Le giornate si sono allungate, il caldo comincia a non lasciare tregua e loro stanno per tornare. Di chi stiamo parlando? Ovviamente dei tanto amati quanti odiati tormentoni estivi, ovvero quelle canzoni che sentiremo in loop per tutta la bella stagione. Un fenomeno nazionale che da nord a sud unifica la penisola a suon dello stello ritornello che riecheggia tra spiagge, piscine, villaggi turistici, discoteche e locali. Ma quando e come nasce il fenomeno dei tormentoni estivi?

Partiamo con il dare una definizione di tormentone estivo: trattasi di una canzone dalla melodia orecchiabile, con un ritornello facile da ricordare e ripetitivo. Il risultato sono brani che entrano in testa subito e rimangono nelle orecchie fino a che il sopraggiungere dell’autunno li spazzerà via. In Italia sono una tradizione, un ingrediente fondamentale dell’estate. Ogni anno in questo periodo gli artisti si trovano in studio alla ricerca del testo e della melodia per creare una hit che andrà virale. L’hype intorno alle canzoni della bella stagione è davvero grande e gli artisti fanno a gara per centrare l’obiettivo.

Il primo antenato della famiglia dei tormentoni estivi è il brano “Legata a un granello di sabbia” di Nico Fidenco. La canzone che era stata rifiutata al Festival di Sanremo nel 1962 pochi mesi dopo diventò una hit clamorosa, tanto che ancora oggi in molti la conoscono.

L’era del tormentone si apre ufficialmente negli anni Sessanta con il primo re dell’estate italiana musicale: Edoardo Vianello. A distanza di poco tempo rilascia “Abbronzatissima” e “I Watussi”. Brani che hanno trovato la loro fortuna in ogni contesto: ancora oggi “I Watussi” sono utilizzati nelle occasioni più disparate e arrangiato in versioni originali sulle cui note si possono eseguire i passi dell’Alligalli. Canzoni che piacciono a grandi e piccini, che si rivolgono ad un pubblico senza età che non vuole far altro che godersi la colonna sonora dell’estate. Nella storia del tormentone seguirono poi pezzi come “Stasera mi butto” e “Acqua azzurra, acqua chiara”. Durante gli anni Settanta invece le radio sono tutte per “Splendido splendente” di Rettore, per i brani di Umberto Tozzi e la celebre “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti.

Con l’inizio del decennio successivo si registra un vero e proprio boom di questo fenomeno. Il merito di questo exploit? La nascita di trasmissioni musicali come il Festivalbar e di canali televisivi dedicati solo alla musica, ovviamente parliamo di MTV. In quelle calde estati vengono pubblicati brani come “Gioca Jouer” di Claudio Cecchetto. L’idea è geniale: un testo con azioni da ripetere in sequenza, associato ad una coreografia e a un ritmo incalzante. È così che “Gioca Jouer” diventa un brano che ancora oggi ha successo e che tutti gli italiani conoscono. Arriva anche il fenomeno Righiera, un energico duo che sforna hit una dopo l’altra: “Vamos a la Playa”, “No tengo dinero” e “L’estate sta finendo”. Non solo brani in italiano, spopolano anche i testi in inglese che raggiungono un successo internazionale. Tra queste “Easy Lady” di Ivana Spagna e “Boys” di Sabrina Salerno

E se è vero che “conosco un solo modo per misurare le estati: con i tormentoni estivi” (ci perdoni Borges per questa originale reinterpretazione della sua poesia), gli anni Novanta si descrivono con titoli come: “Sotto questo sole”, “Mare mare”, “Solo una volta (o tutta la vita)” e “50 special”. Indimenticabile poi “Un‘estate italiana”, inno ufficiale dei mondiali di calcio del 1990.

Dagli anni 2000 il fenomeno tormentone investe anche altri paesi e sopraggiungono in Italia hit in lingua straniera. Tra questi i brani di una giovanissima e sensuale Rihanna che canta “Umbrella” oppure Shakira che si cimenta con “Hips Don’t Lie”. Come dimenticare poi il ritornello “Tengo la camisa negra, porque negra tengo el alma, Yo por ti perdí la calma,Y casi pierdo hasta mi camanigra “. Indubbiamente le manifestazioni calcistiche europee e mondiali contribuiscono alla nascita di brani che diventano tormentoni estivi. Tra questi citiamo “Waka Waka” e “This is time for Africa” di Shakira, inni dei mondiali del 2006 e del 2014, oppure “We are the people” degli U2 per gli europei del 2020.

E come a Natale Michael Bublè esce dalla tana in cui era in letargo, così agli albori dell’estate si risvegliano molti artisti pronti a gareggiare per aggiudicarsi il titolo di miglior tormentone. Negli ultimi anni i nomi sono stati ben o male sempre gli stessi: Boomdabash, Baby K, Giusy Ferreri, Shade, Elettra Lamborghini. Menzione d’onore per i produttori Takagi e Ketra che collaborando con differenti artisti riescono ogni anno a sfornare brani degni della gara. Insomma, i pezzi firmati da questo duo, nove volte su dieci diventano delle hit.

Takagi Ketra Giusy

Dal mondo del tormentone dell’estate 2022 per ora tutto tace, ma siamo certi che qualcosa sta ribollendo in pentola. Dobbiamo solo aspettare che venga scoperchiato il calderone e che i tormentoni si prendano il loro spazio dando un’impronta unica anche a questa ennesima estate.