Il legame tra la musica italiana e il calcio è indissolubile. Mentiremmo a noi stessi, se non ammettessimo che niente ci da più soddisfazione di una canzone dedicata alla nostra squadra del cuore o al nostro giocatore preferito del momento. Generi come il rap e il pop, inteso strettamente come un genere “popolare” e quindi capace di imprimersi abilmente nella mente delle persone grazie alle sue sonorità super orecchiabili, hanno reso più volte omaggio all’arte del pallone. Mentiremmo anche se vi dicessimo che ogni domenica non facciamo il tifo sugli spalti di San Siro o direttamente dal divano di casa. Così, abbiamo pensato di ricordare alcuni dei pezzi più belli he siano mai stati scritti per omaggiare il “football” e le sue personalità più illustre, ma anche tutti i fenomeni del momento.

Dani Faiv – “SANDRO TONALI

Partiamo con una chicca per tutti i tifosi milanisti. Il rapper Dani Faiv ha deciso di omaggiare il centrocampista Sandro Tonali dedicandogli una canzone che ne sintetizza le bellissime qualità, prodotta da Andry The Hitmaker.

“Sandro Tonali (Okay), Sandro Tonali (Okay)
No che non passi, son Sandro Tonali (Uh, ah)
Attaccamento alla maglia, forza di gamba
Recupero tutto, nessuno che passa (Yeh, yeh, yeh, yeh, yeh)
Tiro di potenza, la metto nel sette, son Sandro Tonali (Uh)
Guarda chi parlava prima, son Sandro Tonali (Uh)
Sudore, sangue e fatica, son Sandro Tonali (Ra, tu, tu, tu)
Corro senza mai fermarmi
Ora se entro in campo non c’è più partita
‘Sto marchio lo tengo per tutta la vita, son Sandro Tonali (Uh)

Con queste strofe, l’artista milanese ricorda al suo pubblico che Tonali è un vero e proprio idolo per molti tifosi milanisti, nonchè un grande simbolo per il suo attaccamento alla maglia e la sua fede calcistica. Il 22enne bresciano, infatti, è da sempre un tifoso del Milan, perciò con il suo trasferimento nella storica squadra del capoluogo lombardo ha decisamente coronato un sogno.

Thegiornalisti – “Maradona y Pelè

Il pezzo non lascia spazio all’immaginazione. La canzone omaggia due grandissime leggende del calcio, l’argentino Diego Armando Maradona (che aveva militato persino nel Napoli negli anni ’80) e il brasiliano Pelé. Il pezzo, spiccatamente estivo e ballabile, mescola stili diversi: dal pop al synth, dalla samba alla salsa e alla tropical music. Tommaso Paradiso, ex frontman del gruppo e autore del brano, ne aveva parlato in questi termini: “Maradona y Pelé l’ho scritta in momenti diversi, un po’ come è stato per ‘Completamente’. Nel tempo avevo accumulato parti di canzone, ma non una canzone completa. Il vero lavoro finale è stato mettere tutto insieme. Il primo seme è stata questa immagine di labbra stupende. A partire da questo, mi sono visto in una torrida notte romana di fine giugno, dentro casa, da solo e insonne. Allora ho sognato la pioggia e un luogo lontanissimo dove ballare con un’ipotetica lei. Poi mi sono detto: “Devo metterci qualcosa di assolutamente evocativo, assolutamente mio e soprattutto assolutamente romantico. Così ho unito Robert de Niro, l’attore icona di questa vita; Sandokan, la mia infanzia e la mia colonna sonora del cuore firmata Oliver Onions. Maradona y Pelé hanno rappresentato il diavolo e l’acqua santa del gioco più bello del mondo.”

«Noi crediamo in Robert De Niro
Nella Tigre di Mompracem
Nella storia che sanno tutti
Maradona è megl’ ‘e Pelé
È megl’ ‘e Pelé»

Daniele Silvestri – “La vita splendida del capitano

Questo pezzo è un bellissimo omaggio del cantautore romano Daniele Silvestri al “suo” Capitano, Francesco Totti. Da grande romanista, non avrebbe potuto essere altrimenti. Dopo il suo ritiro, avvenuto nel 2018, Silvestri ha sentito l’esigenza di ringraziarlo nel suo disco “La terra sotto i piedi” (2019) per aver passato tutta la sua vita a giocare indossando una sola maglia: quella della Roma. Tuttavia, non è un pezzo nostalgico, ma una favola di passioni, sport, coraggio e vita. Dopotutto, chiunque può rivedersi nel mito di Totti: dal ragazzino che sogna di rendere il calcio la sua professione, all’uomo (e alla donna) che corre al stadio ogni domenica per il suo appuntamento con la Magica.

«Cose che càpitano, capitàno
Capiterebbero anche ad un marziano
Ma questo il prezzo da pagare
Quando si è puntato in alto e sempre più lontano
Le cose cambiano mio capitano
Solo che noi ce lo dimentichiamo
Sappiamo fingere di non sentircele
Tutte le bastonate che prendiamo
Vogliamo vincere, voliamo alti
Sentiamo ancora l’urlo sugli spalti
Ma poi se capita, e spesso capita
Ci ritroviamo appena più pesanti
E invece è proprio dopo la sconfitta
Che è bello avere questa schiena dritta
Guardare in faccia il mondo e anche piangendo
In fondo avere l’aria di chi poi l’ha vinta questa vita
»

883 – “La dura legge del gol

Il brano da il titolo anche al quinto album in studio del gruppo pavese, il secondo senza Mauro Repetto. Al suo interno troviamo tanti riferimenti diversi al mondo del calcio e dello sport. La stessa copertina del progetto, ricorda la famosa rovesciata di Carlo Parola che si è soliti vedere negli album dei Calciatori Panini. In “La dura legge del gol“, Max Pezzali (da sempre interista) parla di impegno, resistenza e perseveranza nei propri sogni e obiettivi. Dovrebbe essere un esempio per molti giocatori, che hanno perso l’attaccamento alla maglia e non vivono lo sport con i sani valori o i principi di un tempo.

«È la dura legge del gol
fai un gran bel gioco però
se non hai difesa gli altri segnano
e poi vincono»

Calcutta – “Hubner

L’omaggio di Edoardo d’Erme all’eroe romantico Dario Hubner è uno dei pezzi più belli che compongono il suo ultimo disco “Evergreen“, uscito a maggio 2018. Il pezzo è nato durante una serata piena di ricordi, come raccontò lo stesso Calcutta in un’intervista per La Gazzetta dello Sport: “Ti ricordi quel difensore… come si chiamava? E poi: Te looo ricordiii quel portiere? E quell’attaccante? E cacciamo fuori sempre dei nomi assurdi. Insomma, una sera è uscito Hubner, ma a dire il vero il suo nome mi è sempre girato in testa. Poi qualche tempo dopo, a Sperlonga, mi sono messo a leggere la sua storia, il suo gran rifiuto alla Premier League per andare a Piacenza ed essere così più vicino alla moglie che stava a Crema. Eh niente, ho pensato a queste cose e ho scritto la canzone“.

«Venezia è bella, ma non è il mio mare
Il treno è fermo, io sono stufo di aspettare
In questo mondo che pieno di lacrime
Io certe volte dovrei fare come Dario Hübner
E non lasciarti a casa mai a consumare le unghie»

Francesca Michelin – “La Serie B

Grande tifosa della Juventus e grande appassionata di calcio e di Formula 1, Francesca Michielin ha regalato un bellissimo tributo alla Serie B, un campionato di apparenti “underdog” che però viene apprezzato e seguito più di quanto ci si possa immaginare. Il pezzo (contenuto nell’album “2640” del 2018), in realtà, è ispirato ad una grande delusione d’amore, che le aveva lasciato l’amaro in bocca esattamente come la retrocessione del Vicenza. Nel testo troviamo diversi giochi di parole, che rimandano al mondo del pallone e alla dimensione più romantica di Francesca. La vera chicca del brano? La rivisitazione dei tipici cori da stadio, che vengono sovrapposti in coda ai suoi ritornelli.

«Ho bisogno di sei minuti di recupero
ne ho bisogno e vorrei sperare fino all’ultimo

anche se non si è fatto male nessuno
e sembra vada tutto bene
corro coi crampi alle gambe
non sono allenata per niente
se avrò bisogno di te cancellerò il tuo numero»

Lucio Dalla – “Milano

Dalla omaggia sicuramente la città, più che la squadra in sé, ma ci tenevamo particolarmente a ricordare come il buon Lucio facesse riferimento ad una partita passata alla storia: Milan-Benfica. Il cantautore bolognese era un grande appassionato di sport, di pallacanestro e calcio in particolare. Nonostante fosse un grande tifoso del Bologna, per un periodo negli anni ’60 era stato anche un tifoso del Milan, quando i rossoneri avevano vinto la Coppa dei Campioni nel 1963 a Wembley.

«Milano a portata di mano
Ti fa una domanda in tedesco e ti risponde in siciliano
Poi Milan e Benfica
Milano che fatica»