Esce domani, giovedì 7 aprile, su Amazon Prime Video, il tanto atteso docufilm sulla carriera di Laura Pausini. Per l’occasione abbiamo deciso di raccogliere per voi alcuni dei migliori documentari musicali che ripercorrono la vita degli artisti.
É sempre un piacere per un fan della musica vedere un documentario che racconta la vita di un artista o di un concerto o tour in particolare. Alcuni di questi sono fatti così bene che ci sembra quasi, vedendoli, di essere diventati i migliori amici di quel cantante. In alcuni casi il regista e la sua squadra riescono a metterne in luce non solo la bravura, il talento e i virtuosismi ma anche e soprattutto il lato umano. Nella maggior parte dei bei documentari che vi presenteremo vediamo delle star messe a nudo con tutta la loro sensibilità, insicurezze, paure, emozioni, mostrandoci che alla fine non sono supereroi ma solo umani, persone ordinarie con molte più attenzioni e, volendo, responsabilità rispetto ad altri.
1. Billie Eilish. The World’s a Little Blurry (2021 – Apple TV)
20 anni, 7 Grammy Awards e altri innumerevoli premi, animo ribelle, voce ipnotica, genialità artistica e tanta umanità. Billie Eilish è tutto questo, un concentrato di arte ed emozioni che anche chi non è fan può conoscere attraverso la visione di questo documentario. Spesso i documentari arrivano dopo anni di carriera, ma tutto questo non è possibile quando in soli due anni un’artista così giovane vive così tante esperienze e traguardi. The World’s a Little Blurry viene girato da R. J. Cutler dal 2018 ad inizio 2020 e mette bene in evidenza tutti i lati più nascosti della star.
Lo spettatore riesce ad immedesimarsi in quello che potrebbe essere un suo amico la vita di Billie, la creazione di un album scritto e prodotto assieme al fratello Finneas, il rapporto con la sua famiglia e la vita totalmente anormale di una diciassettene che ha conquistato i cuori del mondo intero.
2. Nina Simone. What Happened Miss Simone? (2016 – Netflix, Apple TV)
«La mia maestra di musica – che mi aveva ascoltato suonare nella chiesa dove mia madre predicava e si era proposta di farmi studiare – era bianca e la cosa mi spaventava: per andare a lezione dovevo attraversare la ferrovia, che al Sud era il confine tra i bianchi e i neri, non conoscevo la vita dei bianchi, mi spaventavano».
Una delle voci più vellutate e potenti di sempre nella storia della musica raccontata da Liz Garbus sotto la produzione della stessa figlia dell’artista attraverso la raccolta di fonti e video d’archivio, interviste a personaggi che hanno avuto con lei un rapporto diretto sia umano che professionale e lettere inviate dalla cantante. Nina Simone non era solo un’Artista con la A maiuscola ma la portatrice di un canto significativo che voleva incuriosire e smuovere gli animi soprattutto della popolazione afroamericana di cui si faceva portavoce. Particolarmente importante e interessante è quindi il racconto della sua lotta al razzismo negli anni ’60.
Non possiamo parlare altrettanto bene di “Nina“, film uscito l’anno dopo che non si presenta al pubblico come documentario ma rende la vita di Nina Simone la protagonista della storia che racconta. Un film annunciato nel 2010 e uscito ben 6 anni dopo che vede protagonista, nei panni della Simone, Zoe Saldana. Valutato in maniera più che negativa sia dal pubblico che dalla critica non rende per nulla giustizia all’enorme talento, importanza e impronta che Nina Simone ha lasciato nella storia della musica.
3. Rolling Thunder Revue: Martin Scorsese racconta Bob Dylan (2019 – Netflix)
Forse è proprio Martin Scorsese il fan numero uno del leggendario Bob Dylan, tanto che non è questa la prima volta che si confronta artisticamente con lui. Il Rolling Thunder Revue è stato uno dei tour più belli di Bob Dylan che lo ha visto girare il mondo tra il 1975 e il 1976 assieme ad altri artisti tra cui Patti Smith e Joan Baez.
Un documentario che potrebbe, inizialmente, creare dubbi e confusione nello spettatore ma, d’altro canto, stiamo parlando della follia artistica di Scorsese. Le meraviglie del tour sono introdotte in questo magico prodotto cinematografico dal cineasta Georges Méliès che ci fa entrare subito in una dimensione tanto reale e magica, come è la musica di Dylan, quanto illusoria come spesso un film è. Ma d’altronde Dylan era anche questo, i veri fan lo sanno bene, non si riesce mai a capire cosa fosse vero e cosa no ed è stato anche questo lato di lui a renderlo così leggendario e speciale.
4. Tiziano Ferro. Ferro (2020 – Amazon Prime Video)
Diretto da Beppe Tufarulo il documentario mette in luce i successi ma anche le battaglie che Tiziano Ferro ha dovuto affrontare nella sua carriera. Un prodotto emozionante che ci presenta prima l’anima di Ferro in quanto uomo dal cuore gigante e poi il suo lato artistico di successo. L’artista chiacchiera per tutto il film assieme ad un interlocutore, che potremmo benissimo essere noi, rendendoci così partecipi della sua vita, delle sue emozioni, delle sue battaglie e delle sue vittorie.
Ferro non è solo un ritratto perfettamente dipinto di un uomo ma è prima di tutto un documentario ricco di insegnamenti da cui tutti potremmo imparare: una volta toccato il fondo si può risalire in superficie, non bisogna avere paura di dire la verità, si deve essere grati di quello che si ha e si può essere felici solo essendo liberi.
5. Beyoncé. Homecoming (2019 – Netflix)
Chiudiamo con Queen B e il suo miglior documentario che le ha permesso di vincere un Grammy come miglior film musicale nel 2020. Prodotto dall’artista stessa si concentra particolarmente su quella che è stata la sua performance al Coachella Festival nel 2018 e viene acclamato più che positivamente dalla critica.
Beyoncé non solo presenta quella che è stata una delle performance più epiche ed importanti della sua carriera ma fa capire allo spettatore anche perché ha deciso di intraprendere questa strada professionale diventando una delle figure artistiche più iconiche del 21esimo secolo. Un immagine completa di un concerto energico e potente dalla performance al dietro le quinte.