Si intitola “Paesaggio dopo la battaglia“ il nuovo disco di Vasco Brondi, in uscita venerdì 7 maggio, autoprodotto da CaraCatastrofe e distribuito da Sony Music

Anticipato dai singoli “Chitarra nera” e “Ci abbracciamo“, arriva negli store digitali e tradizionali “Paesaggio dopo la battaglia“, il nuovo attesissimo progetto discografico di Vasco Brondi, il primo dopo la chiusura del ciclo de Le luci della centrale elettrica. «Nonostante siano tanti anni che faccio musica, penso di non aver mai sviluppato un qualche potere decisionale, “quel che arriva arriva” è da sempre la mia filosofia di vita», racconta l’artista emiliano nel corso della sua conferenza stampa di presentazione dell’album.
«Questo è un disco fatto di battaglie intime e collettive, per la prima volta ci metto il mio nome e, proprio per questo, ho voluto circondarmi di musicisti con cui ho sempre voluto suonare. E’ stata un’esperienza forte, quella di potersi confrontare con professionisti che arrivando anche da altri mondi. Negli ultimi anni ho iniziato la pratica di riprendere la musica come un mio momento intimo, come uno strumento di conoscenza di me stesso. Sono molto convinto che la scrittura sia un grande anticorpo, l’ho sentito fortissimamente soprattuto in questo ultimo controverso anno».
“Paesaggio dopo la battaglia”, la cui produzione artistica è curata da Taketo Gohara, Vasco Brondi e Federico Dragogna, si arricchisce della partecipazione e la collaborazione di numerosi musicisti di importanza internazionale: da Mauro Refosco (Red Hot Chili Peppers, David Byrne) a Paul Frazier (David Byrne), fino ad arrivare ad Enrico Gabrielli e Alessandro “Asso” Stefana (PJ Harvey, Vinicio Capossela, Mike Patton). Un lavoro introspettivo, ma per certi versi corale, figlio dei tempi, ma anche di una profondità universale e atemporale.
In scaletta dieci canzoni che sviscerano lo stato d’animo quiete dopo la tempesta, in maniera lucida e consapevole: «Per me è importante che nelle canzoni ci sia un soffio di vita, altrimenti si tratta di semplicemente generalizzazioni, mentre i dettagli sono fondamentali, perchè ci contraddicono e ci rendono umani. Picasso diceva che l’arte serve a togliere la polvere dai giorni, quindi ce li fa vedere più splendenti, permettendoci di sentire quel cuore incandescente che c’è all’interno del pianeta Terra, composto dalle nostre stesse sostanze. Questo è il mio modo di vedere le cose».
La tracklist di “Paesaggio dopo la battaglia”
- 26.000 giorni
- Ci abbracciamo
- Città aperta
- Paesaggio dopo la battaglia
- Mezza nuda
- Due animali in una stanza
- Adriatico
- Luca crescente
- Chitarra nera
- Il sentiero degli dei

© foto di Max Cardelli