Quattro chiacchiere con Simone Rizzuto, rapper classe ’98 meglio conosciuto con lo pseudonimo di Mr. Rizzus, in uscita con il suo nuovo progetto discografico “Politicali Correct“, disponibile per Honiro dallo scorso primo giugno

Come si è svolto il processo creativo di questo progetto?
«Avevo pronte alcune canzoni già da diversi mesi, mentre le altre le ho realizzate in un secondo momento. Ho aggiunto i featuring immaginando chi potesse dare qualcosa in più ad ogni singola traccia, quel tocco particolare. Ringrazio tutti gli ospiti presenti, da Peppe Soks a Jack The Smoker, passando per Caneda, Tony Boy, Vale Bronson, Markino e Vendetta».
Il tuo è un progetto che riporta l’attenzione su un genere che nasce real, cresce e forse muore anche un po’ fake. Trovi anche tu che ci sia troppa costruzione in giro?
«Sì, assolutamente. Penso che per risultare real, una persona non debba essere per forza di cose un criminale, piuttosto dovrebbe semplicemente rappresentare quello che vive realmente. L’approccio fake entra in gioco quando vuoi costruirti un’immagine diversa, perchè si ipotizza che possa essere più apprezzata, ma alla fine non c’è nulla di più convincente della verità».
Essere se stessi è un po’ la chiave per non somigliare a nessun altro… in un’epoca come questa, cosa ti spinge con tale fermezza a concentrarti unicamente sul tuo percorso e non badare soltanto ai risultati?
«Ho sempre pensato che la musica migliore viene fuori proprio quando non pensi ai risultati, quando ti concentri e cerchi di lavorare sodo in studio. Se pensi soltanto a fare soldi, banalmente, rischi di perdere di vista la tua passione, il fuoco che hai dentro. Così, alla fine, rischi di non concludere nulla».
Quanto influisce Monza nelle tue produzioni?
«Tantissimo, soprattutto negli ultimi anni. Da quando è diventata una provincia, si avverte una certa voglia di indipendenza. Personalmente cerco di raccontare e di parlare dei problemi della mia città, che sono sicuramente diversi da quelli di una realtà come Milano. Ci sono tanti artisti famosi che omettono di provenire da Monza, mentre invece ne vado orgoglioso, per questo ho voluto girare molti dei miei video qui, anche se può sembrare all’apparenza meno figo».
Ti senti in qualche modo appartenente ad una scena musicale specifica?
«Sai, le divisioni ci sono sempre state, secondo me bisognerebbe cercare di essere molto più uniti, un po’ come lo sono all’estero, tipo in Francia o in Inghilterra, dove i rapper si supportano maggiormente tra loro. Qui da noi c’è più chiusura, anche se personalmente non mi sento parte di una scena specifica. Trovo sia giusto provare a creare di trovare un proprio spazio, ma senza imporsi dei limiti».
Che rapporto hanno Simone Rizzuto e Mr. Rizzus? Vanno d’accordo o a volte “scazzano”?
«All’inizio della carriera non andavano molto d’accordo, perchè caratterialmente sono molto timido. Da una parte ho dovuto soffocare quel mio aspetto più sensibile, per una serie di circostanze ho tirato fuori la grinta sin da ragazzino, crescendo piuttosto in fretta, trasformando il mio lato introspettivo in qualcos’altro. Alla fine non ho mai messo una maschera, quindi Simone e Mr. Rizzus hanno sempre viaggiato parallelamente».
Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di “Politicali Correct”?
«Sono contento di aver realizzato uno street album di dieci tracce, perchè è quello che il mio pubblico mi chiedeva da circa un anno e mezzo. In più, sono orgoglioso del concept del disco, con il mio manager ci abbiamo lavorato a lungo, pur cercando di variare di traccia in traccia. Scorrendo la scaletta si può trovare la canzone club, così come il brano rappato, il pezzo ignorante o quello più romantico. Sono contento di questa varietà, così come dei featuring che reputo tutti azzeccati. Infine, spero di riuscire a fare anch’io dei live, tornare a portare in giro la mia musica».