Una vita normale non farebbe sicuramente per lui, dato che le cose banali sembrano non appartenergli, e la sua carriera fino ad oggi, seppur non abbia ancora 30 anni, lo dimostra. Abbiamo incontrato IRAMA per una chiacchierata in cui non mancano gli argomenti.

Irama

Irama, tu sei uno costantemente in movimento, con una mente molto creativa. Su cosa stai lavorando?

<< Allora diciamo che in questo momento sono in una fase caotica, si vede dalla mia casa, si vede da dove vivo, sto dormendo poco, creando tanto, sto lavorando ad un progetto molto grande, mi sento un po’ in una golden age della musica.>>

Ti sei dato una spiegazione?

<< Non so perché, ma la sto respirando, ma non solo per me, anche per gli artisti intorno a me, infatti poi sarà il primo disco dove cercherò anche di raccontare la musica con altre persone sempre poco alla volta.>>

Perché poco alla volta?

<< Perché mi piace che non sia una cosa troppo organizzata, mi piace che sia una cosa spontanea, genuina quindi deve avere un senso, poi è una cosa soggettiva, ognuno ha il suo senso ed il suo scopo però ci sarà sicuramente qualcosa di diverso e si respira creatività, arte, vedo tanti artisti intorno a me a fuoco, tanti artisti con una direzione, io mi sento parte di quegli artisti, con un’idea in tesa con le idee ben chiare con la voglia di uscire dall’Italia, di racontare la nostra musica a tutti quanti che secondo me è la cosa piu importante che ci sia.>>

In questo ultimo anno e mezzo è un po’ cambiata la vita di tante persone, tanti settori e sicuramente anche quello musicale, cosa pensi che non può non fare un artista per non perdersi?

<< E’ difficile perché ogni artista ha una visione molto personale, dipende anche a che mondo appartieni, io più cresco, più mi accorgo che stare in un contenitore per me è deleterio, da una parte magari ti aiuta all’inizio perché fai parte comunque di un movimento, dall’altra parte ti distrugge perché ti disintegra la personalità, non sei più l’artista ma diventi l’insieme di un movimento, diventi polvere in un camino.>>

Mi fai qualche esempio?

<< Se penso a tanti artisti che mi hanno colpito, con i piedi per terra, e mi piacerebbe seguire le loro orme, penso ai Queen, ma anche in Italia, se penso a Renato Zero, penso a persone eclettiche, che hanno creato un’identità che non seguivano una masse ma creavano un genere, creavano l’arte, creavano un’entità artistica . Zucchero è un latro artista gigantesco, stilisticamente iconico, musicalmente sopra alle righe, ancora oggi Zucchero quando fa una canzone non vedo l’ora di ascoltarmela perché portiamo tanti anni di differenza eppure ancora oggi quando esce con un pezzo ho voglia di sentirmi cosa fa perché è sempre fresca di ricercatezza , come lo stesso Jovanotti o Childish Gambino.>>

Hai mai fatto o mai pensato all’identikit di chi ti ascolta, del tuo fan?

<< E’ difficile, qualche giorno fa stavo facendo un meet and greet, c’era un evento e mi sono trovato davanti a delle persone che mi seguivano, mi sono accorto che più crescono più cambiano. C’era un uomo di trentacinque anni, c’era una donna di ventisette, c’era una ragazza giovanissima, c’erano dei ragazzi miei coetanei quindi giovani, mi accorgo che non ci sto più capendo niente nemmeno io sincerante.>>

Sei uno che tiene molto al suo team sia di amici che di persone che collaborano con te rispettandoli molto sotto un punto di vista affettivo ma anche lavorativo. Sin da piccolo avevi già questi valori ed eri già preparato per portarli avanti?

<< Devo dire che ho sempre avuto una grande fortuna a livello di amicizie, sono sempre cresciuto con tante persone che mi vogliono e mi hanno voluto bene e mi hanno sempre più arricchito, nel senso umano. Ho tanti amici e ancora oggi prima di far uscire qualsiasi cosa ho bisogno di interpellare le persone con cui sono cresciuto, una specie di gruppo d’ascolto, mettiamola così, di cui mi fido totalmente.>>

Per essere certo che ci sia sempre sincerità e piedi per terra?

<< Una cosa che non mi sono mai dimenticato di tenere, delle persone che non gliene frega niente di cosa sei realmente ma di ciò che sei completamente dentro, che ti hanno visto fallire miserabilmente e poi rialzarti, anzi magari ti hanno tenuto su per rialzarti, questo cosa è una cosa fondamentale perché ti ricorda da dove vieni e anche quando arriverai in qualsiasi caso, ti ricorda che quella è la base del castello che ti terrà in piedi, quella è la tua identità e senza diventerei solo una pedina di qualcos’altro.>>

Quest’anno due dei tuoi amici, nello specifico Stash ed Alessandro Fabozzi diventano genitori di Grace e di Azzurra, ti sei mai messo a ragionare a che tipo di padre saresti, hai voglia di diventare papà?

<< E’ tosta sicuramente perché nel momento in cui accade, tante persone attorno a te iniziano a fare famiglia, iniziano a fare figli, ti accorgi che si sta avvicinando un po’ quel momento e quindi in quel momento lì ti accorgi che quel momento sta diventando sempre più reale e diciamo che quel quel passaggio del testimone arriverà anche a te.>>