IL PAGANTE, famoso trio milanese che da dieci anni racconta vizi, manie e abitudini di un’intera generazione, torna con un nuovo singolo estivo che invita a divertirsi finche possibile e soprattutto a cogliere l’attimo. “OPEN BAR”, è disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Il vostro nuovo singolo si chiama “OPEN BAR”. Com’è nato e se è stato più difficile del solito a causa della pandemia.

Eddy: “Allora sicuramente in quest’ultimo anno è stato complicato lavorare a musica nuova, però questo brano è stato scritto prima della pandemia, per essere precisi due anni fa. La canzone racconta di una pioggia che potrebbe rovinare una festa e questo incentiva la gente a divertirsi fin che può perché appunto d’estate, all’improvviso, può arrivare quella pioggia a rovinare tutto. Il senso è quello di cogliere l’attimo.”

Nove singoli d’Oro, sette singoli di Platino, due dischi d’Oro. Quando vi siete accorti di non essere solo un fenomeno milanese?

Roberta: “Beh quando inizialmente, non appena abbiamo avuto la possibilità di girare l’Italia, le persone di altre regioni erano più gasate dei lombardi e dei milanesi nel cantare canzoni dove venivano nominati dei posti tipicamente milanesi o dove il famoso “pagante milanese” va in vacanza. Vedere cantare ad esempio “Settimana Bianca” da un siciliano fa effetto.”

Qual’è stata la mossa vincente che secondo voi ha reso possibile tutto questo?

Roberta: “Dare la possibilità alle persone di rivedersi nei nostri testi pur non vivendo quella situazione e poi fondamentale per Il Pagante è sempre stato il sound che è riuscito a riunire un pò tutti, rimanendo sulla Dance, l’EDM e l’Electro. Generi musicali che credo coinvolgano parecchie persone, non solo i lombardi.”

Eddy: “Sicuramente il sound mette d’accordo molte persone, a chi non piace la musica elettronica? Specialmente quella commerciale. Poi all’interno delle nostre canzoni i testi ormai dopo due album hanno tirato in causa tutte le varie tipologie di pagante sparse per l’Italia e ci siamo resi conto che non esiste solo quello milanese. Questa è una mentalità che in maniera diversa c’è in tutto il paese. C’è ancora tanta gente da coinvolgere anche se per ora abbiamo già fatto un ottimo lavoro.”

Da dieci anni raccontate alla perfezione un’intera generazione tra manie, vizi e abitudini. Si prosegue su questa strada o in futuro potrebbero esserci dei cambiamenti? 

Eddy: “Ma guarda io penso che nel momento in cui uno vuole cambiare totalmente la propria identità poi smette di avere quel seguito che ha avuto fino a li. Difficilmente potremo cambiare il nostro look, di certo possiamo variare ma mantenendo sempre il nostro DNA.”

Quanto lavoro c’è dietro ad ogni vostro progetto? Mi riferisco al vostro team e al rapporto che avete con Merk & Kremont.

Eddy: “C’è tanto lavoro, noi poi ci concentriamo molto sui dettagli non solo per quanto riguarda la musica ma anche sui video, infatti mettiamo tanti dettagli e chi ci ascolta poi se ne accorge. Questo è ciò che valorizza il prodotto.”

Federica: “Oltre a tutto questo fondamentale è anche la qualità.”

Tra tutti i vostri pezzi ce n’è uno che magari è stato un pò criticato o quello dove avete più rischiato?  

Eddy: “Guarda per fortuna forse non ce ne sono stati. Ecco ti posso dire che quando è uscita “La Shampista” molta gente ha storto un pò il naso perché il sound era un pò soft rispetto a tutto quello che avevamo fatto prima.” 

Mi viene in mente “Il Terrone va di Moda”…

Federica: “Qua in realtà avevamo più paura noi, Eddy ci ha messo un pò a convincere me e la Roby. Poi in realtà è andata benissimo e la maggior parte di chi vive al sud non si è offesa, capendo che in realtà il nostro era un inno nei loro confronti. Era un elogio. C’è sempre poi una piccola percentuale contraria ma fa parte del gioco, anzi ben venga che comunque se ne parli nel bene e nel male.”

Voi siete partiti nel 2010 con una pagina su Facebook, oggi vi ritroviamo Ambassador per le Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026 (Roberta), Ambasciatrice del body positive (Federica) e Eddy che invece ha da poco fatto uscire “Noi Siamo l’Inter”, inno prodotto da Merk & Kremont. Un bel percorso.

Eddy: “Ti dico la verità questa è una canzone che inizialmente io, insieme a Merk & Kremont, avevamo scritto per farla cantare a qualcun altro. L’obiettivo era trovare un personaggio importante e interista che poteva essere Cattelan o qualcun altro. Poi per proporre la demo all’Inter l’abbiamo registrata con la mia voce, il pezzo ha iniziato a girare per sbaglio su whatsapp, qualcuno l’ha messo su YouTube e allora a quel punto l’abbiamo lasciata così. La Universal ci ha chiamato dicendo di prendere la canzone e così l’abbiamo fatta uscire su Spotify.”

Roberta: “Per quanto riguarda me io mi sono voluta buttare in questa cosa per diventare ambasciatrice delle Olimpiadi perché era un progetto che mi piaceva, poi è una cosa che durerà cinque anni e farà bene a tutto il gruppo.”

Federica: “Nel mio caso io non ho scelto di diventare ambasciatrice body positive, non è mai stata un problema la mia mano solo che inevitabilmente essendo esposta sul web è diventata un bersaglio e quindi mi sono ritrovata a dover combattere contro il cyberbullismo. Non ero neanche pronta perché non si è mai pronti a una cosa del genere. Con gli anni poi tutto è passato anche grazie al mio famoso coming out della mano e mi piace poter aiutare dei ragazzi più giovani che sono nelle mie stesse condizioni o con altre disabilità, per far capire loro che non si è mai soli a combattere contro i leoni da tastiera. La cosa bella è che su Instagram mi scrivono un sacco di ragazzi mentre su Facebook mi scrivono tante mamme e tanti genitori chiedendomi aiuto per i loro figli. Questo è davvero bello.”

Tornano finalmente i live, mi dite un ricordo speciale del primo che avete fatto?

Roberta: “Eravamo a Genova ed era stata una serata molto strana. Mi ricordo che sono tornata a Milano con il nostro dj che non conoscevo, da sola in macchina e da li poi è rimasto il nostro dj fisso. Il nostro mitico Fedex.”

Eddy: “Si la cosa strana è che in realtà siamo stati chiamati per fare questa serata ma io non conoscevo quasi nessuno. Avevo incontrato tutto il team durante il video di “Balza” ma solo una volta, perciò mi sono portato dietro due amici altrimenti sarebbe stata una situazione abbastanza… (ridono)… strana e di disagio. Invece poi ci siamo divertiti ed è stata una serata che non dimenticheremo.”

Tu Eddy quando e come sei entrato nel team, dato che al tuo arrivo il fenomeno “Pagante” era già partito.

Eddy: “Io sono entrato nel team perché sono il cugino di Kremont di Merk & Kremont e lui collaborava già al progetto “Il Pagante”. Sono stato coinvolto nella loro terza canzone come featuring perché io prima facevo già musica, rap insomma facevo cose mie. Quindi Il Pagante è stata la seconda parte della mia carriera. Alle spalle avevo già 7-8 anni di gavetta, poi da li hanno iniziato a chiamarci per far le serate e così sono diventato ufficialmente parte integrante del gruppo.”

Sono dieci anni che siete insieme. Qual’è il collante che vi tiene uniti?

Federica: “Ma il collante sicuramente è la voglia continua di confrontarci con le idee.”

Roberta: “Poi c’è la classica cosa del team che vince non si cambia.”

Come sarà quest’estate 2021 per Il Pagante?

Federica: “Noi vogliamo tornare a lavorare sperando che il governo decida di riaprire le discoteche in totale sicurezza, con tutte le precauzioni del caso. Vorremmo tornare alla normalità come tutti.”

Un commento finale sulla vostra città, Milano. Cosa vi ha dato e quanto è fondamentale nel progetto Il Pagante?

Roberta: “Beh Il Pagante è Milano, questa città ci ha dato la possibilità di nascere e crescere. E’ la nostra città.”

Eddy: “Si diciamo che Milano per la nostra musica è come se fosse il nostro supermercato perché qui troviamo tutti gli ingredienti che poi mettiamo insieme nelle canzoni. E’ la nostra fonte di ispirazione.”