I The French Fries sono Danilo Tasco e Mia Meneghini. Lui già noto musicista e produttore (Negramaro), lei danzatrice e coreografa: due personalità eclettiche che uniscono le proprie esperienze e creano The French Fries, dando voce a un estro creativo che sboccia in una produzione musicale visionaria, di cui sono autori e interpreti e produttori. Li abbiamo intervistati in occasione dell’uscita del loro nuovo singolo Take Me Beside You.

Ciao ragazzi e grazie per la vostra disponibilità. Iniziamo dalla domanda probabilmente più inflazionata: da cosa deriva il vostro nome?
D: Il nome è piuttosto singolare. Stavamo facendo ascoltare la bozza del nostro brano a Giuliano Sangiorgi. Era una versione ancora piuttosto primitiva e volevamo sapere cosa ne pensasse. Lui ascoltò e poi disse: “Wow! Non sembrate voi, sembrate un duo del Nord Europa, i The French Fries!”. Da lì poi ci è rimasto, è come se un padrino avesse battezzato suo figlio. Oltretutto suonava anche bene. Prima dell’uscita del nostro primo singolo ci siamo messi lì a pensare ad altri nomi possibili ma questo alla fine ci è parso perfetto.
Danilo, c’è qualcosa che ti porti dietro in questo progetto dalla tua esperienza con i Negramaro?
D: È tutto diverso perchè facciamo una cosa completamente diversa ma sarei di sicuro ipocrita se dicessi che non mi porto dietro tutta l’esperienza maturata in anni con la band. Produciamo da noi tutti i pezzi e giriamo anche i videoclip. Era iniziato come passatempo nel tempo libero e pian piano è diventata una cosa sempre più seria. Quando si va oltre la musica e si inizia a guardare tutte le varie fasi della produzione musicale è indubbio che la mia esperienza con i Negramaro e l’esperienza di Mia nel mondo del teatro e del musical tornino utili. Siamo proprio l’unione delle nostre esperienze.
Cosa vi ha portato a lanciarvi in questo genere, totalmente differente da quanto avete affrontato nella vostra vita artistica?
D: Il progetto nasce proprio nel tempo libero che avevo tra tutti i miei impegni come batterista dei Negramaro. Invece di dedicarmi a degli hobby che avrei potuto avere, usavo i ritagli di tempo per dare linfa al mio sfogo creativo. Ho iniziato a fare produzioni mie, alternative, che partivano da un altro punto di partenza. All’inizio era pura elettronica, non erano cantate, poi ho iniziato a metterci sopra dei sample vocali. Mentre ero lì a lavorare a queste linee di basso e linee vocali, Mia era nella stessa stanza e stava lavorando a delle cose per conto suo. Mi è venuto in mente di chiederle un aiuto perchè lei ha molta più esperienza nell’approccio vocale ed abbiamo deciso di cantare insieme, facendo nascere i The French Fries. È stata un’evoluzione naturale.
Essere una coppia anche nella vita aiuta a livello artistico?
M: Non è da tutti riuscire a lavorare insieme quando si è una coppia. Molti ci provano e falliscono. Nonostante abbiamo degli approcci diversi al lavoro, abbiamo delle visioni abbastanza collimanti. Percorriamo strade diverse per arrivare allo stesso punto, Danilo è più visionario, mentre io sono più pratica e più organizzativa. Però abbiamo entrambi la stessa idea finale.
Il vostro genere è qualcosa che secondo voi può funzionare nel panorama musicale di oggi?
D: Ce lo chiediamo tutti i giorni. Non ce lo siamo mai veramente chiesti ma vediamo gli streaming che iniziano a crescere e l’affetto della gente che ci circonda. I brani che pubblichiamo sono brani che abbiamo già ascoltato nel nostro privato e vedere che altra gente li apprezza. Certo, con i Negramaro ho fatto tanti multiplatino però questo progetto è diverso. Non posso fare altro che augurarcelo che quello che facciamo funzioni.
C’è qualche figura musicale a cui vi ispirate per il vostro sound?
D: Siamo un po’ un mix, essendo diversi io e lei ci è diventato naturale fonderci. I riferimenti non possono che essere contaminati dai nostri ascolti, quello che ascolto io e quello che ascolta lei. Abbiamo però dei riferimenti comuni: ci piace ad entrambi molto Madonna, ci piace Lady Gaga, ascoltiamo tanto band moderne come i 21 Pilots. È inevitabile quindi trovare nella nostra musica delle influenze trasversali. Il nostro mondo si dipanerà nel nostro album che conterrà questi tre singoli e tutto il resto della nostra produzione in due anni di lavoro. Speriamo che la gente possa ascoltare questa trasversalità nella globalità delle tracce.
Quali sono le vostre ambizioni per il futuro?
D: Già l’album sarebbe una cosa fantastica poi ovviamente quando uno inizia a sognare perchè dovrebbe fermarsi? Non racconto i sogni per scaramanzia però ovviamente ci sono delle cose che ameremmo fare.
Pensate di portare questo progetto in concerti live ora che la musica sta tornando?
D: Ci piacerebbe moltissimo. Rispetto al primo singolo, in cui eravamo ancora un po’ in trasformazione, oggi siamo molto più consapevoli del nostro progetto. Quando facciamo i viaggi in macchina e canticchiamo le nostre canzoni è un po’ come se stessimo già facendo le prove per il tour. È molto più vicino oggi il momento in cui finalmente faremo ascoltare qualcosa dal vivo.
Quale dei vostri pezzi secondo voi vi rappresenta di più?
M: Il nostro ultimo singolo, Take Me Beside You, probabilmente. È un riassunto di quello che siamo musicalmente ed anche visivamente. Siamo molto orgogliosi anche del videoclip con la regia curata da Gianluca Grandinetti ma ci piacciono molto anche le sonorità ed il testo.
D: Anche per il modo in cui è nato, come ti ho raccontato prima. Facevamo delle cose diverse e c’era in comune solo la voglia di stare insieme.
Cosa pensate del mondo della musica oggi?
D: Come tutto sta cambiando, anche il mondo della musica cambia di conseguenza. Ha superato la crisi economica del 2008 ma la storia è un ciclo che si ripete e tornano sia i momenti di crisi che quelli positivi. La costante è la continua evoluzione.