Dopo sette anni, per la gioia dei fan, i Verdena sono tornati in grande stile e lo fanno con l’album “Volevo Magia” in uscita domani, 23 settembre. Per l’occasione stamattina li ho incontrati nella sede di Universal e, assieme ad altri giornalisti, ci siamo scambiati due chiacchiere e abbiamo riso un po’!
L’album, come dice il titolo, è tutta una magia, potresti non capirci nulla e allo stesso tempo sentire che quelle tracce parlano anche un po’ di te. Libero spazio all’interpretazione, come Roberta, Alberto e Luca dicono senza mai rispondere con troppa precisione alle domande che chiedono loro la spiegazione o la storia di un testo… E a noi piace che sia così.
I Verdena sono inoltre già prontissimi per portare la loro magia nei club con un tour di 12 date già sold out prodotto da DNA Concerti. L’inizio è previsto il 29 ottobre all’Estragon di Bologna.
L’intervista ai Verdena
I Verdena, per i fan più assennati, sono la band perfetta, non li tradite mai. Voi invece vi siete mai sentiti traditi dai fan o dalla discografia?
R: “No, anzi direi il contrario per quanto riguarda il nostro pubblico. Ci sentiamo super premiati. specialmente oggi… Siamo fermi da sette anni, non ci siamo fatti sentire, abbiamo buttato fuori le date e il pubblico, senza neanche sentire una nota, ha comprato i biglietti. L’esatto opposto di tradimento, un bel calore che sinceramente non ci aspettavamo”.
Perché sette anni? Stavate cercando la perfezione o c’è qualche altro motivo come per esempio la pandemia?
R: “Sì, per quanto riguarda la perfezione, ma non siamo stati sette anni a lavorare sul disco, sono successe tante cose esterne alla band in questi anni, sia progetti paralleli temporanei che anche faccende personali, io ho messo su famiglia! Sono successe parecchie cose, non sono sette anni di lavoro, in realtà il tempo che abbiamo dedicato al disco sarà stato due anni e mezzo o tre”.
Tra i commenti sotto al video del vostro ultimo singolo ce n’è uno di un fan che vi considera pagine della sua vita e che in qualche modo, per il vostro atteggiamento controcorrente nell’industria, vi considera un po’ gli antieroi della musica… Vi ci rivedete in questa descrizione?
A: “É un insulto antieroi… Se sei antieroe vuol dire che sei un fifone e scappi, che combatti l’eroe. Ma cosa sta dicendo questo ragazzo!? Digli di star calmo (ride ndr)”.
L: Ndr – Luca non parla molto ma qui scoppia a ridere come non mai e ovviamente noi con lui.
Voi avete fan di tutte le età. Siamo in un periodo in cui le nuove generazioni prediligono l’indie e il rock, come pensate che possano accogliere l’album?
A: “Non lo saprei… Forse non piacerà ai giovani. Ce ne sono ancora un po’ di giovani che ascoltano rock, magari a loro piacerà. Vediamo!”
R: “Domanda difficile”.

“Volevo Magia” è il titolo dell’album come mai questa scelta? Poi possiamo dire che l’esoterismo è sempre stato qualcosa di vicino alla vostra musica?
A: “Sì per la seconda domanda! Qual era la prima?”
L: “Volevo Magia perché stavamo cercando di scegliere un titolo, non eravamo convinti di niente e qualcuno ce lo ha detto, ma non mi ricordo chi. Ci piaceva il titolo di quel pezzo, chiudeva tutto, i testi, in qualche maniera ha senso. Ci piaceva che fosse anche un brano un po’ strano del disco”.
Sono passati un po’ di anni, come dicevamo, dai vostri ultimi progetti. Come siete cambiati? Com’è cambiato il vostro modo di esprimervi?
A: “Eh… Siamo cambiati. Abbiamo preso un po’ di batoste, che comunque ti cambiano sempre. Figli, batoste, famiglia, guerre, lockdown… Gatti morti, due, sono ancora triste. Ozzy è sempre stato accanto a me per 22 anni, compagno perso…”.
“Paul e Linda” è uno dei pezzi più belli del disco. Rimanda un po’ al mondo artistico di Paul McCartney, cosa significa volare come Paul e Linda?
A: “É riferito alla frase prima, che però non mi ricordo mai! Perché ci son due ritornelli ma sono diversi… Cazzo vedo blu! Mi sto incazzando veramente… E allora gli dico “Rilassati, vola di più”.
Mi ricollego al titolo dell’album. Leggendo un po’ di vostre interviste ho notato che, giustamente, tendete a non dare a chi lo chiede la vostra interpretazione del testo perché è un po’ come uccidere quella che è la magia dell’arte, della musica.
A: “Sì, infatti adesso ho appena spiegato qualcosina ma magari tra un mese cambio concezione. Anche il titolo poi è interpretabile”.
Esatto! Infatti io concepisco la magia che sta nel titolo come quella che è nei vostri testi, quindi interpretabili da chiunque in modo diverso.
A: “É vero! Questa riflessione è nuova, grazie!”