Un tempo il verbo si fece Spotify e venne ad abitare in mezzo a noi. Altre app lo seguirono, rivoluzionando completamente il nostro modo di ascoltare i nostri artisti preferiti e tutte le novità del momento. Pertanto, la nascita di Anthems non dovrebbe affatto sorprenderci. E invece…possiamo dirvi che non si tratta di un app come quelle che siamo soliti usare quando si tratta di scoprire nuova musica o di condividere con i nostri amici i brani o i dischi del momento.
Nata lo scorso ottobre in modalità “beta testing” e quindi inizialmente utilizzabile da un numero circoscritto di utenti, l’app statunitense si propone come un vero e proprio social network di music listening, un’agorà entro la quale commentare e discutere dei brani più caldi, delle collaborazioni imperdibili e dei progetti discografici del momento. Secondo i suoi sviluppatori, “Anthems farà sì che Spotify crei più dipendenza di Tik Tok“. Il principio di fatto è pressochè identico. Anthems utilizza uno stream di contenuti verticali infiniti, proprio come la popolare app cinese, spingendo l’utente ad andare a caccia di nuovi pezzi basati sullo storico dei propri ascolti su Spotify. In parole povere, basterà fare “swipe up” sul proprio schermo per condividere la canzone del momento (ribattezzata “current anthem”) e far sì che il proprio cincordario virtuale la scopra, la condivida a sua volta e finisca per consigliarla ad un altro utente. La musica diventerebbe circolare in tutti i sensi, ma sopratutto in una modalità molto più intuitiva e pratica.
Anthems 101
Come funziona? Dopo aver scaricato ed installato l’app sul vostro smartphone, dovrete solo connetterlo al vostro profilo Spotify. Anthems analizzerà la streaming history del colosso svedese e questo gli servirà nella definizione di un profilo interattivo che mostrerà il vostro nickname, chi seguirete e chi vi seguirà a sua volta, oltre alla vostra Top 10 personale. Inoltre, sarà possibile creare delle playlist personali per raccontarsi attraverso tracce, EP ed LP, che verranno raccolte in un mega database globale e consultabile da tutti gli users. Ciò che ha catturato l’attenzione del web, tuttavia, è stata l’introduzione di una funzione chiamata “genera automaticamente la line up del festival dei tuoi sogni“. Ci abbiamo provato anche noi ed ecco chi vedreste sul nostro ipotetico palcoscenico (fatta eccezione per George Harrison).

Infine, non è importante avere un account Spotify a pagamento per poterne usufruire. L’app, scaricaribile su Apple Store (per i dispositivi iOs) e Google Play (per chi ha un Android), può essere utilizzata tranquillamente su Spotify gratuitamente.
Bisogna ammettere che Anthems non sia stata la prima realtà a ideare una funzione ad hoc per ideare il proprio festival. “Take Me Here Festival” ne è la prova concreta. Si tratta di un generatore online che consente di creare un planning vero e proprio di tutti i concerti previsiti nell’arco di due giornate, in pieno stile Coachella. Collegando il proprio account Spotify o Deezer, otterrete un’immagine scaricabile come quella che potete vedere qui sotto: da Elisa ai Maneskin, passando per Beyoncé, Ed Sheeran e Ditonellapiaga. Mentirei se dicessi che questa non è una line-up con i fiocchi.

Anche Chart Your Music è semplicemente geniale nel suo intento. Ideata da Rob In der Maur, sviluppatore di Adobe, consente di classificare la tua musica e di aggiungeere ogni chart personalizzata a delle specifiche collezioni. In questo modo, si può catalogare in maniera del tutto personale i brani che ci stanno accompagnando nel presente, ma anche quelli che hanno segnato la nostra infanzia, la nostra adolescenza, un concerto che abbiamo amato alla follia e così via. Con il passare del tempo, sulla base delle canzoni che vengono inserite in ciascuna chart, è possibile stabilire l’ordine di preferenza dei brani e modicarlo con l’ingresso di altre novità. Un po’ come se stessimo creando concretamente una “year-end list”, simile a quelle che possiamo osservare su NME, Billboard o Pitchfork.
Raccogliere più charts fa sì che ognuna di esse diventi un diario personale in musica, scandendone il tempo e facendoci capire quanto i nostri gusti possano cambiare nell’arco di una vita.

Spotify, seppur in maniera diversa, sta puntando sull’interazione tra i suoi stessi utenti. Lo scorso agosto è stata lanciata una funzione specifica della piattaforma nata a Stoccolma nel 2008: “Blend“, che crea automaticamente una playlist capace di unire e quindi mescolare (dall’inglese “to blend”) i variegati gusti musicali di due utenti. La tecnologia adoperata è la stessa dei classici “Duo Mix” e “Family Mix“, ma “Blend” ne analizza persino la compatibilità. Sulla stessa scia di questa novità in casa Spotify, è il più tradizionale “Wrapped” di fine anno, che a detta della stessa azienda è “l’unico strumento attraverso il quale [Spotify ndr.] analizza a fondo i dati personali del consumatore per mapperne i gusti e le abitudini nel quotidiano“. Ogni anno, a dicembre, scopriamo qual è la canzone o l’artista che abbiamo ascoltato di più, per quanti minuti e in qualche genere ci identifichiamo maggiormente. A partire dal 2021, tale funzione è stata estesa persino ai podcast, che ormai sono diventati una parte fondamentale della nostra quotidianità.

Qualsiasi sia il vostro modo di ascoltare, condividere e parlare di musica, il confine tra di essa e il mondo dei social network si è sempre fatto più sottile. Nel frattempo, Anthems ha già collezionato oltre 35,000 utenti ed è in crescita costante. La sua apertura al market globale rappresenterà una bella sfida in termini di numeri, contenuti e fruibilità, perchè ci farà capire (o almeno intuire) la direzione dell’industria delle arti in un futuro prossimo. Nel frattempo, vado a creare una bella playlist. Chissà che qualcuno non scopra un bel pezzo anche grazie a me.