Gianluca Modanese, classe ’95, è un artista self-made nel vero senso della parola. Scrive, compone e produce tutti i suoi pezzi, compreso il nuovo singolo “Settembre (Dicono Che)“, il cui video ufficiale è disponibile da oggi su YouTube.
Raccontaci la sua genesi del tuo nuovo singolo.
“Nasce un anno fa, in una serata di fine settembre, ed inizialmente l’avevo persino scartata perché ritenevo fosse un pezzo fin troppo personale ed autentico. Venivo da un periodo di confusione a livello emotivo, dove mi ero ritrovato per la prima volta a dover combattere con le mie ansie e le mie paure. Mi sono guardato dentro e ho cercato di capire da dove venissero.”
Ovvero?
“Mi ero detto un po’ troppe bugie, tentando di autoconvincermi che stessi bene. Vengo dalla fine di una relazione importante e ho dovuto necessariamente fare i conti con me stesso, trovando dentro di me una serie di pensieri, sensazioni ed emozioni che non avrei mai pensato di provare. Ho trovato il coraggio di guardarmi allo specchio e soprattutto di smettere di mentire a me stesso.“
Hai iniziato un nuovo capitolo del tuo percorso e sono già passati due anni dalla pubblicazione di “Winston blu“. Quanto ti senti cambiato e in cosa soprattutto avverti questo cambiamento, a livello personale e professionale?
“Mi sento profondamente cambiato. Sono decisamente maturato e dal punto di vista del mio approccio alla musica, quando scrivevo le prime canzoni vivevo il processo di scrittura come un’esigenza, ma anche come un gioco. Avevo meno coscienza di cosa stessi facendo in quel dato momento e volevo semplicemente esternare come mi sentissi, senza prendermi troppo sul serio. Ad oggi ho una mentalità diversa, più concreta, perchè scrivo con più consapevolezza e mi posso confrontare costantemente con i miei colleghi e con il mio produttore: Steve Tarta.“
La figura del produttore è sicuramente fondamentale nel percorso di un artista. Com’è il vostro rapporto?
“Abbiamo un bellissimo rapporto. Lavora con tantissimi artisti affermati (Lortex, Emanuele Aloia). Vederlo al lavoro sui miei pezzi mi fa sentire tanto fortunato di essere seguito e supportato da una persona come lui. Siamo molto onesti, ci confrontiamo quando qualcosa non ci convince e ne parliamo. C’è una bella intesa e deve ammettere che c’è sempre stata, fin dal primo momento in cui abbiamo iniziato a collaborare.“
Sei un artista self-made, perchè scrivi e componi da sempre i tuoi pezzi. Ti hanno mai fatto pesare questa scelta?
“Ho perso il conto delle volte in cui mi hanno detto che stessi facendo qualcosa di avventato. Per certi versi è stata una scelta azzardata, ma ti dico la verità: non mi pento di niente. Ho fatto tutto con le mie forze e con i mezzi che avevo a disposizione. Io, nel mio piccolo, ho sempre fatto tutto per necessità, perchè per me la musica rappresenta esttamente questo.”
Hai mai pensato di partecipare ad un talent show come Amici o X Factor?
“Mi è sempre piaciuta l’idea di partecipare ad un talent show, ma l’ho sempre vista anche come un’opportunità ‘usa e getta’, nel senso che un giorno ci sei e quello successivo rischi sostanzialmente di non esserci più. Per intraprendere un percorso di questo tipo devi avere una base solida e una certa stabilità.“
In “Settembre (Dicono Che)” affronti il tema della lontananza da una persona a te cara e la malinconia che ne consegue. Come si può colmare la mancanza di qualcuno o di qualcosa, a maggior ragione quando ci si trova in una situazione estremamente delicata come quella che stiamo vivendo da un anno e mezzo a questa parte?
“Penso che chiunque vorrebbe dare una risposta a questa domanda. Personalmente, la musica mi aiuta molto, poichè funge da terapia. Quando scrivo una canzone, mi immergo completamente al suo interno, stacco la spina e in un certo senso mi lascio ‘prosciugare’ dal mio lavoro: è come se stessi parlando con me stesso, con un amico o come se stessi facendo una seduta dallo psicologo. Ho capito che si può superare un momento complicato, come la fine di una relazione, stando con chi chi ti fa stare veramente bene. Ho cercato di godermi le piccole cose della vita, per esempio un caffè con un amico, e ho deciso di ripartire da quel preciso momento e di essere più onesto con me stesso. Credo sia come aver riaperto il rubinetto della verità, perchè conseguentemente ho iniziato a scrivere tante canzoni. Adesso ho il coraggio di dire che non mi sento bene quando è proprio così e non nascondo le mie emozioni.“

Sono anche passati quattro anni dall’uscita di “Universo Mobile” (2017). Stai già lavorando anche ad un nuovo album di inediti?
Ho praticamente ultimato il disco. L’ultimo pezzo da inserire nella trakclist è stato completato circa tre giorni fa. Mi ero prefisso di arrivare a dieci canzoni da inserire nel disco e soprattutto che non fossero dei ‘riempitivi”. Tra un mesetto andrò da Steve a Torino e registreremo tutti i pezzi rimanenti, portando a termine un lavoro già iniziato precedentemente. L’album dovrebbe uscire all’inizio del 2022, non so ancora se sarà prima dell’estate o meno. C’è un concept dietro ai titoli dei brani che lo compongono e posso anticiparti che sarà un progetto molto vario a livello di sound. Mi piace pensarlo come un album che raccoglie canzoni diverse tra di loro, visto che scrivo sempre di ciò che mi capita in prima persona, dall’amore alla vita quotidiana Non parlerei mai di politica, semplicemente perchè non fa per me. Al suo interno si trovano canzoni più uptempo, “alla The Weeknd”, e quelle più soft-pop “alla Ed Sheeran”.
Sei un artista self-made, perchè scrivi, componi e ti auto-produci (anche con il supporto di Steve). Ti hanno mai fatto pesare questa scelta? Penso che sia stata coraggiosissima.
“Ho perso il conto delle volte in cui mi hanno detto che stessi facendo qualcosa di avventato. Mi è sempre piaciuta l’idea di partecipare ad un talent show, ma l’ho sempre vista anche come un’opportunità ‘usa e getta’, nel senso che un giorno ci sei e quello successivo rischi sostanzialmente di non esserci più. Ne parlavo due settimane fa proprio con Emanuele (Aloia) e con Steve (Tarta). Per intraprendere un percorso di questo tipo devi avere una base solida e una certa stabilità. Non puoi approcciarti al mondo dei talent senza essere consapevole di chi sei veramente. Io, nel mio piccolo, ho sempre fatto tutto per necessità, perchè per me la musica rappresenta esttamente questo. Per certi versi è stata una scelta azzardata, perchè avrei potuto far produrre la mia musica a qualcun altro, ma ti dico la verità: non mi pento di niente. Sono riuscito a raggiungere dei buoni risultati in un’epoca non troppo lontana, ma in cui era veramente ambizioso far uscire un disco su Spotify senza alcun tipo di promo alle spalle. Ho fatto tutto con le mie forze e i mezzi che avevo a disposizione. Sono un ragazzo molto impaziente e non avevo voglia e tempo di aspettare che qualcuno mi producesse, lo ammetto, volevo solo farmi sentire e far conoscere il mio lavoro.”
Conosci altri artisti che hanno seguito o stanno seguendo la tua stessa strada e con i quali ti piacerebbe collaborare?
“Certamente! Sono spesso a Torino e mi piacerebbe anche trasferirmici, perchè penso ci sia un bel giro di autori e cantautori che nonostante abbbiano ottenuto grandi risultati, come Emanuele Aloia, siano capaci di restare con i piedi per terra. Anche Lainer e Cioffi sono altri due artisti interessanti che stanno seguendo un percorso simile al mio. Lainer, in particolare, mi è molto affine, perchè abbiamo lo stesso modo di interfacciarci con la scrittura, la composizione e più in generale con la musica. Se devo dirti un nome, penso che mi piacerebbe collaborare proprio con Emanuele, che ho conosciuto due settimane fa.“
Se potessi scegliere cinque canzoni che facciano da colonna sonora alla tua vita “presente” , quali sceglieresti?
“‘Magari no‘ di Tommaso Paradiso, che sto ascoltando veramente in loop da quando è uscita; ‘Scrivile Scemo‘ dei Pinguini Tattici Nucleari, ‘Bad Habits‘ del mio primo riferimento musicale, Ed Sheeran; ‘Stay‘ di Justin Bieber e The Kid LAROI ed infine ‘PARAOCCHI‘ di BLANCO.“