Alla vigilia della finalissima dell’Eurovision Song Contest, i Maneskin si concedono alla stampa italiana confidando: «Arrivati a questo punto, un po’ ci crediamo»

Maneskin Eurovision Song Contest

Mancano poche ore e scopriremo quale sarà il Paese che si aggiudicherà il titolo della 65esima edizione dell’Eurovision Song Contest. Grandi chance per i Maneskin che sono intervenuti questa mattina, venerdì 21 maggio, nella conferenza indetta da Mamma Rai. E’ la prima volta che l’azienda di Viale Mazzini organizza un incontro stampa con i propri rappresentanti alla vigilia della finale della kermesse europea.

La Tv di Stato vorrebbe riportare in Italia un riconoscimento che manca da ben trentuno anni, dall’ultima storica vittoria di Toto Cutugno avvenuta nel 1990 in quel di Zagabria. In diretta streaming dalla Sala degli Arazzi, sono presenti all’appello: il direttore di Rai Uno Stefano Coletta, il vicedirettore Claudio Fasulo, i neo commentatori Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio, oltre agli stessi Maneskin in collegamento da Rotterdam.

«Non vediamo l’ora che arrivi finalmente domani – raccontano all’unisono Damiano, Victoria, Ethan e Thomas – siamo onorati di poter rappresentare l’Italia in una vetrina importante come questa. La stiamo vivendo come a Sanremo, della serie “non succede ma se succede…”. Cerchiamo di mantenere la concentrazione sulla nostra performance, il giudizio lo lasciamo agli altri, ma un po’ ci stiamo credendo, questo va detto». 

La loro “Zitti e buoni” è la canzone in gara all’Eurovision più ascoltata al mondo, in più i bookmaker continuano a darli per favoriti, con sempre maggiore distacco rispetto alla Francia, come riporta l’autorevole fonte dell’EurovisionWorld, che monitora in tempo reale le probabilità di vittoria dei vari Paesi partecipanti. Cresce dunque l’attesa per la finale di domani, che sarà trasmessa in diretta su Rai Uno a partire dalle 20.40.

Sui loro punti di forza, i Maneskin precisano: «Non crediamo di avere una formula, non facciamo le cose sempre allo stesso modo, ci adeguiamo alle situazioni. Crediamo che la forte comunicabilità che abbiamo sul palco sia frutto del nostro affiatamento, alla fine siamo quattro amici che sono cresciuti suonando insieme. Ci divertiamo a performare, pensiamo che questo sia il nostro segreto: la trasparenza unita alla sincerità con cui ci approcciamo al palco e alla musica in generale».

«Ci piace l’idea di rappresentare l’Italia a modo nostroconcludono i quattro giovani di Monteverde – perchè da noi non c’è solo la musica stereotipata e tradizionale che fa parte dell’immaginario collettivo. Qui a Rotterdam si respira un grandissimo supporto reciproco, la competizione con gli altri artisti non la sentiamo per niente, abbiamo tutti voglia di tornare a cantare davanti al pubblico. C’è davvero grande entusiasmo, l’Eurovision sta dimostrando che è possibile tornare ad esibirsi in sicurezza».