante il lockdown. Personalmente ho preferito utilizzare quel tempo a disposizione per costruire in nuovi progetti, cercando nuovi stimoli. Questo è un disco di canzoni, non un assembramento di mattoncini lego».