Il cantautore italo-francese Claudio Capèo si esibito per la prima volta in Italia sul palco del Concerto del Primo Maggio di Roma a fianco di Gianna Nannini.

Claudio Capeo - Penso A Te

Il cantautore francese di chiare origini italiane Claudio Capèo si è esibito per la prima volta in Italia in occasione del Concertone del Primo Maggio.

L’artista oltralpe ha già venduto oltre un milione di copie e recentemente ha conquistato il disco di platino con l’album Penso A Te, un omaggio alla cultura del nostro Paese. Il disco contiene il brano Ciao Mia Bella interpretato insieme a Gianna Nannini e scritto dai due con Pacifico e Davide Esposito.

Intervista a Claudio Capèo

Prima esibizione italiana sul palco del Concerto del Primo Maggio con Gianna Nannini. Com’è andata?

«Sono carico, felice. È stata una forte emozione potermi esibire su questo palco importante al fianco della grande Gianna Nannini. Con i miei musicisti abbiamo lavorato tanto per poter offrire al pubblico italiano il miglior spettacolo possibile e per fare conoscere agli il mio universo musicale. Spero che il messaggio sia passato.»

Come mai hai pensato di duettare proprio con Gianna Nannini?

«Avevo il desiderio di un featuring in questo album di omaggio all’ItaliaGianna Nannini è sempre stata un mito per me, in Francia la conoscono tutti grazie al grande successo “I Maschi“.

Così, grazie all’aiuto di Davide Esposito e Pacifico che hanno scritto con me l’inedito “Ciao Mia Bella“, abbiamo chiesto a Gianna se avesse voluto partecipare a questo progetto e cantare con me in duetto. Pacifico che la conosce bene e che lavora con lei da anni me l’ha presentata.

Gianna non solo ha accettato,  cosa che mi ha reso felicissimo ed onorato, ma ha anche portato il suo tocco nel testo ed ovviamente la sua grande energia e la sua voce inconfondibile.»

Qual è stato il punto di svolta nella tua carriera in Francia?

«Il punto di svolta della mia carriera in Francia è stato The Voice. All’inizio non volevo partecipare, poi ci siamo detti con i miei amici musicisti che era il momento di dare una spinta al nostro percorso e cercare di ottenere maggiore visibilità.

Sono uscito quasi subito dalla competizione, ma qualche giorno più tardi colui che è diventato il mio produttore Sebastien Saussez mi ha chiamato per propormi un contratto discografico.»

Penso a te” è un album in cui hai rivisitato diversi classici italiani. Come hai scelto i brani da inserire?

«Erano i brani che ascoltavo da bambino nella Fiat Tempra di mio padre. Partivamo in viaggio con i miei genitori e mia sorella per andare a trovare la famiglia in Sicilia ad Avola, paese di origine di mia madre, o a Bonefro in Molise.

Durante il viaggio alternavamo le varie cassette senza sosta. Lato A e lato B contenenti i brani di questi grandi artisti italiani.

La scelta è stata piuttosto naturale ed è stata anche l’occasione per dare la possibilità alle nuove generazioni francesi di scoprire questi capolavori della musica italiana.»

Qual è la differenza di fondo tra musica italiana e francese?

«Parliamo sempre di musica, un linguaggio universale. Forse è più una questione di sonorità, di arrangiamenti. Ci sono però sicuramente degli stili in cui la Francia e l’Italia hanno punti in comune.»

Nel singolo “C’est une chanson” hai parlato delle tue origini italiane. Cosa rappresenta per te l’Italia?

«I miei genitori sono nati in Italia, successivamente emigrati in Francia per cercare lavoro. Si sono conosciuti in Alsazia dove viviamo tutti attualmente. Il legame con l’Italia è sempre stato molto forte, sia perché ogni anno venivamo a trovare la famiglia o in Sicilia o in Molise ed anche perché a casa si parlava italiano. Sono cresciuto circondato dalla musica, dalla cultura italiana, dalle belle e sane tradizioni. Amo l’Italia e sono davvero contentissimo all’idea di potermi esibire nel mio paese di origine.»

L’Italia e la Francia negli ultimi anni hanno sviluppato una certa attenzione verso rap e trap. Che rapporto hai con questo genere musicale?

«Seguo la scena rap e trap che è molto presente anche in Francia. È una forma comunicativa a livello di linguaggio musicale sicuramente interessante e riesce a trasmettere messaggi ai giovani in maniera diversa rispetto alla musica pop. L’importante resta la sincerità e il valore del messaggio che si vuole passare.»

Se dovessi scegliere, parteciperesti al Festival di Sanremo ed Eurovision Song Contest?

«Sicuramente sceglierei il Festival di Sanremo. Da piccolo lo guardavamo spesso con i miei genitori. È uno show televisivo mitico e sarebbe davvero bellissimo potervi partecipare.»