Niente da togliere a quattro leggende come gli Abba ma se proprio volessimo essere pignoli non si può dire che, con il loro Voyage, abbiano portato la rivoluzione. Sono passati 41 anni dalla loro ultima performance assieme e lo scorso 27 maggio si sono riuniti per regalare ai fan un’esperienza fuori dal comune. Nell’area del Queen Elizabeth Olympic Park di Londra è stata costruita apposta un’arena per ospitare l’evento: un concerto di 90 minuti virtuale, già senza Abba in carne ed ossa.
Per dar vita allo show ci sono voluti circa 170milioni di euro e la professionalità dell’Industrial Light & Magic (ILM) di George Lucas (insomma il proprietario della Lucasfilm, la fabbrica di Guerre Stellari). Dalle loro mani, utilizzando la tecnologia della CGI e le tecniche di motion capture, ne sono usciti quattro perfetti “ologrammi”, che amano chiamare Abbatars, di Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad ringiovaniti.
I quattro avatar daranno il benvenuto agli spettatori sette giorni su sette fino ad almeno novembre 2022 (se non addirittura fino a maggio dell’anno prossimo). I biglietti in vendita hanno un prezzo standard, come costerebbe un concerto normale (ad eccezione di quelli per la prima data, che raggiungevano le 1000 sterline) ma vale davvero la pena spendere dei soldi per un concerto virtuale?

Insomma abbiamo appurato che non si tratta di novità assoluta, nonostante il produttore Baillie Walsh dica il contrario: “Credo che nessun’altro spettacolo con ologrammi abbia avuto successo. Dopo cinque minuti, non credo che il pubblico sia più interessato“. Negli ultimi anni molti hanno usato questa tecnologia per cercare di riportare in vita artisti defunti, per provare a sentirli cantare ancora una volta come se fossero lì con loro.
L’esempio sicuramente più spiazzante, e anche quello che ha dato inizio a questa pratica, fu quello del Coachella nel 2012. Quell’anno tra gli headliner c’erano Snoop Dogg e Dr Dre che hanno deciso di riportare digitalmente in vita 2pac a 16 anni dalla sua morte. Quello che inizialmente sembrava solo un omaggio all’amico scomparso sulle note di California Love si è trasformato poi in un vero duetto in cui i due hanno cantato assieme 2 of Amerikaz Most Wanted.
Due anni dopo fu la volta del re del pop, Michael Jackson. Era proprio il 2014 e l’occasione dell’esibizione erano stati i Billboard Music Awards. L’ologramma del re del pop si era esibito su “Slave to the Rhythm” accompagnato da numerosi ballerini.
Anche Amy Whinehouse avrebbe dovuto tornare sul palco nel 2019, addirittura con un tour, ma il progetto non è andato a buon fine. Il tour sarebbe dovuto durare tre anni ma l’entusiasmo dei fan è stato spento da una dichiarazione della casa di produzione che si stava occupando del progetto: l’ologramma di Amy non si sarebbe creato da immagini di archivio ma da una sua controfigura.
Parlando di tour nel 2020 ebbe inizio “An evening with Whitney: The Whitney Houston hologram tour“, il tour che appunto rende omaggio a Whitney Houston. Il tour ha toccato anche l’Italia il 20 marzo di quell’anno, più precisamente il palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano. In quel caso però non era un “One hologram show” ma sul palco c’era anche una band e dei ballerini in carne ed ossa!
Ma i fan della musica cosa ne pensano? Nonostante il concerto degli Abba abbia registrato sold out e continui a vendere biglietti non potrà mai essere comparabile ad un concerto vero, con dei cantanti in carne d’ossa e con le imperfezioni vocali che rendono le performance dal vivo sempre più magiche. Nel 2019 negli Stati Uniti è stata fatta un’indagine su questo argomento e i più favorevoli, tra i campioni intervistati, sembravano essere i giovanissimi… L’opinione sarà sicuramente cambiata ora che, dopo tre anni senza musica dal vivo, un concerto live diventa la cosa più bella che ci possa essere!