Dai fiori di Sanremo ai tulipani olandesi, la grinta dei Maneskin è sbarcata a Rotterdam pronta a lasciare il segno, per cercare di conquistare il pubblico europeo e restituire all’Italia un titolo che manca da oltre trent’anni

La consacrazione internazionale dei Maneskin potrebbe passare dal crocevia europeo di Rotterdam. In tal senso, quella che si è appena aperta sarà una settimana decisiva, in cui avremo modo di assistere alla 65esima edizione dell’Eurovision Song Contest, rassegna canora alla quale prende parte per la quarantaseiesima volta anche il nostro Paese.
Negli ultimi dieci anni, dopo una lunga assenza, l’Italia è tornata a far parte del cast della manifestazione da protagonista, schierando in campo proposte valide che non sono di certo passate inosservate ma, forse, è giunta l’ora di alzare ancora di più il tiro. Dopo essere arrivati sesti nel 2017 con Francesco Gabbani, quinti nel 2018 con la coppia Meta-Moro e secondi nel 2019 con Mahmood, il trend potrebbe continuare ad essere in positivo, o almeno è quello che ci auguriamo un po’ tutti.
Se è vero che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, questa volta a separare le due rive è soltanto un fiume, lo stesso che attraversa la città di Rotterdam. Secondo i bookmaker europei, infatti, questa volta partiamo da favoriti: i Maneskin sono balzati in vetta ai pronostici grazie alle convincenti performance realizzate durante le loro prime due giornate di prove.
La band romana ha superato la Francia nei pronostici della viglia, come riporta l’autorevole fonte dell’EurovisionWorld, che monitora in tempo reale le probabilità di vittoria dei vari Paesi partecipanti. Cresce dunque l’attesa per la finale dell’Eurovision, trasmessa da Rai Uno in prima serata sabato 22 maggio. Damiano, Victoria, Ethan e Thomas hanno voglia di far bene, di espandere ulteriormente l’orizzonte del loro successo.
A rappresentarci quest’anno saranno quattro giovani ragazzi affamati, con un bagaglio che vanta già tante esperienze importanti e un’indecifrabile voglia di spaccare. Trasgressione ed energia si mescolano per dar vita ad un vero e proprio fenomeno glam rock forse un po’ inedito per il nostro Paese, almeno agli occhi del mondo. Proprio per questo, l’effetto-sorpresa potrebbe giocare decisamente a nostro favore.
Ancora una volta, l’Italia si mostra come una realtà dalla grande varietà musicale, soprattutto se consideriamo le proposte che ci hanno rappresentato in ottica Eurovision negli ultimi anni: da Raphael Gualazzi a Marco Mengoni, da Nina Zilli ad Emma, da Il Volo a Francesca Michielin. “Zitti e buoni” è uno di quei pezzi che non ti aspetti dal Paese del bel canto, ma è giunto il momento di portare al di fuori dai nostri confini le nuove realtà che si sono imposte qui da noi negli ultimi anni, le stesse che hanno favorito un significativo ricambio generazionale.
Tra questi baldi giovani rivoluzionari ci sono naturalmente i Maneskin, autentici animali da palcoscenico che, siamo certi, riusciranno a regalare una performance live di grande livello, in momento in cui la musica dal vivo ci manca profondamente. Comunque andrà a finire, certo è che ce la giocheremo ancora una volta fino in fondo, consapevoli del nostro grande potenziale musicale. Insomma… non succede, ma se succede… noi siamo pronti.