I Sottotono che tornano è un bellissimo segnale per la musica, e il nuovo album Originali ne è la conferma, nuove tracce, classici rielaborati e grandi collaborazioni. Il singolo di lancio è la bellissima Mastroianni. Li abbiamo intervistati proprio in occasione della pubblicazione del disco.

Quali canzoni versione 2021 pensiate siano le più contemporanee a livello di testo?
Tormento: Devo ringraziare molto Mahmood perché “Amor de mi vida” è un brano che sento tantissimo, e vedere un artista di una certa levatura come lui che è riuscito ad interpretarlo in maniera incredibile con la sua voce e a trasmettere emozioni in questa maniera ridandole nuova vita è fantastico.
Fish: A livello musicale penso che Dimmi di sbagliato che c’è sia quella più attuale assieme a Mezze verità anche perché sono quelle dove abbiamo ritoccato maggiormente la base perché ci siamo accorti che erano contestualizzate in un periodo storico che era troppo legato a quella roba li e sarebbe risultato un po’ troppo cheap.
Negli occhi ho in mente un vostro live al Propaganda di Milano durante 105 Night Express quando ai cori c’èra Tiziano Ferro. Chi ha fatto partire la telefonata per chiederti del Feat e com’è nata l’idea ?
F: Sembra che Tiziano avesse saputo del nostro riavvicinamento tramite social o comunque ha visto che eravamo andati da Cattelan e si è sentito con Tormento.
T: Mi ricordo proprio anche la mail che ci ha scritto: “Ragazzi io voglio fare Solo lei ha quel che voglio“. Quindi senza se e senza ma abbiamo pensato che fosse un un omaggio quasi dovuto visto che da giovane era lui a fare i cori e cantare quella canzone dal vivo. Era bravissimo, un vero onore.
Cosa avete capito nel rivederlo dopo tanti anni?
F: Abbiamo capito il perché ha così tanto successo. È veramente incredibile.
T: E’ una star internazionale in tutto, in come si pone, in come ti parla davanti all’obbiettivo, davanti al microfono. Conosco tanti artisti italiani tutti bravissimi, però è una preparazione un po’ diversa quella internazionale. Si vede che lui ha quello stampo lì, c’è poco da fare.
Quando usciva Amor de mi vida (1999) colui che si è occupato del featuring aveva 7 anni, essendo lui un 1992. Come avete spiegato cosa fosse a Mahmood quella canzone e a chi è venuta l’idea di proporgliela?
F: Lui ci aveva detto di averla sentita in lontananza, quando era piccolo, e poi piano piano sai ricapitava di sentirlo, soprattutto tramite social. Comunque lui è un cantante R&B fatto e finito, quindi c’era poco da spiegare. Questa è un’idea che mi sono fatto io, lo conosco da qualche anno perchè avevamo collaborato qualche anno prima di Sanremo per qualche pezzo.
La base che hai scelto al tempo era If You Were Here Tonight di Machinedrum e Alexander O’Neal. Secondo te come verrà percepita dai 15enni di oggi?
F: Verrà percepita come una cosa che sta tornando. C’è stato un periodo dove venivano usati di continuo i sample: su 100 pezzi forse ce n’era uno senza i sample. Tormento mi diceva che c’è una nuova tecnica di campionamento (io non lo sapevo) dove i ragazzi, un certo tipo di produttori, campionano magari solo due battute fra una parola e l’altra e poi mettono insieme questi pezzettini diventando una roba che non esiste al mondo.
Ti bacio ancora mentre dormi sembra una canzone d’amore, ma alla fine si capisce che è dedicata ad un figlio, un po’ come La Cura di Battiato. Che genitori siete?
T: Devo dire uno di quelli premurosi e attenti. La mia generazione in generale, rispetto a quelli che erano i nostri genitori o i nostri nonni, è veramente formata da patatoni, troppe volte dalla parte dei figli. Invece io e mia moglie cerchiamo di stare anche dalla parte della maestra: vediamo gli altri genitori che si scagliano contro le maestre, difendendo i propri figli ma invece non capiscono che a volte le maestre vogliono soprattutto il loro bene. È sempre più difficile da genitore capire da che parte stare e quanto stare dalla parte dei figli, in questo periodo storico dove siam tutti accondiscendenti, però si, di base un po’ troppo patatone direi.
F: Io sono stato fregato! Volevo fare il duro ma hanno capito che non c’è un capo, mi comprano tranquillamente. Volevo fare quello tutto serio ma alla fine non c’è niente da fare.
La cosa che mi ha affascinato di più del vostro album è che siete riusciti a dare un vestito diverso a seconda delle varie tracce. Degli artisti che hanno collaborato nelle varie tracce, qual è stato tra tutti quello che a vostro avviso è andato oltre le vostre aspettative e non ve lo aspettavate?
T: Ma in questo senso devo dirti, almeno personalmente, sicuramente Petrella e Calcutta che hanno fatto questo ritornello per Mastroianni in cui sono riusciti a dare un perché. Gli atri erano un po’ tutti nostri fan e quindi era come se loro volessero entrare nel mondo dei Sottotono ed è stato bellissimo. Ho amato vedere Elisa, Elodie e tutte queste persone a cui piaceva così tanto la sonorità Sottotono volerne far parte. Anche Coez in Rinuncia Amore l’ha fatta come l’originale. Invece la cosa che ci ha dato uno sprint in più, senza togliere nulla agli altri, è quest’idea di Mastroianni di riuscire ad unire le generazioni ancora prima dei ’90 con una dei ’90 e portarlo in un suono del 2021. In quel singolo li c’è veramente mezzo secolo d’Italia raccontato.
Qual è il più bel complimento che sperate arrivi dall’ascolto dell’album?
F: Di complimenti ne sono già arrivati tanti. Penso che ci sia proprio un range di complimenti: da chi si complimenta sulle singole tracce, chi per il ritorno tipo “Ho visto l’ultimo live dei Sottotono nel ’99 ed era stato incredibile, spero di rivedervi presto”. Però secondo me un complimento che arriverà, se non è già arrivato, è quello di “Finalmente ho visto due persone vere” perché in tutto questo business della musica si cerca di rincorrere degli standard già esistenti che magari sono già falsi in partenza. Si vuole far vedere troppo quello che non si è. Siamo tutti schiavi dei social e di conseguenza apparire è molto meglio e più facile per alcuni rispetto al fare.
La telefonata di chi a chi quando vi siete resi conto che Mastroianni spaccava?
F: Eravamo in studio insieme, l’ha provata perchè avevo fatto una bozza di base e poi io da rompipalle quale sono ho detto: “Secondo me dovresti farla come la sai fare, quasi canticchiata, con un flow più semplice”. L’ha rifatta così ed è uscito questo capolavoro che è Mastroianni, poi lui ha avuto tanta pazienza con me perché gli ho fatto rifare le cose tante volte anche se erano perfette.
T: Perché quella visione poi da produttore è importante. Anche io da artista delle volte preferisco cantare le cose. Mi stimola avere di fianco uno che ti dice “Questa parte falla più rap, quella falla un po’ più cantata”. In realtà quando poi uno ti conosce davvero bene è bello anche lasciarsi guidare assolutamente.