È uscito oggi Ciò Che Abbiamo Dentro, il primo album ufficiale di Alex Wyse, finalista della scorsa edizione di Amici. Un album introspettivo, ma universalmente valido, una lettera a sé stesso e a tutti i fragili come lui che ancora hanno voglia di emozionarsi ed amare le piccole cose, di esprimere la propria personale sfera emotiva senza paura dei giudizi e senza seguire i più forti.

Ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Alex che, per l’occasione, ha dimostrato di essere cresciuto non solo artisticamente ma anche umanamente. Mi ha raccontato di aver reso quelle che gli altri reputavano difetti e debolezze in forza e anche questo lo canta in Ciò Che Abbiamo Dentro, come altre centinaia di emozioni intensissime. Un giovane artista comprensivo e riservato, fragile e umano, come tutti noi, un cantautore empatico che riversa le sue emozioni nella musica più che nei discorsi e si sofferma sugli sguardi e sui sorrisi di chi lo capisce e di chi, come lui, non ha paura di emozionarsi.

Alla fine l’essere forti è soprattutto mostrarsi fragili, trasparenti, specchi di emozioni, senza paura. Un album dedicato a tutti coloro che avranno la sensibilità di ascoltarlo ad anima e cuore aperti, a chi riuscirà a cadere nelle parole che Alex ha minuziosamente curato e a trasformarle in una voce sola durante le date live, dove la magia di queste tracce si riverserà nella migliore maniera possibile.

E allora schiacciate play, mettetevi le cuffie nelle orecchie e state pronti a commuovervi, a sentire qualcuno parlare di voi come se foste amici e ad alleggerire il cuore grazie alla forza della musica di Alex.

Intervista ad Alex

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Partirei subito dal titolo, dal mio punto di vista si rifa anche alla tua capacità di rendere i tuoi testi universalmente validi. La gente ci si rivede dentro. Conoscendo il tuo pubblico, quale pensi sia il testo che sentiranno maggiormente?

“Essendo tutti diversi, non te lo so dire con esattezza. Nell’album ci sono Ciò Che Abbiamo Dentro e Noi, che sono più per il pubblico, più per le persone, soprattutto Noi. È una canzone che ho scritto per chi mi segue, per chi mi ascolta, per chi cade nelle parole… Per noi. È nata per questo motivo, mi sentivo di dare importanza a chi effettivamente, nel mondo di artisti e cantautori, diventa centrale”.

Qual è il messaggio principale che vuoi mandare a chi ascolta questo album?

“Come dice il titolo, all’interno dell’album parlo di tante emozioni diverse che ho vissuto durante quest’ultimo periodo, sia artistiche che personali. Ogni canzone ha la sua intensità e la sua emozione. Non Ho Paura per esempio a me dà forza. L’ho scritta in due momenti diversi, nel 2019 e poi l’ho modificata, a livello di intenzioni, con una consapevolezza diversa. Guardando al me di prima mi dico che da tutte queste lacrime un giorno potrebbe nascere qualcosa “l’avresti detto mai?”. Non c’è un messaggio specifico, ma ci sono tanti piccoli passaggi che magari potrebbero portare a capire meglio qualcosa. Io a volte tendo a parlare da solo, tante mie canzoni, anche dell’EP prima, sono io che mi parlo da solo”.

É un periodo difficile per le persone introverse, che sono anche estremamente empatiche, non riusciamo più a trovare emozione nelle piccole cose, ad emozionarci e ad apprezzare i piccoli gesti…

“Sicuramente il livello mediatico a cui siamo arrivati ha staccato questa vena. Anche parlando di musica, come la si fa oggi è molto diverso rispetto a come la si faceva una volta, io tendo a farla come si faceva prima. Non ho nulla contro chi lo fa, ma a me viene difficile scrivere su un type beat, perché mi sento chiuso. A me piace sentire il pianoforte mentre creo la canzone, tendo a voler cose diverse. Tornando a quello che hai detto tu, secondo me è anche un po’ la nostra fragilità, il nostro aver paura di mostrarci per quello che siamo.

Spesso, umanamente, tendiamo a seguire chi è più forte e imitarlo, io invece tendo a fare il contrario, per me è più forte chi non segue nessuno, fa quello che effettivamente vuole e non ha paura di essere fragile, capace lasciarsi andare e dire quello che pensa anche se tutti la pensano in modo diverso. A me piacerebbe scrivere e parlare anche per quelle persone lì, fargli capire che sei più forte se fai il contrario… Io ho sempre imparato poco seguendo i pareri di altre persone, con il tempo ho imparato a usare di più la mia testa”.

Ieri riguardavo l’intervista che hai fatto con Stefano per l’uscita dell’EP, come va dal lato timidezza e apertura?

“Ci ho lavorato un pochettino. Le date live e gli instore mi hanno aiutato tanto. Parlare con molte persone diverse, sentire voci e occhi diversi che ti guardano ti fa capire che per qualcuno puoi essere quella voce che in un determinato momento può aiutarti. Questo ha portato la mia timidezza ad uno step un po’ più avanti, non la accantono perché è una parte di me, ma in determinati momenti è come se io mi sentissi molto più libero”.

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Hai detto che scrivendo e pubblicando brani arrivi a conoscerti sempre un po’ di più. Cos’hai conosciuto in più dell’Alex di Ciò Che Abbiamo Dentro rispetto all’Alex di Non Siamo Soli?

“Come ti dicevo prima è la tendenza a parlare a me stesso che mi porta a conoscermi meglio. Dentro l’album forse è la prima traccia che fa capire quello che ho capito. Lì parlo del live e racconto quello che sento e quello che vedo, quello che vorrei che tutti sentissero. Anche Stelle in Antartide, parla di un amore che non c’è più… Come dicevo prima non c’è un punto specifico. Penso che, andando avanti, ci sarà sempre più consapevolezza di quello che sono e di quello che penso”.

C’è un pezzo che si chiama Non Ho Paura, me ne hai già parlato un po’ prima. A volte me lo dico anche io “Non ho paura”, ma poi ci ricasco sempre, come tutti. In cosa trovi il coraggio per affrontare le cose?

“L’ho scritta guardando dall’altra parte, però tutt’ora un po’ di timore c’è sempre in qualsiasi cosa facciamo. Con questa canzone voglio dire “tu sii quel che sei, non essere qualcos’altro”. Indipendentemente dagli sbagli, dai commenti degli altri e dalle cadute, come dice Mano Ferma, l’amore poi comunque ritorna, quindi non aver paura di andare avanti. Siamo umani, l’amore ritornerà ed è lo stesso concetto con tantissime emozioni diverse. Non ti so dire da dove trovo la forza, però quando la trovi fa in modo che tu viva quello che vuoi vivere e secondo me è fondamentale nella vita”.

Quando ascolto un album dall’inizio alla fine nella maggior parte dei casi mi dico “Questo è un album da ascoltare a tutto volume mentre guido, o sdraiata sul letto a fissare il soffitto con la pioggia che cade fuori“. Questo album per che situazione è perfetto?

“Per come sono io, è da live. A me piace cantarle tutte le canzoni dell’album, sono strutturate proprio da live. Però anche in cuffia a manetta sdraiati sul letto, a caso, ad occhi chiusi”.

Parlo un attimo dei tuoi fan, hai un rapporto bellissimo con loro, com’è lo scambio di emozioni che avviene quando li incontri, anche durante gli in store? Cosa ti lascia?

“Tante cose diverse. Ogni persona, essendo diversa, ti lascia tante cose. Io sono molto empatico, quindi sento tanto la differenza tra una persona e l’altra, a livello umano proprio. Percepisco i modi diversi di dire un qualcosa, di guardare, di sorridere, quando mi portano un regalo che continuo a ripetere non mi devono portare niente, basta solo che ci siano loro (ride ndr). Sono tantissime emozioni diverse e non vedo l’ora di riviverle assieme alle persone con le proprie storie, le proprie tracce preferite. Sono tutte cose belle, queste differenze mi piacciono”.

Sei volato a Londra a girare il video di Mano Ferma, un po’ un ritorno alle origini, che emozioni hai provato?

“É bello tornare dove sono cresciuto artisticamente, nelle strade dove io imparavo facendo tanti generi diversi. Diciamo che, in quel periodo, ero molto confuso, ho capito dopo cosa mi piaceva davvero. Camminare per Londra con un’altra consapevolezza… Non lo so, mi viene difficile spiegarlo, per questo faccio canzoni. A parole mi soffermo su “Eh, bello”, ma non è solo bello, sono tante cose messe assieme”.

Parliamo dei live, come ti stai preparando? Ci sarà anche un po’ di quell’Alex che faceva video per TikTok dalla sua cameretta? Ovviamente un po’ più consapevole, ma con quell’intimità lì

“Sicuramente canterò delle canzoni di questo album, non vedo l’ora, anche perché sarà la prima volta. Poi tendo sempre a fare qualcosa dell’ultimo secondo, per questo mi odiano tutti (ride ndr). Non glielo dico nemmeno, a metà scaletta può essere che mi viene in mente qualcosa da fare e cambio i piani. Finché non sbaglio non mi dicono niente, poi se sbagliassi secondo me mi direbbero qualcosa. Però io direi “Vabbé, ci siamo divertiti”. Non ho in piano niente ma sicuramente avrò in piano qualcosa un’ora prima”.

Concludiamo con un po’ di autopromozione: cosa si perde chi non viene ai tuoi live e come descriveresti, in quattro parole, il tuo album a qualcuno per convincerlo ad ascoltarlo?

“Mi hai messo in difficoltà… Sicuramente i live sono un po’ l’essenza di ogni cantante. Vedere le persone lì, cantare insieme, sentire le voci diventare qualcosa di magico è la parte più bella di ogni canzone. Quelle quattro parole come te le dico!? Vabé facciamo così: Ciò Che Abbiamo Dentro”.