GAUDIANO: “PORTO LA MIA TERRA NELLA MIA MUSICA”

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Luca Gaudiano, in arte semplicemente Gaudiano, è un giovane cantautore salito alla ribalta per aver vinto Sanremo Giovani nel 2021 con l’emozionante Polvere Da Sparo. La sua attività e la sua produzione però non si sono fermate di certo lì. Recentemente è uscita la bellissima Rimani. Lo abbiamo intervistato per parlarci del suo presente e, soprattutto, del suo futuro.

Ciao Luca e grazie per esserti concesso a questa intervista. Qual è il bilancio di questi primi sei mesi del 2021?

È un bilancio assolutamente buono perchè, comunque sia, quest’anno è stato contraddistinto della vittoria di Sanremo nelle nuove proposte. È un traguardo che per me però è una partenza. Il mio nuovo singolo Rimani oltretutto sta andando molto bene, è un periodo molto elettrizzante.

Qual è il tuo rapporto con Sanremo aldilà della vittoria? Pensi che ci ritorneresti o vuoi camminare da solo?

Io ci tornerei ben volentieri, per andare a Sanremo bisogna però scrivere una bella canzone. Ho lavorato serenamente con il mio produttore Francesco Cataldo, ci siamo impegnati per farci trovare pronti per la prossima edizione. Non vedo l’ora di sapere cosa ne penserà la futura commissione ma penso ci vorrà ancora un po’ prima di trovare la quadra. Sanremo è veramente un momento importante dell’anno da dedicare alla musica.

Qual è la genesi del tuo ultimo, bellissimo, pezzo, Rimani?

Rimani è stata una canzone nata inaspettatamente. Ero in camera d’albergo a Roma, in un periodo successivo a Sanremo. Stavo girando l’Italia per fare promozione a Polvere Da Sparo perchè la gente era molto incuriosita dal brano e dalla sua storia ma ovviamente i riflettori si erano un pochino spenti. Ad un certo punto, di notte, non riuscendo a dormire, ho iniziato ad annotare dei versi sul mio telefono. Mi sono poi reso conto, la mattina dopo, che quei versi erano adatti ad una canzone. Nei giorni successivi era già praticamente pronta.

Come procedono i lavori per il tuo primo disco?

Molto bene, le canzoni sono praticamente tutte pronte. Bisogna registrare le voci, il mixaggio e fare il mastering. Lo faremo aiutati dal mitico Pino “Pinaxa” Pischetola, nei suoi studi, che ha già contribuito al mix di “Rimani”. Le canzoni sono veramente forti e non vedo l’ora di farle sentire.

Cosa porti di Foggia e della Puglia nella tua musica?

Praticamente tutto! Non posso prescindere nella mia quotidianità da Foggia. Nei miei pezzi c’è tantissima ricerca sonora e spesso riporto i suoni popolari rendendoli adatti ed attuali e mischiandoli con l’elettronica. Lo farò nel disco e l’ho già fatto per esempio con Rimani. La sonorità anni ’80 è data anche dalla pelle che viene usata nei tamburi della taranta. È qualcosa di diverso da una semplice libreria multimediale. Tutto questo lavoro sonoro proseguirà anche nelle prossime canzoni che usciranno. Ne sono molto entusiasta di poter portare la mia terra nella mia musica in questo modo.

Il tuo tour partirà da Milano e tu sei molto legato a Milano come città. È meglio Milano o la Puglia?

Sono due posti completamente diversi. Innanzitutto c’è molta Puglia a Milano, ovunque mi giri sono circondato dai miei conterranei. La cosa mi rende orgoglioso ma allo stesso tempo mi intristisce perchè vuol dire che sempre più gente è costretta a lasciare la mia terra. Questo è sinonimo di cattiva organizzazione, vuol dire che non c’è capacità di incanalare certi tipi di talenti. Quando torno a casa però rimango sempre ammaliato, è come se il tempo si fermasse e si dilatasse. Mi permette di scrivere di più. È un dualismo che vivrà sempre dentro di me. Milano è la città che mi ha permesso di essere quello che sono oggi perchè ho trovato tantissime possibilità. Nonostante io sia dovuto andare via dalla mia terra la porto sempre nel cuore e ci torno sempre volentieri.

Quali sono le cose di Milano che ti piacciono di più e quelle che ti piacciono di meno?

Sicuramente essendo io una persona che si trova esattamente a metà tra essere di pancia ed essere razionale, mi piace molto l’organizzazione. Si è avuta una incredibile accuratezza a pensare nel passato a quella che sarebbe stata la città del futuro. Ci vedo tantissimo pensiero. Poi è bello che si autorigenera, perchè è molto rispettata dai suoi abitanti, a differenza di altre città che vengono rovinate da abitanti e turisti. Anche la zona dell’hinterland è veramente molto bella, anche perchè è piena di verde. Io sono un amante della natura, mi piace riconnettermi con l’essenza selvaggia dentro di noi, ed amo molto il verde milanese. Tra i difetti non c’è la frenesia che tutti dicono ci sia perchè è talmente organizzata che riesce ad andare con più calma. L’unico vero difetto di Milano è che non ha il mare.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo tour?

Tanto, tantissimo spettacolo. Venendo dal mondo del teatro non posso immaginare un concerto statico. Ciò che offro dal punto di vista umano deve valere almeno il doppio del prezzo del biglietto. Investirò sudore affinchè la gente si possa divertire. Sono molto affezionato allo spettacolo alla americana: penso ai grandi performer come Ariana Grande, Justin Timberlake, Lady Gaga, che creano dei veri e propri show. Mi orienterò verso quel mondo lì con tanti giochi di luci e tante coreografie, per lasciare la gente a bocca aperta.

Come vedi il mondo della musica di oggi tra streaming, talent ecc.?

La musica è come l’acqua, prende la forma del contenitore dove la si mette. I talent sono dei contenitori in parte giusti in parte contro i principi dell’arte. È brutto infatti vedere che a volte ci si basa quasi interamente sulla competizione e sulle vendite. Si sta seguendo più la direzione del mercato che l’arte stessa. Questo atteggiamento ci sta portando poco lontano. Lo streaming è un canale espressivo, ne sono assolutamente favorevole. È uno strumento come un altro per l’espressione. La musica non va però ridotta solo a quello, è importante anche il contatto personale ed umano.

Come hai vissuto questi mesi di lockdown e di pandemia? Ti hanno intristito o ti han portato ad essere creativo?

Dopo la morte di mio padre è difficile che qualcosa mi renda veramente triste. Il lockdown mi ha portato a riscoprire tantissime cose della mia vita, in particolare quelle importanti, mi ci sono ancorato con tutte le mie forze. Ne ho fatto un’analisi sociale di come i rapporti umani si siano evoluti e cambiati davanti alle difficoltà improvvise. Ho scritto tanto ed ho fatto ricerca dentro di me.

Quale consiglio daresti ad un giovane musicista che vuole avere successo ed inseguire il suo sogno?

Consiglio di non arrendersi mai anche quando le cose tardano ad arrivare. Io parlo da persona che ha già realizzato un sogno ma dico comunque di non buttarsi mai giù, perchè se si ama qualcosa va inseguito fino in fondo e senza esitazione.

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