Fresco, giovane e diretto come la sua musica, Will è uno dei 12 finalisti di Sanremo Giovani 2022. Lo vedremo sfidarsi con gli altri artisti emergenti il prossimo 16 dicembre in prima serata su Rai1, durante la finalissima della competizione in diretta dal Teatro Casinò di Sanremo.

Si tratta già di per sé di un traguardo importante, ma potrebbe essere anche un grande trampolino di lancio, perché ben sei dei ragazzi entreranno di diritto nella categoria dei Big e potranno gareggiare a febbraio 2023 accanto ai 22 grandi nomi, come Giorgia e Marco Mengoni, annunciati pochi giorni fa da Amadeus.

Will, al secolo William Busetti, dice di essere pronto a divertirsi, e lo farà portando un brano,
‘Le cose più importanti’, che suona genuino, urban, ma che non tralascia sensibilità e profondità: è infatti un invito rivolto a tutti a non trascurare le emozioni più forti e sentite, bensì a prendersene cura e a trovare il coraggio di dirle fino a che si ha il tempo di farlo.

Classe 1999, originario di Soligo, Will si è raccontato a noi tra Sanremo, la passione per il calcio, X Factor e le sue canzoni virali.

L’intervista a Will

Will, sei uno dei 12 finalisti di Sanremo Giovani 2022. Una competizione molto importante, penso a Tananai o Mahmood venuti fuori proprio da lì di recente. Come ti senti e come ti stai preparando?

“Io mi sento bene, sono molto contento di esserci arrivato. Non ero così fiducioso nell’arrivarci, nel senso che mi sentivo un po’ indietro dal punto di vista dell’esperienza, soprattutto live, ma alla fine siamo qui, sono contento del lavoro che abbiamo fatto. Cercherò di presentarmi il 16 il più in forma possibile. In queste occasioni è proprio importante la forma fisica, arrivare stando bene, che non è banale. Però c’è ancora tanto lavoro, settimane di lavoro non stop, sia per questo, sia per arrivare con un progetto: nel caso andasse bene, non vorrei presentarmi ad un’occasione così importante senza un progetto definito.”

Hai avuto modo di incontrare gli altri finalisti o di ascoltare i loro pezzi? Cosa ne pensi? Che atmosfera si respira tra di voi?

“Alcuni li conoscevo, altri no, sia dal punto di vista artistico che personale. Ascoltando i pezzi i giorni dopo che la Rai li ha pubblicati ho detto ‘Cavolo, tutti i progetti sono validi’, e questa è la verità. Non c’è nessuno che parte avvantaggiato rispetto ad un altro, perché in questi contesti i numeri che si fanno fuori passano un po’ in secondo piano. Tu devi arrivare lì e comunicare qualcosa, lasciare l’impronta e tutti lo fanno a loro modo.

WILL

Dopo ho avuto l’occasione di conoscerli e alla fine siamo tutti ragazzi con la stessa passione, quindi è ovvio che si crei un po’ di alchimia. Poi, dico la verità anche se magari mi va contro, io di alcuni di loro sono proprio fan, ascolto la loro musica ogni giorno, quindi sarà un po’ complicato gestire la cosa, anche perché tra l’altro banalmente io sono quello con meno esperienza dal punto di vista del tempo da cui faccio questo mestiere. Sarà una bella sfida, ma anche divertente. Deve essere divertente, altrimenti mi pentirei.”

Facciamo un passo indietro. So che sei cresciuto con la passione della musica e del calcio. Cosa ti ha fatto scegliere la prima?

“Ero scarso. No, non è vero [ride, ndr]. E’ stato un insieme di cose col senno di poi fortunate: mi sono fatto male quando avevo 17 anni, ho avuto un infortuno alla caviglia che mi ha tenuto fermo abbastanza e già lì, senza il pallone, mi stavo reinventando, dovevo trovare qualcosa da fare nella mia vita e ho iniziato a intravedere qualche strada secondaria.

Poi ho iniziato l’università e da quel periodo sempre meno calcio, finché mi sono sentito di abbandonarlo del tutto. Lì la musica è subentrata a gamba tesa come passione numero 1 e mi ci sono buttato. E questo è successo abbastanza recentemente, prima del covid: i miei primi brani sono stati scritti proprio i giorni prima della pandemia, infatti ho portato male secondo me [ride, ndr].”

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Hai partecipato ad X Factor 2020 fino alla fase dei bootcamp. Cosa è cambiato da allora e come sei cresciuto?

“Tutto, da lì è cambiato tutto. Sono successe talmente tante cose che quando mi guardo indietro mi sembra un’altra persona. E’ stata un’esperienza un po’ casuale, molto utile, una doccia fredda, in senso buono: sfogarsi un po’ e arrivare su un palco comunque importante e in maniera un po’ particolare – non c’era il pubblico, c’erano solo i quattro giudici, quindi era un nuovo contesto per me.

Mi è servito a capire che la musica era ciò che volevo fare, sono tornato a casa molto più convinto di potercela fare, di poter trasformare una passione in qualcosa di più. Però sì, è cambiato tutto, da lì è arrivata l’etichetta, sono arrivati numeri in più, ho iniziato a concepire l’arte e la mia musica in modo diverso. Quindi ora arrivo a questa seconda esperienza televisiva in maniera completamente diversa, molto più serena, molto più coerente con chi sono io, mi divertirò molto di più.”

Molte tue canzoni, come ‘Estate’, sono diventate virali in pochissimo tempo sui social: quale pensi sia il segreto dietro a questo fenomeno?

“La ricetta non c’è. Ti dico la verità: a parte ‘Estate’ che è stato un caso senza senso – io non avevo neanche TikTok, quindi ammetto che non è stata bravura mia – negli altri casi, le canzoni che sono andate virali con trend eccetera non erano studiate per quello. Anzi, ti dirò, quando mi chiedevano quale canzone sarebbe andata di più, non avrei mai detto quelle. Quindi non ho la ricetta, spero sia la sincerità, l’immediatezza dei testi e delle melodie ad arrivare forte e questo spinga le persone a condividere le canzoni. Spero sia questo, però non so, non ho la risposta matematica a tutto ciò.”