Quattro chiacchiere con il producer milanese Giordano Colombo: dal successo di “Musica leggerissima“ all’etichetta Pulp Music, fondata e gestita con Federico Nardelli

Da musicista a produttore: com’è avvenuto esattamente il passaggio?
«Tutto è iniziato in modo abbastanza sincronizzato, da batterista e da appassionato di strumenti anche armonici, ho cominciato subito ad occuparmi anche di registrazione. Con le band con cui suonavo ho sviluppato questa mia predisposizione, sperimentando sul campo, acquisendo nel tempo maggiore esperienza. Una delle prime esperienze realizzate in studio è stata con Marco Guarnerio, produttore degli 883 e dei primi lavori de Le Vibrazioni, ho imparato molto lavorando al suo fianco».
Quanto ha inciso Milano nel tuo percorso professionale?
«Molto, venendo dalla provincia trascorrevo parecchio tempo in città, tra sale prove di giorno e locali di sera. La scena milanese è sempre stata ricca di posti dove suonare, ricordo le Scimmie, la Casa 139 e realtà che purtroppo non ci sono più. E’ stato un po’ un trauma vederne chiudere altre a causa della pandemia, mi riferisco all’Ohibò e Il Serraglio. In termini musicali, Milano ha sempre offerto tanto. Adesso bisogna ripartire, ricostruire dalle ceneri».
Da qualche tempo fai spesso coppia con Federico Nardelli, come prosegue il vostro sodalizio?
«Abbiamo creato insieme un’etichetta discografica, la Pulp Music, nata tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Chiaramente ci troviamo molto bene a lavorare insieme, molti progetti li seguiamo in coppia, di conseguenza è un rapporto che sta funzionando bene».
Quali sono gli artisti che fanno parte del roster di Pulp Music?
«Abbiamo iniziato da poco, l’intenzione è quella di lavorare sugli artisti a lungo termine, la nostra visione è quella di far crescere un progetto e far sì che diventi una realtà affermata del panorama musicale nazionale. Attualmente abbiamo quattro artisti: VV, che gestiamo in collaborazione con Maciste Dischi; Caleido, ex membro dei Siberia in uscita a breve con il suo primo album solista; Versailles, con cui abbiamo fatto uscire ancora un solo brano; infine Tancredi, che sta partecipando attualmente ad “Amici”, riscuotendo un discreto successo in termini di stream».
Come avviene l’attività di scouting? In che modo i ragazzi possono mandarvi le loro candidature?
«Sul nostro sito web abbiamo un form dove è possibile mandare una mail a info@pulp-music.com per spedire il proprio materiale. Ogni quindici giorni facciamo una session di ascolti di tutto ciò che ci arriva, naturalmente siamo molto selettivi e critici, un approccio necessario per scoprire e seguire i veri talenti. Diciamo che io e Federico siamo difficili da convincere, ma quando sposiamo un progetto ci immergiamo al 100%».
Cosa cercate di preciso in un momento come questo?
«Nei talenti cerchiamo in primis la capacità di saper scrivere canzoni. A parer mio, in questo momento c’è tantissimo fermento tra i giovani, molti ragazzi hanno già le idee chiare e questo è un requisito fondamentale. Ci sono arrivati progetti interessanti anche da diciassettenni, sorprendentemente maturi e ben a fuoco. Avere la possibilità di autoprodurre nella propria cameretta la musica al pc ha sicuramente stimolato le nuove generazioni, credo che questa cosa faccia bene alla loro creatività. Rispetto ai soliti provini piano e voce o chitarra e voce, adesso ci arrivano brani con un’ossatura sonora importante. Trovo che sia importante che questo aspetto si sviluppi all’inizio del processo, insieme alla canzone, e che non venga aggiunto dopo con l’arrangiamento. Per funzionare ritengo necessario che già in fase di scrittura il pezzo abbia una forma simile a quella finale».
Tra le produzioni realizzate insieme a Federico c’è “Musica leggerissima” di Dimartino e Colapesce, canzone che sta ottenendo un successo incredibile. Quando vi siete resi conto di avere tra le mani una potenziale hit?
«Sin da subito c’erano delle buone vibes in studio, già in tempi non sospetti, parlo dello scorso settembre. Sono quelle cose che ti scoppiano poi in mano. Mi era già capitato in passato con “Amen” di Francesco Gabbani di dire “caspita, questo pezzo può funzionare”. Diciamo che in due o tre occasioni ci ho visto lungo (sorride, ndr), poi tante altre volte no, però ci sta e fa parte del gioco. Oltre all’aspetto sonoro, “Musica leggerissima” è una canzone apparentemente leggera, ma con un sottotesto più scuro. A me piace questo contrasto, che magari molti non colgono nemmeno, si concentrano più sull’aspetto spensierato del pezzo, in realtà dietro c’è un messaggio importante, incentrato sulla ricerca di cambiamento, figlia di un momento storico così particolare».
Cosa pensi del fenomeno dei tormentoni estivi?
«Non li giudico male, trovo che sia un fenomeno progredito nel tempo, canzoni che servono a farci compagnia nei mementi in cui non si vuole pensare a niente. Trovo che siano molto difficili da realizzare, chi se ne occupa ha veramente tantissima stima da parte mia, perchè il confine tra il commerciale e il ricercato è veramente sottile. Parliamo di brani che rimangono negli anni, questo denota una certa qualità che credo debba essere riconosciuta».
Qual è l’augurio che ti senti di rivolgere all’intero settore in vista della stagione estiva?
«Spero che con i vaccini si riescano a contenere i casi, consentendo di riaprire piano piano le attività dal vivo, i concerti che annualmente siamo abituati a vedere o fare, e che dall’anno scorso non hanno più avuto luogo. L’augurio è che si ritorni come prima o, se possibile, anche meglio. D’estate come anche d’inverno».