Federico Zampaglione aka Tiromancino torna con il suo nuovo album di Inediti a 5 anni di distanza da “Nel respiro del mondo”. Diverse le collaborazioni prestigiose tra cui quella di Alan Clark dei Dire Straits.

Federico , nuovo album , nuove e diverse produzioni che per quello che all’ascolto è un album completo in cui potremmo dire che hai curato la << regia>>
<< Esattamente, mi sono avvalso della produzione in alcuni pezzi di Jason Rooney, Antonio Marcucci, Leo Pari, altri che ho portato avanti personalmente , e questo insieme alle varie partecipazioni ne hanno dato le varie sfumature>>
Un album sviluppato in diversi anni per <<cause>> di forza maggiore ?
<< Si, inizialmente c’era una versione del disco poi io voluto riaggiornare perché mi sembrava assurdo non includere gli ultimi due anni per cui ho ricominciato a scrivere. Ho fatto 4/5 pezzi nuovi, che paradossalmente sono quelli più solari perché la reazione ai fatti è stata poi quella di tirare fuori l’aspetto più positivo, è un viaggio molto lungo che è cominciato nel 2019, che mi ha tenuto molta compagnia e mi ha intrattenuto anche in momenti non belli perché sono stati periodi anche di grande incertezza sul futuro. E’ stato un po’ il mio migliore amico in questi anni, più che un vero e proprio disco infatti se devo essere sincero un po’ mi dispiace che esca. >>
In che senso?
<<Sono un po’ geloso, ma è un qualcosa di così tanto intimo, di così tanto vissuto che ho cercato poi di creare delle vibrazioni positive dentro a questo disco, e mi ricordo che in serate molto difficili lo mettevo in cuffia e mi fidava serenità, mi dava una certa pace. E’ il disco che in assoluto mi dispiace di più di lasciar andare perché poi sai che non è più tuo, che affronterà tutte le peripezie, i giudizi altrui, il mercato, tutte cose che comunque non hanno a che fare con l’intimità che tu crei, sembrerà assurdo ma mi dispiace.>>

<< Domenica >> l’ho trovato una evoluzione 3.0 di << Domenica Bestiale>> del altro grande cantautore milanese Fabio Concato?
<< Questa cosa che dici mi riempie di gioia e ti abbraccerei per il bellissimo complimento che mi stai facendo. <<Domenica bestiale>> è un classico, è un evergreen ,quindi se la mia <<Domenica>> dovesse mai avvicinarsi ad un classico di quel tipo per me sarebbe solo una grandissima gioia. Un po’ ci ho pensato, nel senso che quando l’ho cominciata a sentire ho detto << chissa che non diventi un po’ la canzone simbolo di un giorno della settimana in cui noi italiani siamo così legati>>
Ti piace come giorno della settimana?
<<La domenica che è un girono strano un po’ malinconico, sospeso, è un giorno di festa in cui avverti tutte le vibrazioni di quello che sta per arrivare durante la settimana, il lunedì, e quindi è un giorno malinconico per me in qualche modo, non hai quel senso come c’hai di sabato no? la domenica..tu mi dirai è strano uscire con un pezzo così perché parla di un tema che non è <<troppo paraculo>> però ti posso dire una cosa? a me non me ne frega nulla perché mi piace ormai fare le cose che sento, che mi piacciono, che mi mettono in un buon modo non mi importa più niente di quello che poi succede a livello di mercato, di classifiche, non le guardo più.
Dici?
<<La gente adesso vuole emozioni, vuole condividere cose, quindi secondo me fare musica con l’approccio del risultato è una cosa che mi mette una tristezza infinita, lo capisco se lo fanno dei giovani che si devono affermare, e quindi gli serve un risultato per poter poi continuare a fare questo lavoro, mi intristisce tanto questo quando invece lo fanno persone che ormai hanno già tante canzoni, tanti pezzi, tante cose. >>
L’ho trovato un album onesto in cui tocchi tanti temi . Pensi di aver messo dentro tutto Federico Zampaglione ?
<< Penso che questo sia il disco in cui mi sono messo più a nudo, ogni volta che faccio un album dico questo è l’ultimo, perché poi dico chissà magari faro solo dei singoli, delle canzoni e con sta cosa mi impegno a farlo bene . In fondo siamo arrivato a quota 15. >>

15 album e 30 anni di carriera , hai già pensato a come festeggiarli?
<< Mi devo inventare qualcosa, io non amo tanto queste celebrazioni, però cazzo 30 anni hai ragione pure tu dovrei organizzare qualcosa, più che altro non mi sono mai sentito, e non mi hanno mai fatto sentire uno sorpassato, se io incontro i ragazzi del rap dell’indie comunque mi vogliono bene, l’altro giorno sono andato ad una serata dove c’erano tutti i ragazzi, giovani produttori che facevano le basi con i pezzi miei, incredibile. >>
Perché pensi che i tuoi pezzi siano rimasti più di quelli di altri tuoi colleghi?
<< Forse uno dei motivi è perché non sono stato mai un grande amante del successo a me interessa dialogare, mi interessa fare le cose che mi piacciono, se tu mi dici di fare questa canzone che a me non piace tanto, ma domani sei primo ovunque, a me non me ne frega niente ,ma neanche se mi paghi la faccio. Non vorrei mai che se la facessi qualcuno pensasse a me in funzione di quel pezzo che a me non piace, e quindi io magari diventerei famoso per qualcuno in una veste che a me proprio non mi piace e me ne vergognerei.>>
<< Eccoci Papà >> è un bellissima omaggio a tuo padre. Com’è nata?
<< Mi è venuto dal cuore perché per me mio padre è una figura di riferimento, importantissima, una parte gigantesca della mia vita, ogni volta che ci sentiamo al telefono gli dico <<Eccoci papà>> capito ? lo sento e la mia risposta immediata è quella e quindi mi è venuta tutta di getto, perché le cose che ho raccontato sono tute cose talmente sentite e vere che quel testo si è scritto da solo prendendo ispirazione dal mio rapporto con lui.
Quando l’ha sentita per la prima volta qual è stata la reazione?
<<La prima volta che gliel’ho fatta sentire ho detto “papà senti sto pezzo” e allora poi l’ho visto che stava commosso sopratutto sulla parte dove si parla di mia madre, e devo dire che alcune persone poi quando la sentono s’identificano, si commuovono. La musica è stata fatta poi con Jason Rooney perché inizialmente c’era una musica un po’ diversa più rock&roll, poi’abbiamo resa leggermente più emotiva, però secondo me è uno dei pezzi più belli e veri del disco.
Parlami della genesi de << l’odore del mare>> il brano che vede insieme a te , Carmen Consoli
<< ho scritto questa canzone con Luigi Sarto e Luca Sala, quando l’ho sentita ho detto << bella però mi manca e ci vorrebbe una voce femminile che ti accarezza, che te la rende piu intensa>> e mi è venuta in mente Carmen lei ha una voce di grande potenza espressiva e di grande intensità. >>
Ha accettato subito?
<< ho chiamato Carmen e le ho detto ho un pezzo e lei l’ha ascoltato, dopo qualche giorno mi ha mandato la traccia così ed io ti posso dire la verità, ogni volta che entra la sua voce nel pezzo mi esce una lacrima, ormai da due anni è così, ormai si , le ultime volte che la sento faccio fatica perché quando entra la sua voce è come un coltello che mi trafigge. >

L’inizio di << questa sera bellissima >> ha l’impronta dei Dire Straits non ha caso hai collaborato con Alan Clark tasteristia del gruppo . Com’è nata questa collaborazione?
<<Quell’uomo è veramente assurdo, perche lui ha dentro quelle sonorità e come mette mano sui dischi tu senti quei dischi la. E’ nata grazie ad alcuni miei amici che ci suonavano, alcuni italiani, alcuni inglesi, ed io ovviamente ero un super fan di Alan Clark anche perché aveva trasformato il suono dei Dire Straits. Un giorno mi proposero di fare quattro chiacchiere con lui ed io gli chiesi se avesse voluto ascoltare un brano. >>
Cosa ti ha risposto?
<< Mi disse di si mi dette il suo numero, allora su whatsapp gli mandai la canzone e lui mi rispose <<is full Dire Straits>> però non c’erano tutte quelle intro e quelle aperture allora poi è arrivato in studio e all’inizio mi disse <<Let me play the intro” e lsi è messo li con una tastiera senza click e vedevi che creava dei rivolti sugli accordi che sembravano veramente dei dischi dei Dire Straits, è stato un flash assurdo. >>

Sarà che la mia formazione strizza un po’ l’occhio ai suoni elettronici , ma tra le tracce che preferisco del disco c’è << Avvicinandoti >> scritta e prodotta con Leo Pari . Com’è stato lavorare insieme?
<< Con Leo ci conosciamo perché lui è uno dei guru della musica indie, quindi diciamo uno di quei musicisti arrangiatori che portano avanti quel suono anni ’80, un personaggio molto interessante. Ci siamo visti un pomeriggio ed è uscito fuori questo pezzo “avvicinandoti” ,poi siamo andati in studio e devo dire che Leo sul piano delle macchine, tastiere, sintetizzatori è veramente uno dei cultori di quelli estremi ed è stato un bel connubio perché siamo riusciti ad arrangiare in maniera molto elettronica questo pezzo che però è molto cantabile, si comporta come una canzone che però è piena di elettronica, è stata una bella collaborazione, mi sono divertito. >>
Parliamo <<Testaccio Blues >> e la dedica a Roberto Ciotti.
<< Il grande Ciotti, quella è un’altra figura che mi ha cambiato la vita perché io mi ero appassionato molto al Blues verso i 16 anni, ma pensavo fosse qualche cosa che arrivava dall’Inghilterra o America, qualcosa di molto lontano. Un giorno andai a vedere con mio padre ed un mio amico al Big Mama proprio lui, Roberto Ciotti, mi incuriosì e colpì talmente tanto che uscito dal locale dissi a mio padre “io voglio fare questo, voglio fare il blues >>
Fu il principio di tutto?
<<Si, smisi di uscire la sera in giro per strada, e mi misi a suonare la chitarra, ad imparare, poi diventai anche amico di Ciotti, che mi insegnò tante cose, però quella sera cambio la mia vita. >>